Rivoluzionario, amante delle lettere, “imprenditore”, inventore: è Aldo Manuzio. Inventò i libri tascabili e il carattere corsivo a Bassiano, dove nacque. Ed è proprio nella provincia pontina che nasce il Museo delle Scritture a lui dedicato per dare risalto alle sue opere letterarie e alla storia ed evoluzione degli strumenti di scrittura.
Entriamo quindi nel seminterrato del cinquecentesco Palazzo Caetani, sede del Comune che ospita il museo. Alcuni ambienti, anticamente, erano usati come prigione. Sui muri sono ancora ben visibili graffiti, parole e disegni tracciati dai reclusi.
Una sala è dedicata a un laboratorio multimediale. In un’altra è ricostruita una classe di scuola elementare del periodo fascista dove, con inchiostro, calamaio, abbecedario e lavagna, si imparava a leggere e scrivere.
È un percorso sulla storia degli strumenti del comunicare che parte dalle tavolette di argilla dei Sumeri, passa dai torchi delle tipografie e arriva, anche con gli ex voto, alle macchine da scrivere, ai computer, ai tablet, a internet, ai telefonini. Tra le curiosità troviamo uno strumento giapponese della metà del Novecento con centinaia di caratteri.
I pezzi più preziosi, ovviamente, sono le “cinquecentine”, le opere prodotte da Manuzio. Su alcune campeggia il simbolo dello stampatore bassianese – l’ancora e un delfino – e il motto latino “Festina lente” (affrettati lentamente).
La storia di Manuzio resta nei libri di storia perché fu lui a lanciare nel 1500 i tascabili, più maneggevoli ed economici, con la numerazione delle pagine e gli indici. La produzione di libri in ottavo, con edizioni anche in migliaia di esemplari, si diffuse rapidamente in tutta Europa. Il successo fu tale che già allora le opere vennero “taroccate” e Manuzio dovette difendersi dai falsari. Con l’invenzione dei tascabili ha esportato la cultura in tutto il mondo rendendola accessibile a tutti grazie ai costi ridotti. Fu un rivoluzionario, un vero industriale dell’epoca.
Il nuovo carattere corsivo, denominato aldino, si richiamava alle lettere dei manoscritti greci. Aldina venne chiamata anche l’Accademia da lui fondata a Venezia.
Un tributo planetario gli è arrivato solo dopo secoli. Nel 1985 il primo software per pc venne chiamato Aldus PageMaker dalla omonima società americana. Nel 2016 il ministero dell’Economia lo ha ricordato con un francobollo commemorativo.