Immersa nel Parco Naturale dei Monti Simbruini, Subiaco è la culla del monachesimo benedettino e della stampa in Italia. È anche il luogo che Nerone scelse per la sua villa, resa magnifica dagli specchi d’acqua creati imbrigliando le acque del fiume Aniene, tra il verde intenso dei boschi e l’imponenza della roccia. Subiaco è la ventesima Bandiera Arancione del Lazio, promossa dal Touring Club Italiano, e tra I Borghi più Belli d’Italia.
Tra storia e leggenda, Il nome deriva da Sublaceum, che vuol dire sotto i laghi, secondo la definizione attribuita dallo scrittore latino Tacito alla Villa di Nerone. È storia invece che San Benedetto, Patrono d’Europa, ne fece il luogo del suo eremitaggio, vivendo per tre anni in una grotta inaccessibile in montagna, il Sacro Speco.
Il Monastero fu eretto molto più tardi per custodire la piccola caverna. È un luogo mistico che il Petrarca definì ‘la soglia del Paradiso’, quasi mimetizzato nella roccia a picco sulla valle. Si raggiunge a piedi in un paesaggio silenzioso e il “premio” è sublime. All’esterno c’è una vista magnifica, all’interno s’incontrano due chiese sovrapposte tutte affrescate. E poi la discesa fino alla cappellina che conserva l’unica immagine di san Francesco ritratto ancora in vita, senza aureola né stimmate, e al roseto. Qui si narra che San Francesco fece fiorire i rovi sui quali san Benedetto cercò la libertà dalle tentazioni carnali.
Dei tanti monasteri voluti da Benedetto da Norcia nella valle sublacense, l’unico sopravvissuto è Santa Scolastica. Modificato nel tempo, la visita ora riserva grandi sorprese. Ci sono tre chiostri, romanico, gotico e rinascimentale, una torre campanaria svettante, la chiesa neoclassica costruita nel ‘700 sul luogo del primitivo oratorio e una Biblioteca d’eccezione. Quest’ultima è ora un Monumento Nazionale visitabile e custode di codici miniati, manoscritti, pergamene e volumi di altissimo valore. Per i benedettini la parola scritta aveva un’norme importanza e la biblioteca era il luogo giusto per conservare i testi. Così a Santa Scolastica nel 1465 due stampatori di Magonza, allievi di Gutemberg, il padre europeo della stampa odierna a caratteri mobili, impiantarono la prima tipografia in Italia, e naturalmente il primo libro stampato.
Imperdibile una passeggiata nel centro storico di Subiaco per visitare la Chiesa e il Convento di San Francesco d’epoca trecentesca. Lì vicino, il Ponte di San Francesco, vincitore per la categoria ‘ponti’ a Cannes del Concorso #setofculture. E poi la Rocca dei Borgia, medievale all’origine, che domina dall’alto il borgo. Secondo alcuni storici fu tra queste mura che, da papa Alessandro VI e Vannozza Caetani, alla fine del ‘400 nacquero Cesare e Lucrezia Borgia. A questa affascinante e intelligente nobildonna rinascimentale è dedicato l’intero mese di Settembre, con un ricco programma di celebrazioni a Subiaco.
A circa 1400 metri, il Monte Livata appartiene alla catena dei monti Simbruini nel comune di Subiaco. Ospita un comprensorio sciistico articolato su due zone e contornato dai boschi di faggio.
La Bandita, o semplicemente Livata, è nella parte più bassa e comprende le aree dell’Anello e della Valletta. Tra gli impianti sportivi, c’è la slittinovia su rotaia. Campo dell’Osso è a una quota maggiore e include la Fossa dell’Acero. La stazione sciistica di Campo dell’Osso propone piste da discesa di ogni livello, sci nordico e ciaspolate. Le escursioni in autunno sfoggiano panorami mozzafiato durante il foliage!
Fiume e montagna sono un connubio perfetto per una cucina gustosa e ricca. Dalla tradizione pastorale, Ju pappaciúccu è un’energetica pietanza con cavoli neri lessati e impastati con pizza di granturco e pane raffermo. C’è poi ju fallò, un pane con farina di mais. Non può mancare la pulènna co lle spuntature de porcio, la tròtta n’ guazzetto e dei memorabili biscottini di mandorle ricoperti di glassa, i subiachini.