Antiche rovine, boschi rigogliosi, fiumi tortuosi, acque benefiche e persino un laghetto. Siamo nella Tuscia viterbese, un viaggio nel territorio di Montalto di Castro e di Canino, nel cuore del comprensorio degli Etruschi, tra storie antiche, bellezze naturali e misteriose leggende.
Prima tappa da non perdere è la visita al Parco Naturalistico Archeologico di Vulci, un’area di circa 120 ettari sulle rive del Fiume Fiora.
L’antica città di Vulci fu una delle più potenti e grandi città-stato dell’Etruria. Di essa rimangono ben visibili gli imponenti ruderi, la cinta muraria realizzata in blocchi di tufo, le cinque porte di accesso, il Tempio Grande risalente al IV secolo a. C, la Domus con i suoi splendidi mosaici a pavimento e le Necropoli di cui le celebri Tomba François e Tomba delle Iscrizioni.
A circa un chilometro dal cuore del sito archeologico, domina il Castello della Badia risalente al XII secolo. Nato come abbazia benedettina dedicata a San Mamiliano, il maniero ospita all’interno il Museo Archeologico di Vulci ricco di reperti provenienti dagli scavi archeologici delle necropoli e dell’area urbana della città, tra cui spicca per interesse la collezione di ceramiche di epoca etrusca e romana.
La struttura del Castello è molto suggestiva con quattro torri semiellittiche protette da un fossato. Si può accedere al Castello attraverso un ponte soprannominato Ponte del Diavolo.
Opera antichissima totalmente avvolta da una misteriosa leggenda, il Ponte del Diavolo è una struttura imponente che unisce il Castello della Badia alla terraferma sormontando il fiume Flora che scorre lungo un canyon. Il ponte mostra diverse fasi costruttive; dalle origini di epoca etrusca, successivamente fu completato, con l’utilizzo della pietra dai romani.
L’opera ha una struttura davvero particolare, con tre arcate di cui quella centrale si presenta molto alta, dalla forma quasi innaturale. Una fattezza così singolare che le popolazioni del medioevo ritenevano che solo il Demonio avrebbe potuto realizzare. La leggenda che si diffuse racconta che il Diavolo per la realizzazione del grande arco, chiedeva in cambio l’anima del primo essere vivente che avrebbe attraversato il ponte. Coloro che stipularono il patto riuscirono però a beffare l’ingenuo Lucifero mandando un animale qualsiasi ad attraversare per primo il ponte. Fu un maiale, una capra, una pecora o una gallina? Non si sa. Si sa però che il Demonio, per la rabbia, si gettò nel fiume sottostante. Tutto questo a dimostrazione che poi alla fine:
l’uomo ne sa sempre una più del Diavolo.
Il Fiume Fiora, che si snoda lungo tutto il perimetro del Parco, si tuffa nello splendido Laghetto del Pellicone, luogo dalla bellezza così scenografica da essere perfetto per set cinematografici.
Ve lo ricordate il film “Tre Uomini e una Gamba”? La scena memorabile del balletto di Aldo, Giovanni e Giacomo è stata girata proprio qui. Anche Massimo Troisi e Roberto Benigni scelsero questo lago per girare la scena dell’incontro dei due protagonisti con Leonardo da Vinci nel film “Non ci resta che piangere“.
Vulci e il suo territorio tra Canino e Montalto di Castro, è anche un’occasione di relax, di benessere e di buona cucina. Chi ama lo sport e le attività all’aria aperta, può trovare sentieri erbosi, tratti di antiche strade tra ruderi tufacei e bellezze nascoste, luoghi ideali per camminare, fare trekking o mountain bike.
Chi ama invece scoprire i piccoli borghi, può raggiungere il borgo di Canino dove degustare l’omonimo olio extravergine di oliva DOP. Se invece la giornata volge al tramonto, non c’è niente di meglio che raggiungere Montalto di Castro e passeggiare lungo il litorale sabbioso e selvaggio della costa tirrenica.