Le origini delle Corse a vuoto di Ronciglione risalgono ai festeggiamenti del Carnevale di Roma, per poi defluire nel 1548, ad opera della famiglia Farnese, nel loro feudo viterbese. La particolarità di questa manifestazione è che i cavalli corrono senza fantino, liberamente, su una pista insabbiata appositamente per l’evento.

In gara nove Rioni che il sabato proveranno i cavalli scelti per la competizione; a seconda di come andranno le qualificazioni, le contrade potranno contare in finale su uno o due cavalli, oppure nessuno, qualora la sorte si accanisca contro.

La domenica dell’evento con la vera e propria contesa del drappo della vittoria; dopo la suggestiva Cavalcata degli Ussari di carnevalesca memoria, la piazza si animerà per la partenza di rito.

Il mossiere da sopra un baldacchino chiamerà i diversi Rioni per portare il cavallo all’interno del box assegnato, davanti il canapo che a breve verrà abbassato per dare inizio alla prova. Sono momenti di suspense collettiva e di religioso silenzio corale: partono i cavalli e galoppando a tutta velocità incontro alla meta, saranno accompagnati per l’intera percorrenza da grida di incitazione e di gioia, coniugate ai colori sfavillanti delle bandiere.

 

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