Nei pressi di Montalto di Castro, a 120 chilometri da Roma, ci troviamo davanti a quella che fu una delle più potenti e grandi città-stato dell’Etruria, Vulci dove ancora oggi sono ben conservati sia i resti etruschi che quelli del periodo della dominazione romana.

Vulci, città economicamente florida, grazie anche ai contatti commerciali con la Grecia e l’Oriente che ne influenzarono la cultura dalla fine del VII e per tutto il VI sec. a.C., vide fiorire numerose botteghe artigiane per la lavorazione della pietra, del bronzo e della ceramica.

L’area archeologica è avvolta dalla cinta muraria originaria (IV sec. a.C.), formata da solidi blocchi regolari di tufo che per secoli ha protetto la città, il podio di un imponente tempio etrusco in blocchi di tufo (V sec a.C.), vari ambienti di una domus signorile tardo repubblicana ed un piccolo tempio (sacello) dedicato ad Ercole.

Sulla sponda opposta del pianoro di Vulci si erge, isolato a dominare la profonda ansa del Fiora, il magnifico Ponte dell’arcobaleno (III sec. a.C.) con i suoi 30 mt. di altezza che costeggia il maestoso castello medievale della Badia che nel XIII sec. sembra sia stato di proprietà dei Templari.

Nelle sale del castello è stato allestito il Museo Etrusco.

All’interno del Parco sono comprese le grandi necropoli che occupavano l’area a nord della città.

L’oasi, voluta dal WWF, si estende lungo il fiume Fiora dove, grazie ad una cascata, si è creato il piccolo laghetto balneabile del Pellicone.

Diverse sono le opportunità per visitare il parco naturalistico archeologico di Vulci, oltre ai più semplici sentieri che percorrono il pianoro dell’antica città etrusca. Tra i percorsi più suggestivi il trekking organizzato lungo le sponde del fiume Fiora, che intreccia l’itinerario archeologico a quello naturalistico, alla scoperta di paesaggi sempre diversi della maremma etrusca. Per gli appassionati delle due ruote, all’interno del parco, è possibile effettuare visite guidate pedalando in mountain bike attraverso gli scavi archeologici per giungere, percorrendo strade di campagna, alle tombe etrusche.

Se invece amate i cavalli e volete rivivere le tradizioni dei butteri della maremma, lo potete fare accompagnati da guide equestri convenzionate con il Parco.

Da non perdere la passeggiata percorrendo uno dei sentieri che si snodano all’interno dell’Oasi naturale gestita dal WWF lungo il corso del Fiora.

 

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