Dopo un Premio Flaiano alla carriera nel 2008 nella categoria Cinema, un Globo d’Oro alla carriera nel 2009, un David di Donatello alla carriera nel 2010, una Vela d’argento per I basilischi, dove esordisce come regista nel 1963, e un Premio Letterario Piero Chiara alla carriera nel 2016, ambedue consegnati al Festival di Locarno, e un Premio Kineo alla carriera nel 2019, Lina Wertmüller riceve l’Oscar alla carriera nella notte del 9 febbraio 2020, a 91 anni.
Nata a Roma, Arcangela Felice Assunta Wertmüller von Elgg Spanol von Braueich, questo è il vero nome della donna che per prima nel mondo è stata candidata all’Oscar come miglior regista nel 1977 per Pasqualino Settebellezze, il film sull’Olocausto che fece tanto scalpore in America da essere in lizza nello stesso anno e per la stessa persona anche per la miglior sceneggiatura originale e per il Golden Globe come miglior film straniero. Lo stesso film, ancora nel 1977, ebbe un’ulteriore candidatura all’oscar come miglior attore protagonista per Giancarlo Giannini, l’indimenticabile Mimì metallurgico con cui la Wertmüller iniziò una collaborazione cinematografica già dalla metà degli anni Sessanta.
Di madre romana, a diciassette anni inizia l’accademia teatrale di Pietro Sharoff per poi divenire regista televisiva con Canzonissima e Il giornalino di Gian Burrasca, il musical-comedy in 8 episodi andati in onda a metà degli anni 60 con l’adattamento per la tv del romanzo omonimo di Vamba d’inizio Novecento. Negli stessi anni la vedremo all’opera come aiuto regista di Fellini ne La dolce vita e in 8½. Una collaborazione interessante fu nella sceneggiatura di Quando le donne avevano la coda, la commedia del 1970 ambientata nella preistoria e girata tra Lavinio e Anzio, a Tor Caldara e al Lido dei Pini.
Autrice della sceneggiatura di Fratello sole, sorella luna, la pellicola zeffirelliana del 1972, venti anni dopo Lina Wertmüller si dedicherà a Io speriamo che me la cavo con Paolo Villaggio in azione tra la Puglia e Tivoli, mentre nel 1998 doppia la voce di Nonna Fa nella versione italiana di Mulan. Dunque, chi oserà prendere il posto della novantunenne pluridecorata nel remake di Mulan diretto da Niki Caro nelle sale italiane a marzo 2020?