Carri allegorici, feste danzanti, musica e molti eventi festosi e a tema: arriva il carnevale a Roma.
Nel periodo che precede la Quaresima, con la rigidità e morigeratezza di usi che la caratterizza, la capitale rivive un po’ l’atmosfera di una festa che ha origine nell’antica Roma.
Il Carnevale di Roma deriva infatti dai Saturnali, una festa romana che si svolgeva nel mese di dicembre dedicata al Dio Saturno. I festeggiamenti si aprivano con banchetti e sacrifici ed erano caratterizzati da un clima goliardico e lascivo, con cibo in abbondanza e libertà nei costumi. Il clima allegro diventava anche canzonatorio. Le strade si riempivano di travestimenti e maschere con cui chiunque poteva, in quei giorni, fingersi una persona diversa. Le differenze sociali venivano temporaneamente annullate e gli schiavi potevano considerarsi uomini liberi ed eleggere, a sorte, il proprio princeps, una sorta di caricatura della classe nobile a cui veniva assegnato ogni potere. Il princeps vestiva una maschera dai colori sgargianti, in genere rossa e rappresentava Saturno o Plutone.
Secondo un’antica credenza, infatti, le suddette divinità uscivano dal suolo nel periodo invernale, quando la terra era incolta e vagavano senza sosta in una sorta di sfilata carnascialesca. Bisognava dunque offrire loro sacrifici per placarli e fare in modo che tornassero nell’aldilà, da dove potevano proteggere e propiziare le culture durante la stagione estiva.
La festa del Carnevale romano è rimasta di notevole rilevanza attraverso i secoli. Nel XII secolo, durante il cosiddetto “Ludus carnevalarii”, il papa arrivava a cavallo fino a Testaccio per prendere parte alle cerimonie propiziatorie; mentre le famiglie nobili di Roma e dei paesi vicini davano vita a palii, giostre, duelli e tauromachie.
Ma fu a metà del Quattrocento che grazie a papa Paolo II il Carnevale di Roma divenne un evento di fama mondiale. Paolo II, al secolo Pietro Barbo, diede vita ad un faraonico carnevale dal costo di 400 fiorini d’oro. La festa si svolgeva principalmente lungo l’antica Via Lata con cortei allegorici. Il lungo tratto che collegava Porta del Popolo a piazza Venezia, dove aveva sede la residenza papale, si prestava anche per un altro stravagante gioco. Lungo la via, che da quel momento cambiò il nome da Via Lata a Via del Corso, si svolgevano, durante il periodo di Carnevale, delle corse sfrenate di cavalli, asini ma anche giovani, vecchi, ebrei. In clima era esuberante e beffardo e ricordava il carnevale delle origini.
Un’altra corsa molto attesa da nobili e popolo, che resterà in voga fino alla fine dell’Ottocento era la Corsa dei cavalli berberi. I cavalli raggruppati a piazza del Popolo venivano letteralmente lanciati lungo la via aizzati da spilli, in una corsa furibonda che veniva accompagnata dalle urla della gente, fino a piazza Venezia.
A chiusura del Carnevale vi era la Festa dei Moccoletti. Al grido di “Mor’ammazzato chi nun porta er moccolo” una lunga parata di gente con la propria candela sfilava lungo le vie principali della città, cercando di spegnere la lanterna del vicino. Lo sfortunato che si trovava con la candela spenta, veniva preso di mira con scherzi, ingiurie e canzonature.
Il clima di festa, di libertà e di sovvertimento degli ordini costituiti era reso proprio dalle maschere con cui veniva camuffato sesso, identità e status sociale.
Nessuno rinunciava a mascherarsi e a partecipare ai festeggiamenti chiassosi e irriverenti, persino personalità pubbliche, artisti e personaggi illustri.
Tra le maschere tradizionali vi era Rugantino, il bullo di Trastevere, Meo Patacca, il nobile credulone Cassandrino, il dottor Gambalunga e il generale Mannaggia la Rocca che comandava un esercito di straccioni e millantava imprese eroiche mai compiute. Tra le maschere femminili vi era la Zingara e la Pulcinella romana.
Oggi il Carnevale romano ha dei connotati decisamente più pacati, ma il gusto per il travestimento e il clima goliardico e di festa continua a sopravvivere.
I giorni clou del Carnevale quest’anno cadranno il 27 febbraio Giovedì Grasso, il 2 marzo la domenica di Carnevale e il 4 marzo Martedì Grasso e ultimo giorno di Carnevale.
In quei giorni la città si riempirà di sfilate in maschera, carri colorati, spettacoli teatrali, eventi a tema nei musei e nelle biblioteche, per grandi e piccini e molte altre kermesse di musica e spettacolo, in location d’eccezione e all’aperto.
Tra gli eventi nel 2025 da non perdere in città vi segnaliamo La Tarantella del Carnevale presso l’Auditorium Parco della Musica, domenica 2 marzo, nel tardo pomeriggio. La Tarantella, giunta alla sua nona edizione, è una festa per grandi e piccini, con musica e balli.
Anche il Bioparco partecipa al Carnevale con un ingresso speciale l’11 febbraio. Ingresso ridotto per tutti i bambini mascherati ed un’interessante visita guidata gratuita della durata di 45 minuti dal titolo ‘I vestiti degli animali’.
Non mancate di gustare in questi giorni i dolci tipici del Carnevale romano come le frappe, già conosciute nell’antica Roma con il nome di frictilia, le castagnole romane fritte e i bocconotti, pasticcini di pasta frolla ripieni di cannella, ricotta e frutta candita.
Buon Carnevale a tutti!