I caratteristici vicoli affrescati di Sambuci si snodano nella valle dell’Aniene, tra i monti Tiburtini e i monti Ruffi. Il borgo è impreziosito dal Castello Theodoli con il suo splendido giardino all’italiana. Il toponimo deriva dalla pianta di sambuco, un tempo rigoglioso e utilizzato come medicina e per aromatizzare i liquori.

Castello Theodoli a Sambuci

Castello Theodoli a Sambuci

Il Castello Theodoli risale all’Alto Medioevo come struttura difensiva e di controllo della valle dell’Aniene. All’inizio del 1600, diviene proprietà della famiglia Astalli. Il cardinale Camillo Astalli lo trasforma in un palazzo nobiliare, aggiungendo la loggia e trasformando il verde in giardini all’italiana. Le due diverse architetture sono ancora oggi visibilmente affiancate.

Castello Theodoli - Ig @visit_valdaniene

Castello Theodoli – Ig @visit_valdaniene

I 50 mila mq di giardino sono oggi adibiti a parco comunale. Le siepi sono modellate per raffigurare i simboli delle due casate degli Astalli, con i tre cerchi, e dei Theodoli con le ruote. Passeggiando nel verde s’incontrano quattro statue che rappresentano le quattro stagioni.

L’interno ha un fascino fiabesco con il pavimento in ceramica e le sale affrescate, tra gli altri, da Giovan Angelo Canini, discepolo del Domenichino. Le guide in costume dell’epoca vi accompagnano nella visita del castello. Si narra che aleggi da tempo immemore un fantasma. È la Signoraccia, detta anche Pantasema del Fontanone. Si narra che il fantasma fosse una bellissima donna che lavorava nel castello e custodiva un misterioso tesoro del suo padrone. Lei desiderava sposare il suo amato ma il marchese mandò in frantumi il suo sogno avvalendosi dello Ius Primae Noctis. Il futuro sposo morì nel tentativo di uccidere il marchese e la bellissima fanciulla si tolse la vita per la disperazione, giurando vendetta al nobile. Da allora il fantasma della donna aleggia tra le stanze del Castello Theodoli. Nessuno è riuscito mai a sapere dove fosse nascosto il tesoro del marchese, nemmeno la marchesa Maria Theodoli che, si dice, lo chiedesse ai cipressi nel parco.

Maria SS. Bambina si celebra l’8 settembre per tre giorni in ricordo della nascita della Beata Vergine. Tra gli eventi folcloristici e la suggestiva Processione notturna con fiaccole e candele, l’ultima sera si dà fuoco alla Signoraccia, una grossa dama di carta pesta. È la rievocazione di un antico rito pagano, un addio all’estate e un augurio per le stagioni fredde. La “fantasima”, ovvero la rappresentazione del male, prende le sembianze di un grande fantoccio bruciato alla fine di una festa, tra canti e balli. A Sambuci la “fantasima” si identifica con il fantasma nel Castello Theodoli.

Sambuci - @prolocosambuci

Sambuci – @prolocosambuci

L’intero borgo di Sambuci cambiò assetto grazie alla famiglia Astalli, meravigliosamente racchiuso tra le mura con accesso da due porte. È attraversato da via Girolamo Theodoli, la strada principale un tempo completamente affrescata. Oggi ritroviamo ancora alcuni affreschi.

Sambuci - Facebook @prolocosambuci

Sambuci – Facebook @prolocosambuci

“Nec petias turpia rogatus nec facie”

Su una delle due torri cilindriche a piazza Roma si legge il monito “non desiderare cose indegne e non farle anche se sei spinto a farle”. Alcuni lo attribuiscono al cardinale Camillo Astalli. Altri pensano sia un utile consiglio agli uomini su come comportarsi con le donne.

Nel 1800 il Palazzo e il borgo passano nelle mani della famiglia Piccolomini e poi dei marchesi Theodoli, ai quali è intestata la via principale che attraversa Sambuci. Solo alla fine del 1900 divengono proprietà del Comune di Sambuci. In piazza di Corte, di fronte al Castello Theodoli, si festeggia l’Autunno alla Sagra della Polenta nell’ultima domenica di ottobre. Si degusta il piatto povero principale dei sambuciani con sugo di spuntature e salsicce, e con i broccoli. La Sagra della Polenta coincide con la celebrazione del Patrono San Celso.

Chiesa di San Pietro Apostolo - www.beni-culturali.provincia.roma.it

Chiesa di San Pietro Apostolo – www.beni-culturali.provincia.roma.it

Le reliquie di San Celso sono custodite sotto l’altare maggiore della Chiesa di San Pietro. Fu fondata dai benedettini nella parte alta del paese, sotto il castello. Siamo sul Cammino di San Benedetto e l’origine stessa del paese è legata all’Ordine. Ha un’unica navata e conserva ancora una finestra dalla quale i nobili castellani potevano assistere alle funzioni religiose rimanendo dentro il castello.

 

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INFO UTILI
dist. da Roma 51 km
da non perdere Castello Theodoli
sito web Comune di Sambuci

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