In una regione come il Lazio, così ricca di contenuti culturali, oltre che religiosa, è possibile individuare molteplici percorsi tematici che conducono il visitatore attraverso un viaggio spirituale; ad esempio la stessa Tuscia viterbese è contraddistinta non solo dalle vie romee più interessanti e ricche di significato ma da una serie di suggestivi paesaggi, borghi e siti di interesse storico-naturalistico da essere, a ragion veduta, tra i set cinematografici più amati dai registi.
E dunque quale migliore occasione, di questo nuovo inizio, per scrollarsi di dosso i lunghi mesi di clausura e lasciarsi condurre alla scoperta di realtà poco conosciute e scarsamente frequentate, a due passi dalla capitale? Luoghi dove l’incanto e la magia sono rimasti intatti, fermi nel tempo, in attesa di chiunque cerchi la pace e la serenità nel silenzio e nell’equilibrio della natura?
Infatti presso il comune di Vetralla, a pochi chilometri a sud del capoluogo viterbese, si estende nella Riserva naturale del Lago di Vico, la folta faggeta del monte Fogliano, la cui maestosa grandezza e l’antica presenza umana, rendono questo luogo una vera e propria favola di facile percorrenza: attraverso i sentieri che gradualmente conducono nel cuore del bosco, si rimane senza parole di fronte all’immensità degli alberi talmente alti da scorgere solo alcuni lembi dello splendido cielo sovrastante.
Qui ogni stagione riserva un’armonia di sfumature e il fascino di un piccolo universo che ciclicamente si rinnova: la primavera, con le variopinte fioriture; l’estate, con l’ombra dei faggi; l’autunno, con i colori del foliage, il muschiato profumo delle castagne e dei funghi; l’inverno, con il candore della neve, tutto concorre a creare un magnifico quadro scaturito dalla capricciosa tavolozza di un sapiente regista.
E allora, perché no, inoltriamoci in questa foresta incantata per raggiungere una delle due tappe di questo singolare viaggio: il convento di Sant’Angelo, sorto nel 1744 sulle ceneri di un antico oratorio, dapprima benedettino e poi francescano. Nonostante l’ottocentesca campagna di soppressione degli ordini religiosi, il cenobio è sopravvissuto fino ai nostri giorni seppur con ampliamenti e restauri.
Poco lontano si erge in tutta la sua monolitica semplicità l’eremo di San Girolamo, luogo di intensa e spoglia spiritualità. Le fonti narrano che il sito completamente scavato nella roccia fu dimora di Fra Girolamo Gabrielli che nel 1525 vi si ritirò in penitenza e ne fece la sua casa.
Il complesso si articola in diversi ambienti rappresentasti da una chiesetta, alcuni vani e una cisterna. Il lavoro, svolto da maestranze locali, fu ultimato a ridosso del Sacco di Roma del 1527, quando le truppe lanzichenecche al seguito di Carlo V, depredarono quanto incontrato lungo la strada che portava alla città eterna. Il romitorio non fece eccezione così da indurre il santo ad abbandonarlo, e come tradizione vuole, rifugiarsi presso la propria città natale elargendo il suo cospicuo patrimonio ai poveri.
Di ritorno da questa esperienza sarete talmente rinfrancati e soddisfatti da chiedervi, curiosi, quale potrebbe essere il vostro prossimo itinerario. Volete un consiglio? Restate collegati perché continueremo a raccontarvi di sentieri, principi e santi ma per il momento … buon cammino!
INFORMAZIONI
Pro Loco Vetralla
Sito web: www.prolocovetralla.it