Che destino, per le terre della rivale di Roma. Ieri lembo meridionale dell’Etruria, nemico da sconfiggere che solo Furio Camillo nel 396 a.C. riuscì a piegare. Oggi il Parco Naturale Regionale di Veio rappresenta un prezioso polmone verde per i cittadini della Capitale, in cerca di relax e aria buona alle porte della metropoli. Vasto ben quindicimila ettari, il parco si estende a nord di Roma tra la via Flaminia e la via Cassia e comprende il cosiddetto Agro Veientano, in un territorio dove le componenti naturalistiche e storico-culturali si fondono in un paesaggio di particolare valore.
Nel Parco di Veio sono presenti nove Comuni: Campagnano di Roma, Castelnuovo di Porto, Formello, Magliano Romano, Mazzano Romano, Morlupo, Riano, Sacrofano ed il XX Municipio del Comune di Roma: con una superficie di 7.000 ettari, da solo quest’ultimo ricopre quasi la metà dell’area protetta.
I boschi sono ricchi, in particolare di cerro, ma non mancano lembi di lecceta e pioppi, salici e ontani negli ambienti più umidi. Ricca e diversificata è anche la fauna, che include alcune specie di particolare interesse naturalistico quali ad esempio la salamandrina dagli occhiali, il cervone, il ghiozzo di ruscello, il nibbio bruno e il martin pescatore.
Per la particolare naturalità e bellezza, alcuni ambienti sono considerati di importanza a livello comunitario come le Valli del Sorbo a Campagnano.
Il sito è anche considerato ZSC (zona speciale di conservazione) per la presenza di valloni tufacei tipici della campagna romana, attraversata dal fiume Crèmera, dove bovini e cavalli pascolano allo stato brado.
Indubbia è poi l’influenza che hanno avuto sul paesaggio le opere realizzate dalla civiltà etrusca e da quella romana, testimoniate dalla presenza di numerose zone archeologiche. Di grande interesse è la presenza di necropoli ed insediamenti abitativi, come la villa romana di Livia a Prima Porta e il sito dell’antica città etrusca di Veio.
Della vasta area archeologica solo una parte è emersa durante gli scavi archeologici di cui il complesso più prestigioso è il santuario extraurbano etrusco dell’Apollo (Portonaccio).
L’area urbana era circondata da possenti mura lungo le quali si aprivano varie porte ed era attraversata da una strada principale lastricata dai romani. Lungo le principali strade di accesso alla città vi erano disseminate le necropoli etrusche tra le quali ricordiamo la Tomba dei Leoni Ruggenti, la Tomba della Anatre, la Tomba Campana.
Un altro luogo di particolare interesse all’interno del parco e che testimonia le capacità ingegneristiche degli Etruschi è uno dei cunicoli scavati nella roccia che prende il nome di Ponte Sodo, una galleria realizzata per lasciar defluire l’acqua del Crèmera durante le piene, affinché non risalisse ad inondare la spianata della città di Veio.
Il parco è anche attraversato da un tratto di Via Francigena, circa ventisette chilometri che attraversano Campagnano, Formello, Veio e Isola Farnese.