Il museo è stato inaugurato nel dicembre del 1986, in collaborazione con la Sovrintendenza archeologica del Lazio e originariamente gli è stato dato il nome di Antiquarium.
Il museo è il risultato di una lavoro di ricerca, di documentazione e di conservazione sull’archeologia e la paleontologia del territorio ossia della Valle del Sacco, testimoniandone “la cultura materiale”.
Il museo si articola in cinque sezioni: paleontologia, preistoria e protostoria, periodo arcaico, periodo romano, altomedioevo e medievo, tutte disposte su di un unico piano, con l’arricchimento di pannelli didattici che impreziosiscono il percorso di visita.
Il museo è concepito come un percorso di visita diacronico, attraverso le tappe dell’umanità fino allo sviluppo dell’età industriale.
La sezione paleontologica è probabilmente la più importante con la ricostruzione di un esemplare di Palaeoloxodon Antiquus, ossia un elefante dalle lunghe zanne del pleistocene medio, unico esempio in Italia di ricostruzione reale di questo mammifero.
La maggior parte del materiale viene dallo scavo di Colle Pantanaccio e dalle ricognizioni effettuate negli scavi di Quartaccio e Colle Quarticcioli.
Gli aspetti del Pleistocene sono documentati da diversi reperti fossili mentre testimonianze più recenti, sempre riferibili allo stesso periodo, sono da attribuirsi al vulcanismo laziale dei Colli Albani.
Le testimonianze della più antica presenza umana nel territorio si inquadrano nel Paleolitico medio-superiore e sono relative a strumenti in pietra dai più grandi giacimenti di Colli S.Pietro (Colleferro), Casaletto e Colle Rampo (Paliano) e da insediamenti minori, sparsi nei territori di Gavignano, Artena e Segni.
Per fase arcaica e tardo arcaica del territorio(VI-IV sec. a.C.) sono da segnalare oggetti dell’abitato dei Muracci di Crepadosso (IV chilometro). Si tratta di oggetti di uso domestico e materiale votivo da un santuario dedicato ad una divinità femminile.
Al limite dei territori di Segni e Graviano è documentata la fase relativa al periodo romano con il ridimensionamento della piccola proprietà e la comparsa di rari latifondi.
Il passaggio tra tardoantico e altomedioevo è documentato dai materiali dei cimiteri paleocristiani di S. Ilario ad Bivium e Paliano, dell’abitato di Colle Cirifalco e dai corredi della necropoli di Casa Ripi.
Infine il periodo Medievale è documentato dalla presenza dei castelli del territorio, in particolare dagli scavi del Castello di Piombinara.
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