A pronunciare il “si” davanti ad un cerro ad alto fusto nella Selva del Fogliano, presso il Convento di Sant’Angelo, è il sindaco di Vetralla, secondo un copione consolidato almeno da cinque secoli: è “lo Sposalizio dell’albero”, come viene chiamato secondo un’antica e sentita tradizione.
Un “si” pronunciato alla presenza di testimoni, che riafferma il diritto di possedimento sul Monte Fogliano del popolo vetrallese, concesso nel Quattrocento dal pontefice Eugenio IV. In opposizione ai Conti di Vico.
La festa inizia di primo mattino. Cavalieri, ragazze in costume ottocentesco, sbandieratori, si avviano a cavallo, a piedi, in auto, al bosco del Fogliano attraverso una strada di otto chilometri segnata dalla via Crucis campestre. La “sposa”, un cerro infiocchettato di narcisi, primule ed altri fiori, con un velo di tulle bianco li attende tra un insieme di alberi per il rito nuziale accompagnato dalle note della banda musicale.
Il significato della festa riafferma ogni anno la volontà della comunità locale di vivere in pace con la natura e soprattutto di rispettarla.