La Sinagoga nell’antico ghetto ebraico è uno dei luoghi simbolo della cultura ebraica a Roma.
Dopo il 1870 e la fine del potere temporale a Roma, Vittorio Emanuele II concesse la cittadinanza ai romani di cultura ebraica dando il permesso di costruire una grande Sinagoga. La comunità degli ebrei risiede a Roma dai tempi precedenti alla Diaspora e per questo è la più antica comunità europea.
Era la fine dell’Ottocento e Roma era stata da poco acquisita dallo Stato Italiano unito dal Risorgimento che l’aveva voluta capitale. Anche per questo gli ebrei romani vollero che il Tempio Maggiore fosse costruito tra i due colli simbolo del riscatto, il Gianicolo e il Campidoglio: il primo, teatro delle violente battaglie della Repubblica Romana; il secondo, punto di riferimento centrale della cultura civica di Roma.
La Sinagoga venne eretta nel quartiere in cui gli Ebrei per tanti secoli erano stati segregati, nel rione Sant’Angelo, di fronte all’Isola Tiberina, ed è ben visibile da entrambi i colli.
Il progetto per la sua costruzione fu indetto nel 1889, quando in tutto il quartiere erano in atto lavori di ricostruzione, bonifica e ammodernamento.
Il Tempio avrebbe dovuto “innalzarsi fieramente fra le costruzioni della nuova città” e doveva avere un carattere monumentale e severo, acquisendo al contempo la funzione di luogo di culto e di simbolo dell’emancipazione conquistata.
La Sinagoga romana rappresenta una delle sinagoghe monumentali del Novecento presenti in Italia.
I lavori di costruzione, su progetto di Vincenzo Costa e Osvaldo Armanni, iniziarono nel 1901 e si conclusero tre anni dopo.
L’edificio si presenta di grandi dimensione e in cima, su una base quadrata, svetta una cupola in alluminio, ben riconoscibile nello skyline e tra le altre cupole della città. Lo stile della Sinagoga rappresenta una sorta di unicum architettonico a Roma.
Complessivamente è realizzata in stile eclettico, con una fusioni di elementi greci, assiri ed egizi, volendo dare l’impressione di un edificio di culto orientale.
La Sala del Tempio è posta ad un livello leggermente rialzato rispetto al piano stradale. Ha una forma a croce greca, con una base centrale quadrata e conserva al suo interno diversi oggetti provenienti dalle cinque Scole. Le cinque Scole erano le piccole sinagoghe presenti nel quartiere prima della costruzione del Tempio Maggiore, rase al suolo nel momento in cui fu costruito il grande edificio di culto. Le sinagoghe romane erano espressione di cinque comunità ebraiche: castigliana, catalana, siciliana, nova e italiana.
L’ampio piano principale ha due navate laterali ed è preziosamente decorato. In alto, lo spazio riservato alle sole donne: il matroneo.
Le vetrate del Tempio sono in stile liberty, opera del maestro Cesare Picchiarini, collaboratore di Duilio Cambellotti.
A seguito della deportazione del 16 ottobre 1943 la Sinagoga venne chiusa, per essere riaperta con la fine del conflitto mondiale.
Il 13 aprile 1986 Papa Giovanni Paolo II venne accolto nel Tempio Maggiore dal Rabbino Capo Elio Toaff. Fu la prima visita di un Papa in un luogo di culto ebraico.
Negli ambianti sottostanti il Tempio, è allestito il Museo ebraico di Roma. Il museo espone la sua collezione sin dal 1960 ma dal 2005 è stato realizzato un nuovo allestimento, con l’ampliamento di un’area. Nel Museo è ricostruita la vita della comunità ebraica a Roma, fin dalla sua comparsa.
La maggior parte delle opere esposte risalgono all’epoca del ghetto ebraico (1555-1870).
Tra gli elementi della collezione vi sono importanti oggetti d’arte: una collezione di argenti romani del 1600 – 1700, tessuti preziosi, pergamene miniate, manoscritti e incunaboli.
La raccolta di tessuti liturgici è di particolare pregio e raccoglie circa 900 pezzi.
Una sorta di unicum a Roma, con stoffe provenienti dalle maggiori manifatture europee, tra Seicento e Novecento.
In una sala del Museo è ricostruita la struttura del ghetto ebraico attraverso un’applicazione istallata su un tavolo interattivo, che fa parte dell’allestimento permanente.
Sempre nel seminterrato del Tempio, si trova il Tempio Spagnolo. Si tratta di un oratorio dedicato al rito spagnolo officiato a Roma almeno sin dal 1492, anno in cui arrivarono nella capitale gli ebrei espulsi dalla Spagna. Nel 1932 il Tempio Spagnolo venne ospitato nella Sinagoga e fu abbellito con i preziosi marmi provenienti dalla Cinque Scole.