L’acqua caratterizza la Ciociaria, tra cascate sopra e sotto terra, laghi e terme. E poi i fiumi, tanti: Amaseno, Aniene, Liri, Melfa, Rapido e Sacco. Non riposano mai, sempre allerta tra le rocce, pronti a disegnare il profilo ciociaro e a squarciarlo d’improvviso con cascate irruente. È sempre acqua ma cambia la sua espressione in natura e così la sua voce. Seguiamo l’eco del Liri nei quattro borghi che portano il suo nome: Castelliri, Fontana Liri, San Giorgio a Liri e Isola del Liri.
Partiamo da Castelliri. È ai piedi dei monti che portano fieri il nome degli Ernici, il popolo che l’abitò prima d’essere colonia romana nel 305 aC. Sotto terra si celano grotte ancora poco note sovrastate dal centro nuovo, all’ombra del borgo antico in collina. In questo borghetto cresce l’aglio rosso di Castelliri.
Assaggiate una rivisitazione dei classici spaghetti ajo, ojo e peperoncino. Il suo sapore deciso dal retrogusto piccante impreziosisce anche i grandi classici della cucina italiana tanto da essere nell’elenco nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali.
Raggiungiamo Fontana Liri, dove si narra sorgesse la villa di Scipione l’Africano alla sorgente sulfurea. Siamo nella terra natìa di due famosi artisti. Il primo è Umberto Mastroianni, le cui sculture sono esposte nei musei di Roma, Londra e New York. E poi suo nipote Marcello, sex symbol e protagonista del grande schermo tra gli anni 50 e 70 ne “La dolce vita” e “8 e mezzo” di Fellini, tra i tanti. Indimenticabili le scene in coppia con Sophia Loren e altri grandi interpreti della Settima Arte del calibro di Nino Manfredi e Alberto Sordi.
Un filo conduttore da Oscar percorre la valle del Liri dove la cicogna ha lasciato Vittorio De Sica, un altro grande interprete della commedia all’italiana. Siamo a Sora, dove il fiume Liri è co-protagonista con la maestosa Rocca di San Casto e Cassio, o Rocca Sorella, straordinaria terrazza sulla valle del Liri dal VI secolo aC.
Ma torniamo ai nostri borghi intitolati al Liri e raggiungiamo San Giorgio a Liri. Anche qui l’acqua la fa da padrona. Tra verdeggianti querce e faggi, fa capolino il laghetto di San Giorgio, un minuscolo lapislazzulo nel Monumento Naturale Parco dei Mulini. In questo angolo di bellezza naturale emerge la statua della Madonna, immersa nelle acque lacustri dal 1982. Un dettaglio inatteso che dona un fascino spirituale al minuscolo borgo ciociaro.
Ed ecco Isola del Liri. Lo spettacolare centro storico nasce nel Medioevo ai piedi della Cascata Grande, 27 metri d’irrefrenabile potenza della Natura. È un’isola, una lingua di terra tra i due bracci del Liri. Sin dall’anno Mille, il castello Boncompagni Viscogliosi obbliga il Liri a formare due rami che si srotolano in due cascate in pieno centro storico: la Cascata Grande, o Verticale, e la Cascata del Valcatoio. L’acqua e la luce giocano a rincorrersi dipingendo arcobaleni che aprono il cuore.
Lasciare le proprie orme in questi luoghi significa costeggiare la via che percorse San Benedetto, a pochi passi dalla Certosa di Trisulti a Collepardo, l’Abbazia di Casamari a Veroli e l’Abbazia di Montecassino a Cassino. D’altronde in Ciociaria i fiumi sono stati un punto di riferimento per chi seguiva a passo lento il proprio destino, come il Santo di Norcia, i viandanti e i pellegrini in cammino verso Gerusalemme sulla Via Francigena del Sud.
Le quattro storie che scorrono nel Lazio creano un canto polifonico che echeggia tra i monti. È poesia. Le storie s’intrecciano, le poesie s’accavallano. L’eco diventa un grido di bellezza.