Il Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili è uno dei parchi più grandi del Lazio con un’estensione pari a 18.204 ettari e comprende le province di Roma e Rieti.
Appartengono al Parco tredici comuni: Licenza, Marcellina, Monteflavio, Montorio Romano, Moricone, Orvinio, Palombara Sabina, Percile, Poggio Moiano, Roccagiovine, San Polo dei Cavalieri, Scandriglia, Vicovaro.
La bellissima catena dei Monti Lucretili fa parte del Subappennino laziale. Le vette più alte all’interno del parco sono il Monte Gennaro (1271 m) e il Monte Pellecchia (1368 m) che domina la valle in cui scorre il torrente Licenza.
Meta di moltissime escursioni è il Pratone del Monte Gennaro, un altopiano verdeggiante a quasi mille metri di altezza che si raggiunge uscendo da San Polo dei Cavalieri, attraverso un sentiero panoramico sulla Valle dell’Aniene. Molto nota e non lontana è anche la Torretta di Monte Gennaro, visibile da tutta Roma e da cui è possibile ammirare un panorama mozzafiato. Tornando poi indietro sul sentiero è possibile raggiungere la vetta del monte.
Il Parco dei Monti Lucretili presenta un aspetto molto ricco e selvatico, che comprende boschi, ampi pianori di natura carsica, laghetti, ruscelli, cascatelle e piccoli paesi ai piedi di massicci castelli.
Tra i luoghi più suggestivi all’interno del Parco, anch’essi raggiungibili con un facile percorso di trekking, sono i Lagustelli di Percile, a cui si arriva partendo dall’omonimo borgo, considerato tra i più belli d’Italia.
Attraverso il sentiero, ad un’altitudine di poco meno di 700 metri, si arriva dapprima al più piccolo dei due laghi di origine carsica, il lago Marraone, non facilmente accessibile.
Non molto oltre lungo il percorso, si raggiunge il lago Fraturno, costeggiato da una sponda percorribile a piedi e su cui si specchiano, dal versante opposto, alti cipressi, querce e abeti, in un fitto bosco che regala uno degli scenari più belli del Parco.
L’area dei lagustelli è stata dichiarata zona umida a protezione internazionale, secondo quanto previsto dalla Convenzione di Ramsar.
Tutt’intorno troneggia una fitta coltre boschiva di cui fanno parte la roverella, il cerro, il carpino nero, prugnoli, biancospini, rovi e rose selvatiche.
Il parco è dominato dalla macchia mediterranea e dalla macchia alta a leccio.
Troviamo così un proliferare di piante come la fillirea, il cisto e il mirto, zone a querceto e parti in cui il clima è più umido e fresco dove vivono maestosi esemplari di acero di monte.
Il parco è rinomato anche per la presenza di splendide faggete, con esemplari notevoli soprattutto nell’area dell’antico tratturo di Valle Cavalera. In tutto il parco si possono osservare fioriture di orchidee.
Nel settore sabino del parco trovano spazio file di oliveti, anche se forse la peculiarità botanica del parco è rappresentata dalle specie di origine balcanica-orientale quali l’albero di Giuda e il carpino orientale. Molti i prati a pascolo.
Per quanto riguarda le specie animale, nel parco è possibile osservare una coppia di aquila reale, la presenza di qualche lupo e raramente l’orso, mentre molto presente è la martora, lo scoiattolo, l’istrice e il tasso. I corsi d’acqua sono abitati dalla rara salamandrina dagli occhiali, l’ululone dal ventre giallo e il merlo acquaiolo.
La rete di sentieri nel parco si sviluppa per circa 200 Km, alcuni molto semplici altri dedicati agli escursionisti esperti ma tutti ampiamente segnalati.
Nel parco è possibile ammirare molti resti di interesse storico-archeologico che comprendono soprattutto insediamenti di epoca romana e strutture medievali.
Nei pressi di Licenza, vicino all’omonimo torrente e splendidamente incastonata nel parco è la Villa di Orazio, struttura romana del 32 a.C., con più fasi edilizie del I secolo e di epoca medievale, appartenuta al celebre poeta che nel periodo in cui vi risiedette decantò la bellezza della natura circostante.
Orazio ebbe in dono la villa da Mecenate e si ritirò in questi luoghi ameni per dedicarsi alla meditazione, alla filosofia, alla lettura e alla poesia. Trattasi infatti di una tipica residenza d’otium. Annesso alla villa era anche uno splendido giardino con portici. Molti reperti provenienti dall’area archeologica sono conservati nell’Antiquarium civico da cui non dista molto un altro luogo di grande interesse culturale, il Ninfeo degli Orsini, pregevole esempio di architettura seicentesca.
Non molto lontano da Palombara Sabina, dopo circa un’ora e mezza di camminata, potete arrivare al Castrum medievale di Castiglione abitato, secondo i documenti tra il 1200 e il 1400. Il castello presenta quasi intatta la cinta muraria, ornata di splendidi merli che racchiude un’area di circa 1200 metri quadri. In questo spazio interno si possono osservare i resti del vecchio insediamento e, sul lato nord, una grande cisterna costruita con il materiale recuperato dai resti della preesistente villa romana.
Partendo da Monteflavio invece, dopo circa un chilometro di sentiero, si arriva alla base dell’altura su cui si erge il Castello di Montefalco. Per salire in cima si percorre un sentiero delimitato da muretti a secco che con tutta probabilità costituiva anche in antichità una delle vie di accesso al castello.
L’insediamento risale al XIII metri, è posto a circa 900 metri di altezza ed è composto in maniera molto simile agli altri castelli medievali della zona, con la presenza di una grande cisterna. L’abitato fu abbandonato già agli inizi del XV secolo.
Il Parco dei Lucretili è anche attraversato da diversi cammini: il Cammino di San Francesco che attraversa i comuni di Poggio Moiano, Scandriglia con il Santuario di Santa Maria delle Grazie e Palombara Sabina; il Cammino di San Benedetto; il sentiero Coleman e il Cammino naturale dei Parchi che unisce Roma a L’Aquila.