La Riserva naturale regionale Monte Rufeno si estende nel territorio del Comune di Acquapendente per 2893 ettari.
La Riserva abbraccia un territorio che va dai 774 m delle “Greppe della Maddalena” ai 235 m del fiume Paglia, al confine con l’Umbria e la Toscana.
Passeggiando nei boschi ci si perde in una macchia verde costituita da molte specie rare e rarissime. In alcune zone la vegetazione è molto fitta, poi alle volte improvvisamente, si arriva nelle aree aperte, spesso seguendo il corso dei molti torrenti che attraversano i boschi.
I giochi di luce, creati dalle acque e dal sole che filtra tra le foglie verdeggianti, sono spettacolari e rimandano a scenari alpini. I fondali trasparenti dei corsi d’acqua e dei fiumi lasciano vedere una fauna ittica ricca e variegata, di cui si nutrono i molti esemplari di uccelli che si possono ammirare. Il silenzio assordante del bosco è interrotto solo dal gorgoglio delle acque e dai richiami dei daini, dei caprioli che corrono tra i rami, dal passo dei lupi.
Di notte è possibile avvistare molti splendidi rapaci come il gufo, mentre di giorno è bene prestare attenzione ai cinghiali.
La fauna locale è infatti estremamente ricca. Basti pensare che nella riserva sono presenti il 30% delle specie italiane e il 54% di tutte quelle presenti nel Lazio. Tra le piante rare troviamo il giglio rosso, il farnetto, il frassinello, alcuni narcisi e alcune specie di orchidee, solo per citarne alcune.
La Riserva è stata istituita nel 1983 dalla Regione Lazio e dal Comune di Acquapendente allo scopo di tutelare non solo i boschi, che si estendono a perdita d’occhio, ma anche un patrimonio di antichi edifici rurali che raccontano la storia recente del territorio.
Accanto alla Riserva, sempre nel Comune di Acquapendente, c’è il Monumento naturale Bosco del Sasseto.
Il bosco è un luogo dal fascino unico, una foresta vetusta dove convivono il faggio, l’olmo, l’acero di monte, il leccio e l’albero della manna.
I rami contorti degli alberi, il muschio che spesso li ricopre interamente, le radici degli alberi che si allungano a dismisura e i massi di grandi dimensioni creano un’atmosfera quasi fiabesca. Il bosco, soprannominato anche “Il Bosco incantato”, è visitabile solo con una guida e pagando un piccolo biglietto d’ingresso. L’ingresso è dalla piazza di Torre Alfina, il borgo immerso nel bosco, ai piedi del Castello che sormonta il paese.
La visita al Bosco del Sasseto vale il viaggio! L’ambiente è così bello e suggestivo che è stato utilizzato molte volte come set cinematografico.
Percorrendo il sentiero nel bosco si arriva alla tomba di Edoardo Cahen. Il marchese, proprietario del Castello a fine ‘800, amò a tal punto questi luoghi da voler essere sepolto in un mausoleo in stile neogotico, che si trova in una radura della foresta.
L’influenza della riserva è stata anche ufficializzata in sede europea (rete Natura 2000), mediante l’individuazione di cinque diversi ambienti di protezione.
L’area si estende su un perimetro leggermente più ampio di quello della Riserva e comprende cinque ambiti: Medio corso del Fiume Paglia, Bosco del Sasseto, Monte Rufeno, Fosso dell’Acquachiara e Valle del Fossatello.
Per visitare la Riserva sono disponibili molti sentieri e percorsi escursionistici, percorribili a piedi, in bici o a cavallo, tutti di facile e media difficoltà.
All’interno dei tremila ettari troviamo ben 54 casali ristrutturati, alcuni dei quali sono stati riqualificati per la valorizzazione turistica del territorio.
Tra questi ricordiamo il Museo del Fiore; l’Osservatorio Astronomico, ospitato dal 2005 nel Casale Monte Rufeno, a 738 m s.l.m.; la Casa della Tradizione Contadina allestita nel Casale Felceto; il Mulino sul Torrente Subissone, che continua a raccontare la testimonianza del lavoro mugnaio; la Cava dei Bianchi, che testimonia la presenza di un’antica cava di estrazione, oggi centro studio geomorfologico del territorio.
I sentieri sono tutti di una bellezza estrema.
Il Sentiero la Scialimata parte da Torre Alfina e si inoltra nel bosco congiungendosi ad un altro sentiero, il Sentiero Natura del Fiore.
‘La Scialimata’ è un termine dialettale che sta ad indicare gli evidenti fenomeni franosi a cui è sottoposto il terreno. Al sentiero si arriva dopo un breve percorso in discesa, dove sono presenti diverse palette che descrivono le piante qui presenti e valorizzano l’ambiente, attraverso poesie e citazione di riferimento naturalistico. Segue un pannello didattico, alle spalle del Casale Sant’Antonio, in cui vengono segnalati due percorsi ad anello, di diversa lunghezza e difficoltà. Qui inizia il sentiero vero e proprio. Il primo tratto del sentiero è abbastanza tortuoso, in parte franato. Quando ci si addentra nel bosco diventa più facile da percorrere. Proseguendo si arriva al Mulino, al Subissone e al Museo del Fiore. Due ore di cammino immersi nei rumori della natura e tra i profumi della foresta.
Riprendendo la strada asfaltata si supera Acquapendente e il ponte sotto cui scorre il fiume Paglia e si prosegue in direzione Monte Amiata.
Qui si entra nel cuore della Riserva e prendendo una strada sterrata si arriva all’ingresso di molti sentieri numerati.
Se volete trascorrere una giornata in un paradiso naturale, vedere fiori rari, conoscere la vita di un tempo di contadini e briganti non rimarrete certo delusi.
Il Sentiero Acquachiara si raggiunge dall’ingresso n.2 e costeggia il torrente omonimo. Il sentiero è dedicato alle persone a cui piace fare lunghe camminate ed si estende per circa otto chilometri. Durante la passeggiata, lontano dai rumori e in totale tranquillità, si arriva ad ex vigneti ed uliveti, boschi ed aree aperte con splendide fioriture, mentre lo sguardo si immerge in paesaggi affascinanti e suggestivi. Il rumore del torrente ci invita a bagnarci nelle acque limpide e pure.
Un altro sentiero molto piacevole e che fa parte di un itinerario più ampio, che attraversa l’Alta Tuscia per 100 km, è il Sentiero dei Briganti.
La parte del sentiero che ricade nella Riserva del Monte Rufeno inizia dal casale Monaldesca e si inoltra nel bosco. Il percorso è molto semplice ma estremamente suggestivo e a tratti attraversa la strada asfaltata, per poi reimmergersi nella natura.
Oltre alla bellezza di camminare su un manto di foglie in qualsiasi stagione dell’anno, il sentiero ripercorre le vie attraversate dai Briganti.
Il percorso è segnalato da pannelli didattici. Camminando all’ombra sotto le querce si arriva al Villaggio del Carbonaio.
Qui troviamo la casa in cui egli abitava e poco più avanti gli attrezzi da lavoro. Luoghi e strumenti che ci consentono di fare un vero e proprio viaggio nel tempo. Andando avanti si incontrano diversi casali e punti di ristoro, in modo da poter trascorrere in questi luoghi l’intera giornata.
Molto belli sono anche il Sentiero Falconeria, il Sentiero La Fonte e il Sentiero Montepereto, tutti ben segnalati.