Idee per il weekend legate alla bellezza, outdoor, cultura e buona cucina? Vi presentiamo Morolo, con l’accento rigorosamente sulla seconda “o”, Moròlo. Siamo in Ciociaria, e precisamente nella Media Valle Latina tra i Colli Albani, i Monti Lepini e Cassino.
Partiamo dal suo centro storico. Tante sono le chiese e per gli appassionati di turismo religioso Morolo ha molto da offrire. Le chiese hanno la particolarità di essere inglobate nell’abitato del paese. Farai pochi passi e le vedrai tutte.
La chiesa di San Pietro un tempo fuori delle mura cittadine, oggi è all’interno di Morolo. È una chiesa di paese, ma ciò che la rende speciale è l’ovale contenente il mezzo busto di San Pietro, opera dello scultore morolano Ernesto Biondi. È questo l’unico dono artistico lasciato dall’artista al paese nativo.
C’è poi il Santuario della Madonna delle Grazie, che molti cittadini identificano con la Chiesa della Madonna del Piano. Nella terza domenica di settembre qui si celebra una festa in onore di Maria con stand gastronomici dove si possono gustare pietanze appetitose cucinate secondo la migliore tradizione culinaria locale. Metti in agenda!
La principale chiesa del paese è Santa Maria. Vi si accede per una scalinata chiusa da un cancello bronzeo, realizzato dello scultore Tommaso Gismondi. Sulla sinistra della chiesa, spalanca gli occhi, ti ritroverai in un attimo nella Grande Mela. C’è infatti il murales di 250 metri quadri realizzato da Fausto Mancini. Racconta il tema dell’emigrazione dei morolani verso gli Stati Uniti, che nel corso del Novecento rappresentò per il paese una vera e propria piaga. L’opera è dipinta su due facciate di una casa, divise da un angolo. Su un lato l’Italia divisa in regioni, sotto cui tre donne velate di nero sembrano salutare un uomo di spalle, appena uscito con le valigie in mano da una porta. L’uomo ha quasi raggiunto l’angolo e sull’altra facciata un inflessibile poliziotto americano sembra aspettarlo al varco, sormontato dalla Statua della Libertà simbolo della meta raggiunta.
E ora, dopo aver riscaldato i muscoli, passeggiando per il centro storico, tra chiese e murales, preparati a percorsi più impegnativi. Conoscete l’Eremo di Sant’Angelo e la cascatella? Questo era un percorso che le madri di Morolo facevano per giungere all’eremo di Sant’Angelo, là dove l’acqua si dice che facesse buono e abbondante il latte per i nascituri. Salendo incontrerai il castello di Morolo. Da qui, la vista è davvero mozzafiato su tutta la Valle di Sant’Angelo.
Un altro luogo incantevole da raggiungere con una passeggiata in outdoor, che racconta la storia passata di Moròlo è il Villaggio del Lontro sui Monti Lepini. Si tratta di un’eccellente esemplificazione di come l’architettura pastorale spontanea si è evoluta nel tempo. Resistono le tradizionali eleganti capanne lepine di forma ellittica dalle pareti di pietra a secco, i recinti di pietra degli stazzi, i fontanili alimentati dalle cisterne. Ma vi si aggiungono le nuove casette di legno, le baracche di lamiera, i rifugi costruiti in muratura e perfino qualche esotico ranch per le feste di Ferragosto. L’insieme non è sempre esteticamente convincente, anzi, ma segnala comunque la continuità delle funzioni pastorali in un luogo a 1250 metri di quota, senza strade di accesso.
Morolo offre anche percorsi inaspettati, come quello dedicato alla Sorgente Sant’Antone, la cui acqua è efficace contro gli acidi urici ed i calcoli renali. Non dovrete impegnarti molto in questo outdoor, la sorgente si trova a breve distanza dal paese, ma l’escursione è più emozionate ancora se la unirai alla salita a Sprone Maraoni, una vetta a 1328 metri.
Chiudiamo la visita a Morolo con il suo Gran Cacio, un pregiato formaggio stagionato a pasta filata, tipico della tradizione casearia ciociara.