Il Parco dei Mostri fu costruito a Bomarzo per volontà di Vicnio Orsini nel XVI secolo, in memoria della moglie scomparsa. Egli chiese agli architetti Pirro Ligorio e Jacopo Barozzi da Vignola, detto il Vignola, di sistemare nel Sacro Bosco costruzioni “impossibili”, mostri e animali mitologici. Al tempo infatti c’erano fortissime influenze alchemiche.
Diverse le iscrizioni che tendono a stupire e confondere il visitatore più che a guidarlo. I simboli si mescolano e si sovrappongono. Nel tempo furono tanti gli studiosi che provarono, non senza frustrazione, a capirne la logica. Gli enigmi sono nascosti in ogni luogo. C’è una casa inclinata e statue misteriosissime. La tecnica e il virtuosismo dominano tutto il complesso monumentale. È il Manierismo brillantemente sintetizzato e rappresentato dall’iscrizione su un pilastro che recita “Sol per sfogare il core”.
Le citazioni riguardano opere di Ariosto e di Petrarca. Il parco fu fonte di ispirazione di artisti di varia sensibilità, primo fra tutti quel genio misterioso e complesso di Salvador Dalì. Il Parco è stato restaurato nella seconda metà del Novecento da Giancarlo e Tina Severi Bettini, sepolti nel tempietto interno al parco che forse è anche il sepolcro di Giulia Farnese.