STORIA
Campoli Appennino è uno dei paesi del Centro Italia posto ai confini tra le Regioni del Lazio e dell’Abruzzo, situato sul versante laziale del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Le origini non sono certe ma possiamo affermare che il borgo è di origine medievale. Si narra che, dalla distruzione di Atina, Cominium ed Aquilonia da parte dei Consoli Lucio Papiro Cursore e Spurio Carvilio Massimo, ebbe inizio la fondazione di Campoli Appennino, circa nel 293 a.C. Secondo un’altra versione, Campoli venne distrutta dai Romani nel 291 a.C., mentre in un documento pubblicato nella rivista “il Regno delle due Sicilie” nel 1856, si dice che il paese sia stato fondato da Gandolfo, conte di Sora e di Aquino, il quale rialzò dalle rovine il paese distrutto dai Longobardi. Si narra, inoltre, che verso il 1150, a causa della rivalità fra Guglielmo di Sicilia ed il Papa, Campoli fu incendiato da Andrea Conte di Ceccano e fu poi ricostruito tra il 1160 ed il 1180 dal Duca Landolfo I D’Aquino, primo signore del Castello Cantelmo, mentre tra la fine del XIV secolo e l’inizio del XVI secolo appartenne alla Contea di Alvito, a sua volta feudo del Regno di Napoli. Dopo il 1340, metà di Campoli fu ceduta alla Regina Giovanna I d’Angiò e l’altra metà ai d’Aquino. Verso la fine del XVIII secolo, il paese fu devastato dalle truppe francesi. Nel 1860 dopo la Spedizione dei Mille, Campoli venne annessa al Piemonte, entrando a far parte poi del Regno d’Italia.
COSA VEDERE
Maggiore attrazione del paese sono la Torre Medievale e le mura di cinta. E’ proprio questa la parte più vecchia del paese, dove il tempo sembra essersi fermato. Qui è possibile ripercorrere gli stretti vicoli sui quali si affacciano le case, molte delle quali, ospitavano al piano terra, piccole botteghe artigianali. Altra caratteristica del centro storico sono le torri di avvistamento che sorgevano lungo le mura di cinta, alcune delle quali trasformate in abitazioni. La Torre medievale alta 25 m è la costruzione più antica di Campoli e fu edificata dai Longobardi, poi nel XIV secolo, passò ai Duchi Cantelmo di Alvito e venne usata come punto di osservazione e difesa, infatti all’epoca essa era collegata al palazzo ducale tramite un passaggio sopraelevato e ancora oggi sulla facciata sud è possibile osservare lo stemma con il leone rampante, simbolo proprio della famiglia Cantelmo. Oggi, la Torre viene aperta al pubblico con visite guidate durante alcune ricorrenze ed è possibile salire per poter ammirare un paesaggio mozzafiato.
Oltre alla parte vecchia del paese che ospita ancora oggi famiglie residenti, c’è il centro abitato collocato sui bordi della caratteristica dolina carsica, denominata il “Tomolo“, oggi anch’essa divenuta attrazione turistica naturale in quanto, dal 2010 ospita l’Area Faunistica dell’Orso Bruno, progetto realizzato grazie alla collaborazione tra l’Amministrazione Comunale ed il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. L’obiettivo di questo progetto è ospitare gli orsi che non possono più vivere in libertà, infatti è possibile osservare gli orsi presenti in quest’area attirando l’attenzione di adulti e bambini. Attualmente l’area ospita 3 esemplari di orso bruno.
Oltre all’Area Faunistica, per chi è amante della natura, altre attrattive sono la rete di sentieri del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, dove è possibile apprezzare con delle belle passeggiate, il paesaggio, i rumori ed i suoni di questi posti incantevoli. In particolare il Vallone Lacerno: stupendo canyon, che risale il Vallone Lacerno, luogo selvaggio ed incontaminato dove è possibile risalire il sentiero e il corso d’acqua all’interno del vallone Lacerno e arrivare alla cascata denominata “Cucetto dell’inferno”.
Per quanto riguarda i luoghi religiosi e di culto ricordiamo la Chiesa Parrocchiale Sant’Andrea Apostolo, ristrutturata in stile Barocco nel XVIII secolo e la Chiesa di San Pancrazio Martire costruita nel 1594 e dedicata al Patrono del paese.
FOOD
Tappa obbligatoria è la degustazione presso i nostri locali ristoro, dei prodotti tipici locali. Anche il cibo, è quindi, uno dei punti di forza del paese e tra i vari prodotti quelli rilevanti sono il Tartufo e la Marzolina. Le specie di tartufo presenti sono tre: Tartufo bianco pregiato, Nero pregiato e il tartufo estivo o Scorzone. Nel tempo sono nate diverse aziende che si occupano della lavorazione e commercializzazione del tartufo.
Altro prodotto è la Marzolina, un formaggio ottenuto dal latte di capra; il suo nome deriva dal fatto che in passato questo prodotto veniva realizzato durante il mese di Marzo ed oggi rappresenta un prodotto tipico di alta qualità, in quanto, viene realizzato ancora con tecniche antiche tramandate da generazione in generazione.
Poi c’è l’arte culinaria dolciaria rappresentata in particolare dalle famose “ciambelline al vino rosso o bianco”, dolcetto tipico della tradizione non soltanto Campolese. Inoltre le famiglie del posto portano avanti una tradizione culinaria tutta ciociara con piatti tipici tradizionali e artigianali fatti in casa tutti da assaporare. Senza ombra di dubbio è un paese in cui tradizioni, storia, sapori e natura si fondono insieme creando uno scenario unico e sorprendente.