Versa l’olio in un bicchierino. Riscaldalo coprendolo con il palmo di una mano. Muovilo con lentezza, in modo circolare. E ora, chiudendo gli occhi, “assapora” con l’olfatto i profumi che da quel bicchierino pian piano salgono.
Ora puoi sognare.
E’ tempo d’olio.
E’ tempo di raccolta.
È il tempo in cui gironzolando per le campagne laziali vi capiterà di vedere sui terreni enormi teli colorati. Sono le reti poste con attenzione e cura a terra, sotto gli alberi d’olivo, affinché durante la raccolta non ne venga perso nemmeno un “vaco”, un chicco di oliva, in dialetto reatino.
Eh già, l’olio è l’oro giallo della nostra terra, e come tale va trattato. Un elemento prezioso che caratterizza la produzione agroalimentare della Regione Lazio. Frantoio, Itrana, Carboncella, Canino, Moraiolo, Leccino, Minutella, Sirole, Salvia, Marina, Vallanella sono le cultivar più importanti della regione, differenti tra loro per le caratteristiche organolettiche dell’olio che da esse deriva.
L’olio da sempre rende unici i piatti della nostra cucina e porta beneficio alla nostra salute. Le sue qualità sono più che conosciute tanto da rendere questo prodotto, un punto di riferimento, che tutto il mondo ci riconosce e ci invidia!
Per chi lavora nel mondo dell’agricoltura, non esiste momento più coinvolgente dell’autunno, in cui i sensi tornano a svegliarsi dopo il torpore estivo e l’aria profuma di vendemmia e olio nuovo. Visitare un frantoio durante la molitura è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita. Sentirete i macchinari lavorare producendo una gran confusione, contadini che si avvicendano uno dopo l’altro con le cassette stracolme di oliva, il freddo raggelarvi, perchè in un frantoio in attività ogni porta è sempre aperta, ma una fetta di pane bruschettata, grondante olio nuovo, appena “munto”, che frizza quasi… sulle vostre papille gustative e vi inebria l’olfatto con quel potente profumo di natura… varrà il freddo, la confusione e il disagio che in quel momento potrete provare.
Nella provincia di Latina, la cultivar protagonista è l’Itrana, caratterizzata dal sentore netto e deciso di pomodoro con la sua foglia, erbe aromatiche e una sferzante nota di mela verde.
La Dop Sabina e Dop Tuscia sono le cultivar regine della parte settentrionale della regione.
Nel reatino, sono la Carboncella dalle nuance di erbe aromatiche, mandorla e carciofo, il balsamico frantoio e la Raja, che ha il sapore di erba tagliata e mandorla amara, a farle da padrone.
Nel viterbese, regna sovrana la Caninese, con sentori vegetali, amara e piccante, insieme alla rosciola.
In Ciociaria si coltiva per lo più il Moraiolo, il Leccino.
È tanto importante la tradizione olivicola nel Lazio che a Castelnuovo di Farfa nel 2001 è nato il Museo dell’olio della Sabina, che celebra attraverso arte e architettura il D.O.P. Sabina. Dalla visita del rinascimentale Palazzo Perelli, al frantoio a trazione animale del XVIII secolo perfettamente conservato nell’ambiente dell’antico forno cittadino, fino al sito archeologico medievale della chiesa di San Donato, vi attende una visita emozionante!
In alto le bruschette e buon olio nuovo a tutti!