Dalle terme di Bonifacio al lago di Canterno, andiamo alla scoperta dell’acqua. Simbolo di purezza per antonomasia, traccia un percorso per il ristoro del corpo e dell’anima in Ciociaria. A passo lento da Fiuggi a Collepardo, seguiamo la “B Gialla”. Cosa è? Lo scoprirete solo leggendo.
Alle Terme di Fiuggi “l’acqua rompe le pietre”, parola di papa Bonifacio VIII! Da lui, infatti, prende il nome la fonte da cui sgorga l’acqua che lo guarì. Tra i fitti castagneti sui monti Ernici sgorga l’acqua di Fiuggi, povera di calcio e disintossicante. Questo borgo medievale ci porta indietro all’epoca in cui il Papa ne fece uso per liberarsi della sua terribile calcolosi renale lasciando la sua firma sulle prodigiose terme.
“Io ò bevuto circa due mesi sera e mattina d’una acqua d’una fontana che è a quaranta miglia presso Roma, la quale rompe la pietra”
Così disse Michelangelo Buonarroti quando ricorse all’acqua di Fiuggi per il “mal della pietra”. L’invito alle Terme non è però solo a curare il corpo, piuttosto l’anima “lavandosi” via lo stress nel relax delle due fonti termali. Alla Fonte Bonifacio VIII s’affianca la Fonte Anticolana nei 94.000 mq del complesso termale più antico d’Italia.
E già che si parla di anzianità, l’ultranovantenne Golf Club Fiuggi è tra i circoli più vetusti d’Italia. Si trova nell’area termale con le sue 18 buche in quasi 6 chilometri di manto verde nella Riserva naturale del Lago di Canterno. È tra Ferentino, Fiuggi, Fumone e Trivigliano che il Lago di Canterno si tinge dei colori della pace. La Ciociaria non è nuova al tema della serenità che solo l’acqua lacustre sa donare. Il lago di Cardito e quello di Posta Fibreno ve lo sapranno raccontare meglio di tante parole!
Orsù, è tempo di andare alla scoperta della nostra ultima tappa nel Borgo Arancione di Collepardo. Stupefacente trovare anche qui il ristoro del corpo e dell’anima nell’acqua e tra le sue architetture naturali sotterranee, fino al cuore pulsante della Terra.
Il viaggio negli abissi della terra ci fa intrufolare tra le bizzarre stalattiti e stalagmiti delle “Grotte dei Bambocci” e del Pozzo d’Antullo, la voragine carsica più grande d’Europa nel Parco Naturale Monti Ausoni e Lago di Fondi. Sembrerebbe un luogo dall’aspetto inquietante, ma anche qui si nasconde uno “spicchio di Cielo”. Alla base di questa enorme gola c’è un manto lussureggiante con alberi altissimi!
E poi scoviamo un piccolo eremo in una grotta, il Santuario della Madonna Delle Cese. Si narra che un eremita si rifugiò qui, in cerca di un riparo, poco prima dell’anno Mille temendo la fine del mondo!
Prima della nostra ultima tappa alla Certosa di Trisulti, deviamo fino all’Abbazia di Casamari. L’architettura gotico cistercense impreziosisce l’Italia Centrale dal 1200 ma fu eretta sui resti di Cereatae Marianae, il municipio romano dove nacque Caio Mario. Ma qui a Veroli ci attende un aneddoto curioso nella basilica di Santa Sàlome. Questa concattedrale duecentesca fu costruita sui resti della Santa e custodisce una delle rarissime Scale Sante. Fu concessa da Papa Benedetto XIV e all’undicesimo scalino custodisce una reliquia della Croce del Calvario. Ma arrivate fino al 12° e ultimo scalino genuflessi per ottenere l’indulgenza, è un’altra fonte di ristoro!
Ecco finalmente la Certosa di Trisulti, il monastero che dal 1200 infonde un incredibile senso di pace nei boschi secolari in Ciociaria. Come raggiungerla? Seguite la “B Gialla” fino a Collepardo, la segnaletica della Via di San Benedetto! Circa 300 km nel cuore verde d’Italia tra Natura e Spiritualità, dall’Umbria al Lazio per unire tre luoghi del Santo: Norcia, Subiaco e Montecassino.
Monumento nazionale dal 1873, la Certosa di Trisulti è immersa nei giardini all’italiana e vanta un’antica liquoreria, la farmacia affrescata con temi pompeiani che custodisce i recipienti originari per i medicamenti. Come rinunciare ad assaggiare i liquori alle erbe, frutto dell’antica tradizione erboristica di Collepardo? Altro aspetto curioso di questo luogo sacro è l’orologio a lancetta unica. Osservate sui tre lati del campanile i quadranti degli orologi… c’è solo la lancetta dei minuti! E per sapere l’ora esatta? Beh, ascoltate i rintocchi delle campane.
Aspettare per sapere… sarà questo il senso più intrinseco del ristoro?