Si apre un sipario candido sugli Altipiani di Arcinazzo: inizia lo spettacolo della neve ad Arcinazzo Romano, Trevi nel Lazio e Piglio. Sorvoliamo la zona dei monti Simbruini e lasciamoci ammaliare dal manto luccicante dell’inverno!
Siamo a soli 800 metri d’altitudine e l’atmosfera è da alta montagna sugli Altipiani di Arcinazzo. L’inverno si fa sentire con le sue pennellate di bianco sugli abeti, i guardiaparco dell’area naturale.
Grondano soffici stalattiti dai rami mentre il sole gioca a nascondino con la natura.
Surreale il monte Scalambra, pinticchiato di neve e circondato dalla nebbia che nasconde i suoi vicini di casa sui monti Ernici! Costellato di grotte, il massiccio dello Scalambra è avvolto in un’aurea di sacralità sin dal lontano 1200, calcato da molti seguaci di San Francesco d’Assisi.
Seguiamo via delle Pioppelle per raggiungere Piglio, splendidamente incolore se non fosse per i tronchi bruni lungo la strada.
E finalmente giungiamo a Piglio, per scorgere il panorama fin dove arriva lo sguardo, sbirciando tra i tetti spolverati di neve come un pandoro dallo zucchero a velo! Siamo a 650 metri di altitudine, in un piccolo borgo aggrappato a uno sperone roccioso del monte Scalambra. Le stradine si arrotolano “a spina di pesce” fino alla parte più alta per toccare le rovine del Castello Orsini.
Stregati dalla luna, arriviamo a Trevi nel Lazio per goderci il panorama imbiancato del borgo ciociaro fino al monte Viglio, note d’inverno che echeggiano nella natura incontaminata dei monti Simbruini.
Due passi nel borgo e continuiamo a dire “Oh”! Esplode l’antichità del Castello Caetani, così canuto. Forse sorto nell’anno Mille, nel 1200 passò dalle mani dei Papi a quelle della famiglia de Rubeis, per poi arrivare finalmente in quelle di Pietro Caetani. La famiglia Caetani gli fece vivere il suo massimo splendore fino alla fine del 1400, quando tornò ad essere proprietà della Chiesa. Alla fine del 1700, le case gli si addossarono fino ad inglobare una parte del castello. Nel 1900 fu trascurato fino al lungo restauro iniziato nel 1984. Oggi il Castello Caetani è visitabile.
Non indugiamo oltre e raggiungiamo l’Arco di Trevi, meravigliosamente immerso nella neve. Siamo al cospetto di un acquedotto romano, costruito tra le faggete degli Altipiani di Arcinazzo tra il III e il II secolo a.C. per separare le terre degli Equi da quelle degli Ernici.
Si è fatto davvero tardi. Godiamoci il tramonto tra romantiche sculture di neve, un acquerello di vibranti emozioni sui monti Simbruini!