Il gusto del gioco e della sorpresa, sono queste le prime sensazioni ed emozioni che suscita Villa Lante a Bagnaia. È una delle più significative architetture immerse nel verde del Cinquecento Italiano, uno splendido parco ricco di fontane artistiche in uno dei più bei giardini all’italiana.
Nel 2001 la Villa ha infatti ricevuto il riconoscimento di “Parco più bello d’Italia”.
Siamo nella parte estrema del borgo medievale di Bagnaia, una frazione di Viterbo ai piedi dei Monti Cimini. La Villa occupa oltre 20 ettari. L’accesso è preceduto da un arco posto alla fine di una rampa di gradini, eretto nel 1772.
Villa Lante rende questo angolo della Tuscia molto suggestivo. Il parco è di straordinaria bellezza e conserva uno dei giardini all’italiana più famosi al mondo. È la metà del Cinquecento quando, grazie al volere e all’intuito del cardinale Francesco de Gambara, inizia la costruzione di fontane, cascate, siepi, giochi d’acqua, nicchie e labirinti. L’architetto che ideò la Villa, in stile manieristico, fu Jacopo Barozzi da Vignola, che in quegli stessi anni stava lavorando anche alla realizzazione di Palazzo Farnese a Caprarola.
L’altra figura chiave per Villa Lante fu l’architetto Tommaso Ghinucci da Siena, che seguendo il Vignola lavorò per un decennio a questa struttura, dopo aver completato le sue opere idrauliche a Villa d’Este a Tivoli.
Non è una Villa vera e propria ma due edifici gemelli posti sullo stesso lato, aperti al piano terra e caratterizzati ognuno da logge a tre grandi arcate. Le logge sono affrescate, rispettivamente, con vedute delle più importanti ville cinquecentesche laziali e volte a grottesche, opera di Raffaellino da Reggio, e con vedute marine opera di Agostino Tassi. All’interno dei due edifici si possono anche ammirare paesaggi di Antonio Tempesta e affreschi raffiguranti divinità femminili realizzati dal Cavalier d’Arpino.
L’elemento caratterizzante nel Parco è l’acqua che sgorga da fontane, arricchite da gruppi scultorei e sistemate lungo cinque livelli di terrazze sovrapposte. Al centro del quadrato antistante gli edifici c’è una grande fontana composta da un triplice cerchio di vasche. È la cosiddetta Fontana del Quadrato, sormontata da un gruppo scultoreo attribuito a Taddeo Landini, raffigurante Quattro Mori. C’è poi la Fontana dei Lumini, formata da 70 getti d’acqua che fuoriescono da piccole tazze. E ancora i giardini terrazzati, arbusti e piante ad alto fusto, lecci, platani e querce.
Sulla terza terrazza c’è la Mensa del Cardinale, o Fontana della Tavola. Si tratta di un enorme tavolo di pietra con una cavità centrale in cui scorre l’acqua. Qui il cardinal Gambara, committente del Parco, amava tenere i suoi conviti estivi.
Più avanti s’incontrano giardini segreti e labirinti in un susseguirsi di sorprese e trovate sceniche che stupiscono e disorientano. E poi, la Fontana dei Delfini circondata da siepi di bosso, la Fontana dei Giganti ornata da due colossali statue di fiumi, e la Fontana del diluvio, con l’acqua che sgorga da una grotta.
Uno degli edifici più curiosi e interessanti nel parco è sicuramente la “ghiacciaia“. Si tratta di una costruzione realizzata all’inizio del XVII secolo a forma cilindrica e interrata per quasi 10 metri. D’inverno veniva riempita di neve per mantenere fresche le bevande e i gelati, di cui era ghiotto il Cardinal Alessandro Damasceni Peretti-Montalto, nipote di Papa Sisto V.