Il mondo poliedrico e conflittuale dell’ Esquilino, che vede emergere nuove realtà a fianco di quelle popolari storiche della capitale, trova un interprete in Amara Lakhous, uno scrittore algerino, cittadino italiano, che, nei suoi romanzi rappresenta vicende reali ed ideali di lotta per l’integrazione degli “stranieri”.
In particolare con il suo romanzo “Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio”, ha vinto il premio Flaiano per la narrativa nel 2006, e ne è stato tratto un film prodotto da Eri Rai.
Il vero protagonista intorno a cui ruota tutto il romanzo è proprio l’ascensore insieme ad Amedeo (Ahmed) che dicono essere un immigrato sebbene nessuno ci creda perché parla l’italiano benissimo e conosce perfettamente la storia di Roma. Lui dice solo di venire dal sud, ma non aggiunge altro. Lo scontro epico tra le persone esplode con l’omicidio di un personaggio noto nel quartiere, detto il Gladiatore, dove tutti gli abitanti dello stabile sono sospettati e sospettabili.
La sua storia si scopre piano piano nel corso del libro, e scopriremo anche se è un immigrato e se ha effettivamente ucciso il Gladiatore.
Ma il libro non è propriamente un giallo in quanto l’omicidio è solo il pretesto per parlare d’altro. Questo è un romanzo che parla di immigrazione, di razzismo, di tolleranza, di disperazione, di sogni, di memoria.
È un romanzo corale, strutturato in brevi capitoli in ognuno dei quali i vari personaggi raccontano la loro verità, intervallati dal diario di Amedeo, che racconta la sua verità, il modo in cui ha conosciuto i vari personaggi del condominio dello stabile di Piazza Vittorio.