La Riserva Naturale Regionale Nazzano Tevere-Farfa è un’area protetta di circa 800 ettari compresa tra le province di Roma e Rieti.
I confini della Riserva si estendono dal tratto del fiume Tevere in prossimità della centrale idroelettrica Enel di Nazzano fino al monte di Poggio Mirteto e lungo il corso del fiume Farfa fino al ponte di Granica. L’area comprende anche il cosiddetto “lago di Nazzano”.
La Riserva Nazzano Tevere-Farfa è situata nei comuni di Castel Nuovo di Farfa, Fara in Sabina, Montopoli di Sabina, Nazzano, Torrita Tiberina.
L’elemento caratterizzante della Riserva è l’acqua che rende la zona attrattiva per molti animali, in particolare gli uccelli, che qui si possono ammirare in diverse specie ed esemplari.
La Riserva vanta il primato di essere la prima riserva naturale regionale istituita in Italia, nel 1979. La Riserva venne istituita nel territorio di una vecchia Oasi costituita già una decina di anni prima, nel 1968, nella zona del “lago di Nazzano”.
Il “lago” è di origine artificiale e testimonia come in alcuni casi l’intervento dell’uomo può integrarsi con la natura e favorirla.
Tra il 1953 e il 1955 l’Enel edificò una diga sul Tevere per la produzione di energia elettrica, poco più a valle della confluenza con il torrente Farfa.
A monte della diga si innalzò subito il livello dell’acqua, andando a formare una sorta di piccolo laghetto. In verità il bacino è considerato più un rigonfiamento dello stesso fiume. Il “lago di Nazzano” si estende per circa 300 ettari ad ha una profondità che varia tra i 20 e i 100 cm.
Il “lago” è in grado di ospitare un gran numero di uccelli durante la loro migrazione, accogliendo così una notevole avifauna. Vista la sua importanza naturalistica e grazie all’intervento del WWF, in questa zona venne realizzata una “Oasi di protezione della fauna”. A seguito di questo intervento la presenza dell’avifauna sul lago aumentò notevolmente, comprendendo anche specie a rischio di estinzione.
Per questo motivo nella Convenzione di Ramsar la Riserva di Nazzano Tevere-Farfa viene annoverata tra le zone umide di rilevanza internazionale.
La Riserva costituisce un paradiso per gli amanti del birdwatching.
Lungo il fiume sono dislocati molteplici capanni e torrette d’avvistamento. Da lì si possono ammirare esemplari di falco pellegrino, nibbio bruno e l’airone cenerino, che nidificano regolarmente nell’area.
La fauna comprende anche altre specie più comuni ma ugualmente affascinanti. Così si possono seguire gli spostamenti da una sponda all’altra del fiume di nutrie, folaghe e gallinelle d’acqua, tra i canneti e l’ombra creata dai grandi salici, che arrivano fino a pelo d’acqua.
Nella parte di bosco, dove il terreno è più asciutto, tra pioppi ed alberi ad alto fusto, si possono incontrare volpi, cinghiali ed istrici.
Lo spettacolo naturale è da non perdere.
Lungo il corso del fiume si può fare anche un giro in canoa.
Un altro modo per ammirare la Riserva è facendo una bella gita in battello, lungo il Sentiero del Fiume.
I battelli sono due, l’ “Airone” e il “Martin Pescatore”, ospitano 23 posti ciascuno e consentono di ammirare da molto vicino lo splendido paesaggio della Valle del Tevere. Si può effettuare il giro più breve, che dura circa un’ora ed è compreso tra l’approdo di Nazzano e quello di Torrita Tiberina oppure arrivare con il percorso più lungo sino sotto Sant’Oreste.
Una volta scesi dal battello comincia l’escursione lungo due facili sentieri che costeggiano il fiume. I sentieri sono adatti a tutti.
Il sentiero La Fornace è un percorso su passerelle di legno della lunghezza di circa 1,5 Km, molto suggestivo. Ci si può facilmente immergere nei suoni della natura osservando l’accortezza di restare in silenzio. Le passerelle sono molto delicate per cui il sentiero può essere percorso esclusivamente a piedi, non in bicicletta! E’ fatto anche divieto di raccogliere campioni di flora. Il pregio di questo sentiero, che costeggia sia i canneti che le zone a leccio e cerro, è di consentire l’accesso nella zona paludosa e acquitrinosa della Riserva e di perdersi nella fitta vegetazione fluviale.
Il sentiero ripariale di Meana, nell’area omonima, è invece più corto ed è di solo 1 Km. Percorrendo il sentiero potrai incontrare anche una torretta di avvistamento. Anche questo sentiero consente di godere dei diversi habitat della zona, dal laghetto di Nazzano, ai canneti, alla parte umida e ripariale del bosco misto.
Mentre si passeggia nel verde, ci si può fermare per una sosta in una delle diverse aree attrezzate per il pic nic, prendere qualche scatto fotografico e prolungare così la propria gita per l’intera mattinata.
Una volta usciti dalla Riserva si può tornare a Nazzano e visitare il Museo del Fiume.
Il museo ha sede in quelli che un tempo erano le scuderie e gli antichi granai del Castello Savelli.
L’obiettivo del museo è la sensibilizzazione del pubblico al rispetto e alla protezione dei corsi d’acqua, non solo come riserva per l’umanità, ma anche come patrimonio di inestimabile bellezza ed armonia da tramandare alle future generazioni.
Il museo è suddiviso in quattro sezioni: la Sezione Naturalistica, la Sezione Archeologica, la Sala Esposizioni Temporanee e la Sala Polifunzionale.
Lo spazio espositivo ricostruisce dettagliatamente la vita lungo il fiume Tevere e l’ambiente della Riserva Naturale Nazzano Tevere-Farfa.
Tanto che sia attraverso pannelli interattivi che mediante altri strumenti didattici, foto e reperti è possibile praticamente effettuare la visita di tutta l’area interessata, senza bagnarsi i piedi. Il museo ha un alto valore scientifico e presta particolare attenzione alla ricostruzione dell’ambiente composto da microrganismi e insetti che popolano il territorio. La sezione archeologica comprende un’ampia collezione di fossili provenienti da Nazzano e da tutta la Media Valle del Tevere.