Orvinio è uno dei Borghi più Belli d’Italia, una tavolozza di colori tra il Giardino delle Orchidee selvatiche, il verde delle erbe officinali, le pietre bianche che lastricano le strade. I sentieri silenziosi nel Parco Naturale dei monti Lucretili accompagnano passeggiate a piedi, in bici o a cavallo, e i pellegrini sul Cammino di San Benedetto.

Castello Malvezzi Campeggi a Orvinio

Castello Malvezzi Campeggi a Orvinio

Attraversando l’antico arco di piazza Garibaldi si accede al borgo medievale di Orvinio, in cima a un colle che culmina con il castello baronale dei marchesi Malvezzi Campeggi, dalle mura merlate e il maschio cilindrico. Per molti secoli rimase sotto il dominio dei monaci Benedettini di Santa Maria del Piano e nel XVI secolo divenne prima feudo degli Orsini e poi della famiglia ducale dei Muti. Dopo il 1625 passò ai Borghese e nell’Ottocento fece parte dello Stato Pontificio e fu sede di Governo.

Abbazia di Santa Maria del Piano - www.parchilazio.it

Abbazia di Santa Maria del Piano – www.parchilazio.it

Conserva antiche chiese del 1500 e i pittoreschi resti della medioevale Abbazia di Santa Maria del Piano. Sono visibili le mura perimetrali, la torre campanaria e la facciata con particolari mensole con aquile che sostengono la ghiera sopra la finestra. Si narra che fu voluta da Carlo Magno come ringraziamento alla Provvidenza per la vittoria contro i Saraceni nell’817.

Chiesa di Santa Maria dei Raccomandati a Orvinio

Chiesa di Santa Maria dei Raccomandati a Orvinio

Orvinio è la patria natìa del celebre pittore seicentesco Vincenzo Manenti. Diversi affreschi di Manenti si trovano nella Chiesa di Santa Maria dei Raccomandati collegata al centro storico tramite la Scalinata del Borgo. La chiesa a navata unica fa capolino dall’alto creando un bellissimo effetto scenografico. Nella tela raffigurante San Francesco che riceve le Stigmate si scorge un autoritratto di Vincenzo Manenti in veste papale.

Anticamente, Orvinio era chiamato “Canemorto”. Una leggenda narra di un crudele tiranno che terrorizzava i suoi abitanti. Quando morì tutti esultarono gridando: “Il Cane è morto!”. Non è una leggenda invece il fatto che, nell’estate del 1872, caddero vicino a Orvinio frammenti di meteorite. Uno dei più grandi è conservato nel Museo Mineralogico dell’Università La Sapienza di Roma con il nome di Orvinite.

Orvinio fa parte del progetto “Borghi Narranti”, un viaggio nel tempo e nello spazio guidati dalle narrazioni di chi quei luoghi li ha vissuti. Attraverso i racconti degli anziani in loco si descrivono antiche usanze e mestieri locali. Grazie ai QRcode sulle 50 mattonelle artistiche “parlanti” si possono ascoltare i racconti esattamente nei luoghi dove avvenivano le attività narrate.

I Cecamariti - Facebook @prolocodiorvinio

I Cecamariti – Facebook @prolocodiorvinio

Tra i piatti locali di Orvinio, assaggiate l’Aglione, la salsa di pomodoro preparata con un soffritto in abbondante olio d’oliva di due spicchi d’aglio e un peperoncino. L’aglione è il condimento perfetto per i “cecamariti”. Si narra che il piatto fornisse un alibi alle mogli adultere. Facile e rapido da preparare, serviva a raggirare (accecare) i mariti, facendo loro credere che le consorti avessero passato l’intera giornata ai fornelli. A questo peculiare formato di pasta di grano e granturco è dedicata una Sagra all’inizio di luglio.

E poi c’è il Polentone a cui è dedicato un Festival con due appuntamenti annuali: in inverno la Sagra del Pizzillu, la speciale pizza di grano duro cotta sotto il “coppo” e accompagnata da salsicce e cicoria di campo; e la Sagra della Polenta in estate. In autunno, si tiene Enorvinio, dedicato ai migliori vini e alle birre locali e di tutta Italia.

A fine luglio si svolge Orvinio Cinema, 12 lungometraggi e cortometraggi italiani e stranieri, conditi da interviste a ospiti prestigiosi e dialoghi con i registi. Nell’ultima serata c’è la premiazione delle tre pellicole vincitrici.

 

 

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INFO UTILI
dist. da Roma 68 km
da non perdere Chiesa di Santa Maria dei Raccomandati
sito web Comune di Orvinio

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