Arroccata su una collina che domina l’ultimo tratto della Valle del Liri, San Vittore del Lazio è l’ultima tappa nel Lazio della Via Francigena del Sud – Direttrice Prenestina Casilina al confine tra Lazio, Campania e Molise.
Il centro storico è cinto dalle mura medievali, di cui restano tracce evidenti e aperture lungo il camminamento, con un panorama infinito verso le Mainarde e gli Aurunci. Un vero gioiello, giusto vanto degli abitanti, è la chiesa di San Nicola restaurata nel 2022. Sulle sue navate si possono ammirare le stratificazioni di affreschi che risalgono al Mille e i notevoli cicli pittorici trecenteschi delle opere di misericordia e del martirio di Santa Margherita d’Antiochia.
L’altra chiesa importante di San Vittore, Santa Maria della Rosa, più volte ricostruita, ha un pulpito molto interessante decorato con sculture e mosaici e un campanile posto al centro della facciata esterna.
Non mancano testimonianze preromane: poco lontano dall’abitato sulle pendici del Monte Sammucro i resti di mura di un insediamento sannitico avvalorano l’ipotesi che si tratti della città di Aquilonia, distrutta nel III secolo a. C.
Una vera curiosità è l’albero di Natale, disegnato sulle pendici del monte Sammucro con migliaia di lampade, accese il giorno dell’immacolata, l’8 dicembre di ogni anno, fino alla befana, per illuminare ogni notte il magico periodo natalizio Sanvittorese. L’imponente abete luminoso, visibile dall’autostrada del Sole, è alto 475 metri ed è entrato nel Guinness dei Primati nel 2002, riconoscimento della illustre società londinese Guinness World Records.
La gastronomia locale è quella tipica ciociara ricca delle tradizioni del mondo contadino. Le ricottine e la trippetta alla sanvittorese sono delle vere specialità.