Scalare le vette è un modo spettacolare per visitare il Lazio, godendo di viste mozzafiato e panorami meravigliosi. Oggi vi raccontiamo 7 vette panoramiche dove organizzare escursioni per tutti i livelli e per tutte le età. Dagli oltre 2100 metri del monte Viglio fino ai 540 del Picco Circe, respirate la bellezza del trekking nel Lazio!

Monte Viglio (FR) Ig @_r_ch_

Monte Viglio Ig @_r_ch_

A quota 2150, il monte Viglio è la vetta più elevata dei monti Cantari. Siamo tra il Lazio e l’Abruzzo, immersi nel Parco Naturale dei monti Simbruini!
Dalla Serra di S. Antonio a Filettino potete fare un percorso a piedi di tre ore e, tra sassi e dirupi, arrivare al Belvedere. Fermatevi qui, a 1770 metri, e godetevi la meravigliosa vista che ripaga dalla fatica di questo percorso tra i più difficili del Parco. Se preferite, scegliete di fare il trekking di due giorni sul Sentiero Frasassi per toccare la cima del monte.
Dalla storica Croce sulla vetta s’ammira un vastissimo panorama che spazia dalla catena del Velino-Sirente a nord, che domina il sottostante bacino del Fúcino, ai monti Ernici a sud, passando per la Maiella e i monti Marsicani a nord-est, i monti Simbruini a nord ovest e, nelle giornate più limpide, le isole Pontine.

Monte Calvo (RM) Ig @giorgia_gallucci

Monte Calvo Ig @giorgia_gallucci

Ancora nel cuore verde del Parco Naturale dei monti Simbruini, si staglia il monte Calvo. Siamo a Subiaco, a metà strada tra Campaegli e Livata. Circondato da faggi, il monte Calvo regala un emozionante panorama a quota 1591 metri, dove lo sguardo si perde fino a toccare Roma nelle giornate invernali più terse.

Monte Semprevisa - Monti Lepini

Monte Semprevisa

A 1536 metri d’altezza, il monte Semprevisa è il più alto dei monti Lepini, la catena ricca di pareti calcaree e grotte tra le province di Latina e Roma. Siamo a Carpineto Romano e per raggiungere il monte Semprevisa c’incamminiamo sui sentieri che partono da Pian della Faggeta. Giunti in vetta, si scorge fino all’Agro Pontino, sfiorando i monti Ausoni, il promontorio del Circeo e persino le isole Pontine. Qui la natura è rigogliosa tra faggi, aceri e querce, e si fa ammirare dagli amanti di mountainbike, arrampicata e trekking regalando ore di tranquilla vita all’aria aperta.

Monte Navegna (RI) Ig @_andrea_pironi_

Monte Navegna Ig @_andrea_pironi_

Partendo a piedi da Ascrea, con un’iniziale salita impegnativa, o da Castel di Tora in macchina, si raggiunge località Le Forche e colle Mogaro dove s’ammira un superbo panorama sul sottostante lago del Turano e i borghi che ci si specchiano, Castel di Tora, Monte Antuni e Colle di Tora. Per l’ultimo chilometro che va da colle Mogaro (1277 mt) alla vetta del Navegna (1508 mt), il sentiero è più ripido ma la fatica è ripagata dal panorama a 360° sui laghi del Turano e del Salto con i paesini che pinticchiano i boschi sottostanti. Qui si scorgono alcune tra le vette più imperiose dell’Appennino: il Corno occidentale del Gran Sasso, il Massiccio del Velino e il Terminillo. Un palcoscenico che solo il Navegna riesce a regalare. Nell’atmosfera fatata del sentiero, s’incontrano arbusti di rosa canina, prugnolo, biancospino, ginepro e ciclamini.

Rifugio Rinaldi (RI) Ig @eli_dancestyle

Rifugio Rinaldi Ig @eli_dancestyle

Il rifugio Massimo Rinaldi è inconfondibile sulla cima del monte Terminilletto, con il tetto rosso, come le finestre, è visibile anche da lontano! È stato il primo rifugio costruito sul massiccio del Terminillo a 2108 metri s.l.m. e la sua storia risale al 1900. Nel 1966 ne fu costruito uno nuovo e identico. Nella ricostruzione furono posate agli angoli della struttura quatto pietre provenienti dai quattro santuari francescani della Valle Reatina: Greccio, Fonte Colombo, Poggio Bustone e la Foresta. Il nuovo rifugio fu inaugurato nel 1969 e intitolato a Monsignor Massimo Rinaldi, vescovo di Rieti, nel centenario della sua nascita.
Per raggiungere il rifugio Rinaldi si parcheggia a Campoforogna, si segue il sentiero CAI 401, ben visibile ma non segnalato, proseguendo lungo la mulattiera che costeggia il versante orientale del Monte Terminilluccio fino alla Sella del Terminilletto. Qui inizia la facile salita al monte Terminilletto fino al rifugio Rinaldi.
Il panorama straordinariamente bello accoglie l’intero Terminillo, con la vetta collegata dal Terminilletto e sulla sinistra tutta la bastionata dei Sassetelli. Siete su una terrazza d’eccezione affacciata su alcune delle più importanti vette del Centro Italia dove spesso si intravvede il mar Tirreno. E se siete degli intrepidi romantici, uscite in notturna ad ammirar le stelle, vi sembrerà di toccare il cielo con un dito!

Picco Circe (LT) Ig @silvia_792

Picco Circe Ig @silvia_792

Nel Parco Nazionale del Circeo si staglia la sagoma del promontorio “della Maga Circe”. Bello e selvaggio, il Parco del Circeo si allunga tra scogliere a strapiombo sul mare su cui si aprono antichissime grotte marine, i testimoni delle vicende del mito omerico. Il Picco di Circe si raggiunge percorrendo il Sentiero n. 750 che attraversa un sistema forestale con ambienti tipici della macchia mediterranea. Si parte da Torre Paola sul lungomare di Sabaudia o dal piazzale delle Crocette nella parte alta di San Felice Circeo e si arriva ai 540 metri della cima. S’attraversano tratti talvolta impervi da cui si gode la vista di panorami indimenticabili, soprattutto al calar del sole, come il cordone dunale e il lungomare di Sabaudia, i laghi del Parco a nordovest e il golfo di Gaeta, fino alle isole Pontine a sudest.

Cima del Redentore (LT) Ig @mattia_migliori

Cima del Redentore Ig @mattia_migliori

Addentriamoci sui monti Aurunci, le montagne sul mare, ovvero il gruppo più vicino alla costa tra quelli che superano i 1500 metri di altitudine. Raggiungiamo una delle cime più suggestive e amate, il Monte Redentore. La cima si conquista percorrendo l’antichissimo sentiero che parte da Maranola di Formia e arriva a S. Michele Arcangelo, l’eremo incastonato tra le rocce di Monte Altino dove, all’inizio dell’estate, si porta a spalla in processione la statua del Santo. Dissetatevi alla sorgente a quota 1158 mt vicino al santuario e proseguite fino ai 1252 metri del Monte Redentore. Qui vi accoglie la Statua del Redentore nell’atto di benedire la terra e il mare, una delle venti innalzate su altrettante montagne d’Italia per volere di Papa Leone XIII per ill Giubileo del 1900. Il panorama è a perdita d’occhio: dal Vesuvio al Circeo, e ancora il Golfo di Gaeta e gli arcipelaghi delle isole pontine e campane.

Siete pronti a scoprire tutte queste mete tra le nuvole?

 

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