Nella sala dei Musei Capitolini di Roma, tra i capolavori della scultura antica, colpisce una statua di bronzo, chiamata Spinario, raffigurante un giovane dalla posa piuttosto curiosa. Raffigura un bambino, per lo più dodicenne, seduto su un sedile di roccia, curvo in avanti nell’intento di togliersi una spina dal piede. Quel giovane si chiama Marzio, un pastorello di Vitorchiano il cui mito risale al IV sec. A.c..
La leggenda narra che quel ragazzo, nel tentativo di portare la notizia dell’attacco che l’esercito Etrusco stava preparando contro Roma, partì correndo verso la città. Durante il tragitto si trafisse il piede con una spina, la tolse e proseguì la sua eroica corsa. Giunto in Campidoglio fece appena in tempo ad avvertire i Romani del pericolo imminente, prima di morire esausto ai piedi dei senatori. Roma fu salva e Marzio entrò nel mito.
Ancora oggi il giovane è raffigurato in tante statue esposte nei musei più importanti del mondo. Senz’altro lo Spinario di bronzo, donato da Papa Sisto IV al popolo romano e ospitato dai Musei Capitolini, costituisce l’esempio più famoso e perfetto.
Anche Vitorchiano ha voluto ricordare il mito del compaesano Marzio con una statua in peperino, realizzata da Luigi Fondi nel 1979, posta all’ingresso del borgo in piazza Umberto I.