Lungo la Via Salaria, uscendo da Roma in direzione del Grande Raccordo Anulare, tra i Quartieri Parioli e Trieste, si trova uno dei parchi pubblici più estesi della città dopo quello di Villa Doria Pamphilj.
La realizzazione del parco e di alcune piccole costruzioni annesse risale al Settecento quando si affermò la cultura del giardino di paesaggio; prima di allora la Villa era sede del Collegio irlandese all’interno di una grande tenuta agricola.
Al periodo settecentesco, in cui la Villa era di proprietà dei Pallavicini, risalgono alcune costruzioni come il Tempietto di Flora e il Belvedere.
La famiglia reale dei Savoia ne entrò in possesso appena dopo l’Unità d’Italia e vi fece costruire le scuderie.
La dedica al nome femminile di Ada si deve però al temporaneo proprietario, il conte Tellfner, che la intitolò alla moglie. La villa fu poi riacquistata dai Savoia ai primi del Novecento.
Dalla metà degli anni Cinquanta Villa Ada è divenuta parco pubblico anche se una parte del giardino con la Villa Reale è sede dell’Ambasciata d’Egitto per via di una donazione fatta dallo stesso Umberto di Savoia.
L’ambiente naturale del parco è molto vario, tra giardini all’italiana, grandi distese di prati e boschetti intricati dove trova riparo e rifugio diversi animali selvatici come volpi, istrici, ricci e scoiattoli.
Nella parte più a valle si trova anche un ameno laghetto artificiale.
Numerose le aree per attività fisica, che i frequentatori della Villa scelgono soprattutto nei fine settimana per praticare footing, ginnastica e mountain-bike.
La Villa essendo dotata di vasti spazi aperti e ombreggiati, è un punto di riferimento per i cittadini di tutta Roma e per i turisti che cercano refrigerio nei periodi più caldi dell’anno.
Durante le manifestazioni dell’Estate Romana, si svolge, nei pressi del laghetto, un Festival di musica etnica molto apprezzato e seguito.