Rigorosamente in sella, rigorosamente con abbigliamento tecnico, possibilmente in carovana.
Per un tour in moto sulle curve del Monte Terminillo, strada amatissima dai centauri ‘doc’.
Luogo ideale di raduno? Rieti.
Capoluogo della Sabina e città medievale con la cinta muraria ancora intatta a ricordo di una storia che si perde nei secoli, a Rieti è bello arrivare nel pomeriggio, e avere tempo per una passeggiata lungo il ‘cardo’ romano della città, la Via Salaria, nel cuore del centro storico, per una visita agli edifici medievali e rinascimentali perfettamente conservati e per qualche sorpresa. Eccone una.
Da piazza Cavour, in compagnia di una guida che racconta storie magnifiche, si penetra nel cuore profondo della città: antichi vicoli, volte, gallerie sapientemente illuminate da candelieri e luci nascoste. E poi sculture contemporanee e reperti antichi, vasi, giochi romani. Di essere nei sotterranei di Reate, la Rieti romana, si è già persa la cognizione quando si arriva a un piccolo approdo sul fiume Velino.
Non siamo a Venezia ma anche qui si arrivava in barca: era l’ingresso riservato di Palazzo Vecchiarelli, chissà, forse usato per incontri inconfessabili di amanti e segrete fughe romantiche! Ancora un passaggio e gli occhi si “bloccano sui blocchi” ciclopici degli archi del viadotto. Incredibile opera di ingegneria romana per sopraelevare la via Salaria, e renderla immune dalle inondazioni del Velino. La strada era troppo importante per il traffico di merci da e per Roma!
È passata un’ora e mezza, si risale e sembra che sia trascorso un tempo infinito.
Un aperitivo per riprendersi e una cena di specialità sabine, rese uniche dal sapore dell’olio Evo Sabina DOP, sulle tavole da più di 2000 anni! Cucina di carne squisita e altrettanto eccellente di pesci d’acqua dolce.
La salita al Terminillo, 2200 e passa metri alla cima, affrontata nel fresco della mattina con la luce che esalta ombre e rilievi e d’estate accende il verde dei prati, è la scelta migliore. Il traffico è assente, la moto morde curve e tornanti per il piacere del pilota. Si sfiora l’asfalto a destra, poi a sinistra, e via così, in tutta sicurezza, con un gioco che va interrotto ogni tanto.
Campoforogna è una sosta perfetta, a 1650 metri. D’inverno, regno dello sci di fondo, un giro sull’anello per vedere in lontananza il mare di Fiumicino e la Cupola di San Pietro: con un binocolo la vista è assicurata! Lo spuntino e il caffè qui è straordinariamente al confine di 5 Comuni: Rieti, Micigliano, Leonessa, Cantalice e Cittaducale.
Pronti per la discesa, ancora sulla strada 4/bis, la parte più bella del percorso.
Di nuovo un susseguirsi di curve e tornanti che portano a 1.890 metri, e poi giù verso Leonessa. È una città d’arte, un borgo antico a 1000 metri d’altezza, in una valle verdissima. Entrare a Leonessa è davvero bello: una torre merlata del 1300 di pietra rosa, Porta Spoletina, inquadra a cannocchiale il Corso San Giuseppe Leonessano, la piazza principale e la Chiesa di San Pietro e il convento, con il doppio ordine di arcate sul paesaggio. Un’occhiata ai Palazzi Cinque e Seicenteschi, alle mura medievali, alle chiese e una chiusura di giornata con l’assaggio degli gnocchi al ragù o al tartufo, fatti con le inconfondibili patate locali, tra le più buone d’Italia.
Inizia il rientro. Tornanti per raggiungere Albaneto, una piccola sosta ai piedi del Monte Cambio, per vedere nelle giornate terse sua maestà il Gran Sasso, 3000 metri contro il cielo, ed ecco il delizioso borgo di Posta, con la Porta delle Gabelle. Ed ecco una piccola curiosità: all’interno della porta ci sono le tabelle di merci e tasse, le gabelle appunto, obbligatorie passando per l’antica stazione di posta.
Da qui, attraversando le suggestive Gole del Velino, si arriva ad Antrodoco, con la bellissima Chiesa di Santa Maria extra Moenia, un faro proprio sulla strada, la bella piazza con il Palazzo Pallini, quello del mistrà e non solo, degli stracci, le crêpes “alla francese” farcite di ragù e formaggio.
Alle antiche Terme di Vespasiano si lasciano le Valli Reatine e la Via Salaria, sui tornanti che portano prima al lago del Salto, con la bella strada panoramica che lo circonda, quindi a Borgo San Pietro, per una visita al Santuario di Santa Filippa Mareri e al museo, e… per fare tappa in uno dei tanti ristoranti sul lago, per assaggiare il pesce di lagoe gli ottimi prodotti del posto!
Dopo aver costeggiato i primi pendii del monte Navegna, appare Collalto Sabino, con il suo bellissimo Castello, e poi il lago del Turano dominato dallo spettacolare borgo medievale di Castel di Tora abbarbicato su un promontorio.
Riserva ancora una sorpresa il tour in moto nella Sabina, è Rocca Sinibalda, imponente castello rinascimentale, bianco, che negli anni ’70 fu ritiro dorato di personaggi eccentrici da tutto il mondo.
Una tre giorni è perfetta per un tour “da Rieti a Rieti”, danzando sulle strade tortuose per poi fermarsi ad assaggiare la cucina tradizionale, il farro, il tartufo, le fregnacce nelle tante declinazioni locali, gli immancabili spaghetti all’amatriciana, gli strengozzi alla reatina e, non ultimo, le bruschette con l’eccezionale olio extra vergine d’oliva DOP, vanto da sempre della Sabina.