Settefrati si affaccia sulla vallle di Comino da uno sperone del monte Cavallo. A quasi 800 m di altezza, è il punto di accesso al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise per raggiungere il Santuario della Madonna nera di Canneto.
All’ombra dei monti che toccano i 2000 metri nel Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise abitano orsi, lupi e camosci. Con un buono zoom, non è difficile immortalare i cervi. Una strada panoramica di 10 km porta al Santuario della Madonna di Canneto.
Il Santuario della Madonna di Canneto è a quota 1000, alle falde del monte Meta. Fu costruito dai monaci benedettini sui resti di un tempio pagano dedicato alla Dea Mefiti. Custodisce un raro tesoro, la statua lignea della Madonna Nera di Canneto.
La statua lignea della Madonna Nera di Canneto forse risale al XII e XIII secolo, ma sicuramente fu protagonista di un fatto miracoloso. Si narra che apparve a una pastorella e le chiese di far erigere una chiesa in quel punto. Quando tentarono di spostare la statua, rimase impresso il ‘Capo della Madonna’ su una roccia. La Vergine voleva di rimanere vicino al Canneto.
I pellegrini tornano a trovarla il 22 agosto alla Festa di Maria Ss.ma di Canneto. La celebrazione dura per una settimana e il momento clou è la Processione a piedi in notturna con il trasporto della Madonna dalla Chiesa di Santo Stefano.
Le stradine strette e ripide nel centro storico di Settefrati portano alla Chiesa di Santo Stefano Protomartire. In una teca è custodita la Statua Vestita della Madonna Bianca. Rimane coperta dal 29 agosto fino al 14 agosto dell’anno successivo, quando è portata in processione alla Madonna di Canneto. La chiesa di Santo Stefano nacque come cappella del castello sulla sommità del colle, da cui partiva la cinta muraria. Tra i resti del Castello di Settefrati, spiccano i ruderi della Torre Medievale. Sorse sul punto più alto del paese tra il XII e il XIII secolo come punto di avvistamento. Di fronte alla chiesa c’è un grande tiglio, uno degli Alberi Monumentali Italiani.
Settefrati nasce nell’Alto Medioevo sui resti di Vicus, un antico insediamento preromano. Il toponimo curioso ricorda i sette figli martiri di Santa Felicita, uccisi a Roma nel 164 d.C. nelle persecuzioni contro i Cristiani. All’ingresso del borgo di Settefrati, è stata dedicata a Santa Felicita una piccola chiesa. La Chiesa della Madonna delle Grazie custodisce nell’atrio una raffigurazione del Giudizio Universale che, si dice, ispirò Dante per scrivere la “Divina Commedia”.
È imperdibile la Chiesa della Consolazione, nota come La Tribuna, sorta nel XVI secolo per onorare la Vergine Maria Consolatrice. “La Tribuna” si riferisce a un elemento architettonico all’interno riconducibile a una tribuna o a un matroneo, forse utile a ospitare il coro.
Tra i piatti ciociari della cucina povera contadina, anche a Settefrati sono in tavola Sagne e Fagioli. Le “sagne” sono un tipo di pasta fresca fatta a mano farina, acqua e sale, poi tagliato nelle tipiche strisce irregolari, larghe e corte. La ricetta risale al 1600 ed è stato uno dei piatti preferiti di Marcello Mastroianni. Le adorava brodose e con il sugo.
Il “Pan Moll” è un altro piatto tradizionale a Settefrati, un piatto “di recupero” del pane raffermo. Il pane casereccio è cotto con verdure, legumi e cotiche di maiale. Un filo d’Olio EVO della Valle di Comino e il gioco è fatto! Questo olio è prodotto a Settefrati, San Donato Val di Comino e Alvito con il cultivar Oliva Marina. Il sapore è amaro e piccante, con un retrogusto che ricorda la mandorla, il carciofo o il pomodoro verde.