La chiesa di Santa Maria in Vittorino è uno dei luoghi più misteriosi d’Italia. Siamo alle Terme di Cotilia, nel comune di Cittaducale. L’edificio, imponente è visibile dalla via Salaria ma per raggiungerlo si deve percorrere un breve viottolo, infiltrarsi tra la vegetazione e scendere fino a che ci si trova improvvisamente di fronte a un edificio stupefacente.
Dalla sua porta di accesso, inserita in una facciata monumentale giallo ocra, fuoriesce un torrente d’acqua che rende lo spettacolo magico. Il frontone del tempio si erge pochi centimetri più in alto delle nostre teste. Seminascosta dalla vegetazione c’è una scritta in latino e la data di costruzione, risalente ai primi anni del 1600.
Con l’ausilio di vecchie passerelle in legno è possibile accedere nell’edificio. Si entra abbassandosi e una volta all’interno, ciò che appare alzando lo sguardo è di inquietante bellezza. La sensazione è quella di essere passati oltre, sotto un altro cielo, attraverso una porta del tempo. Tutto è apparentemente immobile, si viene catturati dalla vitalità emanata dalle piante, dagli esseri nascosti tra le canne e i cespugli.
Lo sguardo scorre lungo i bordi irregolari di ciò che è ancora rimasto in piedi. Piante con le radici attaccate alle pietre e a una manciata di terra, quasi sospese nell’aria, annodate su loro stesse, raccontano la lotta tra la ricerca di luce e l’attaccamento alla terra. La natura si sta riappropriando di ciò che gli uomini hanno dimenticato.
Siamo in un posto suggestivo quanto surreale, una meta imperdibile per gli amanti della fotografia. Scoperto dalla cinematografia, fu set del film russo “Nostalghia” di regista Andrej Tarkovskij, La chiesa di Santa Maria in Vittorino o chiesa di San Vittorino è nota anche come “la chiesa sommersa”, o “la chiesa che sprofonda”, essendo posta in un territorio dove si trovano molte sorgenti mineralizzate e sono frequenti fenomeni carsici come i sinkhole, ovvero gli sprofondamenti improvvisi del terreno. In epoca romana, al posto dell’attuale chiesa, si trovava un tempio dedicato alle ninfe dell’acqua, realizzato a ridosso di una sorgente considerata sacra.
Sui resti di un tempio pagano venne costruita prima una cripta dedicata a San Vittorino, martirizzato poco distante, e poi l’attuale edificio eretto verso il 350 DC, poi restaurato nel XVII secolo.
Gli abitanti della zona narrano che nel 1800, durante una cerimonia religiosa, dall’altare principale scaturì una piccola vena d’acqua, tra il giubilo di chi gridava al miracolo. La piccola sorgente poi si trasformò nel torrente.
C’è chi dice che nell’antichità qui si compivano sacrifici poiché questo luogo era considerato la porta dell’inferno. Divenne, poi, luogo di devozione e di pellegrinaggi. Secondo alcune voci, di notte appare una figura che emerge dall’acqua a testa in giù: è San Vittorino che venne lasciato morire poco distante dalla chiesa, legato per i piedi.
Un’altra leggenda racconta che fu il santo a provocare lo sprofondamento e che l’acqua che fuoriusciva dalla sua chiesa era miracolosa. Dolce e non sulfurea, poteva guarire i malati. La gente del luogo soleva prelevarla perché proteggeva il borgo dalle pestilenze.
Continuando a visitare la zona tante sono le opportunità ma per gli amanti del mistero suggeriamo una visita al lago di Paterno, consacrato alla dea Vacuna. Il valore religioso attribuitogli era dovuto al verificarsi di fenomeni considerati misteriosi. Gli autori latini riferiscono che nel mezzo del lago si ergeva un’isola galleggiante, ancora visibile a inizio Ottocento e oggi scomparsa. Era coperta da una folta vegetazione che, forse per effetto di fenomeni carsici, si spostava frequentemente, scomparendo e riapparendo. Tutti ritenevano che fosse la ‘pancia’ della dea.
In alcuni periodi sull’isoletta che un tempo vi galleggiava si offrivano sacrifici umani o di alcuni capi del gregge dei nuovi nati in primavera, per ingraziarsi le divinità della natura che presiedevano l’avvicendarsi delle stagioni e dominavano la forza degli elementi.
Oggi si può ammirare il laghetto in tutta la selvaggia bellezza, sedersi sulle sponde e ammirare la natura circostante riflessa sulle acque e ritrovare nella tranquillità la pace interiore.
Per chi ha un più spiccato spirito da Indiana Jones e per gli amanti del trekking archeo-naturalistico imperdibile è l’Archeosentiero dei Flavi Vespasiani, un percorso ad anello che parte dalle Terme di Vespasiano a Cittaducale e arriva a Castel Sant’Angelo, per ritornare al Lago di Paterno e alle Terme di Cotilia fino alla chiesa di San Vittorino, un itinerario di particolare interesse archeologico e naturalistico.