Viaggiamo tra le battute storiche dei successi cinematografici girati a Roma e nel Lazio per rivivere i film cult di Carlo Verdone.
Attore, regista e sceneggiatore, Carlo Gregorio Verdone inizia la sua carriera con il cabaret. I suoi personaggi sono un apriporta per la televisione e, nel 1980, per il cinema con “Un sacco bello”, il suo primo film come regista e interprete. Sulle note di Ennio Moricone, veste i panni dei tre protagonisti e di altri personaggi minori come don Alfio, il prete calabrese. Le storie di Enzo, Ruggero e Leo muovono i passi in una Roma cocente a Ferragosto.
“Eh si fai presto a dì aoh e ‘m bhe alla finestra calmo… Ti ci vorrei vedè io a combattee c’a’a vita, che’e strisce, co’ l’olio, co’ i pompelmi, con mi madre…”
Così dice Leo, il mammone che a Porta Settimiana incontra Marisol (Veronica Miriel), la turista che accompagnerà allo Zoo Comunale, oggi Bioparco.
Oggi non c’è più, ma un tempo era nel quartiere Vigne Nuove il Palo della Morte dove Enzo, il “coatto” romano, incontra Sergio per organizzare un “tour del sesso” all’estero. E poi c’è Ruggero, il “figlio dei fiori” che incrocia il padre (Mario Brega) davanti all’Anagrafe di via Petroselli, entrando in una cartolina della Bocca della Verità. Prodotto da Sergio Leone, il film cult vinse un David di Donatello, un Nastro d’argento e un Globo d’oro.
I personaggi diretti e interpretati nel 1981 in “Bianco, rosso e Verdone” sono sempre caratterizzazioni di quell’uomo medio in cui si sono immedesimati i romani di fine secolo scorso. Tre storie con tre protagonisti C’è Furio, il marito di Magda (Irina Sanpiter), vittima delle sue pignolerie al suon di
“Magda, tu mi adori? E allora lo vedi che la cosa è reciproca?”.
E poi ci sono Mimmo, il nipote impacciato di nonna Teresa, ovvero un’esordiente Sora Lella (Elena Fabrizi) che vinse il Nastro d’Argento, e Pasquale, un emigrante lucano a Monaco di Baviera, rozzo e disadattato.
In questa pellicola si passeggia per il centro storico di Roma e si raggiunge anche Bassano Romano, dove Pasquale va in trattoria. E poi si tocca Tivoli, dove invece va a votare. E ancora, la farmacia dove Mimmo compra le medicine alla nonna è in realtà il Castello di Maccarese.
Ancora in tre ruoli diversi lo ritroviamo in “Viaggi di Nozze” (1995), con l’indimenticabile “o famo strano?” di Jessica (Claudia Gerini), e in “Grande, grosso e… Verdone”, premiato nel 2008 con il Nastro d’Argento.
Affianca alla comicità un’analisi del disagio di fronte alla frenesia e all’ipocrisia della modernità in “Compagni di scuola” (1988), rappresentando il degrado morale a una rimpatriata di ex compagni. Tra frustrati, falliti, cinici e nevrotici, il finale è amaro. È la prima volta (ma non l’ultima!) sulla scena con Christian De Sica, suo vero compagno di scuola e futuro cognato. Tra le location, c’è il litorale romano a Castel Porziano nel bagno di notte e Fregene per il litigio di Piero (Carlo Verdone) con la moglie.
Nel 1983 Carlo Verdone è Rolando in “Acqua e sapone”, accanto a Sandy Walsh (Natasha Hovey), una baby-modella americana in trasferta a Roma. Fingerà di educarla sotto le false spoglie di un illustre professore, padre Spinetti. In realtà, le fa assaporare i piaceri più semplici della vita insieme all’amico Enzo (Fabrizio Bracconeri), girovagando tra Bracciano e i quartieri romani di Testaccio ed Eur.
Insuperabile la nonna di Rolando (Elena Fabrizi) quando finge di essere la segretaria di Padre Spinetti. L’ interpretazioni della veracità romana di Sora Lella meritò il David di Donatello come miglior attrice non protagonista.
“Assaggia st’olive, so’ greche!”
Questa battuta è entrata nel vocabolario romanesco e ha preso vita in “Borotalco” (nel 1982). A pronunciarla fu Mario Brega nei panni del padre di Rossella (Roberta Manfredi), la fidanzata di Sergio (Carlo Verdone). Sergio Benvenuti è un venditore porta-a-porta di dischi che finge di essere l’architetto Manuel Fantoni, per fare colpo su Nadia (Eleonora Giorgi) portandola a conoscere Lucio Dalla. La colonna sonora degli Stadio e di Lucio Dalla meritò un David di Donatello e un Nastro d’Argento. Questa enorme farsa alla fine è scoperta e i due protagonisti tornano alle loro vite precedenti. Tanti gli scorci di una Roma nota e meno nota, come Villa Bonelli nel quartiere Portuense, o Fonte Meravigliosa, dove si trova la casa di Nadia, e ancora viale Palmiro Togliatti e il quartiere della Ferratella. Tra i premi, il David di Donatello come Miglior attore protagonista e per il Miglio film nel 1982.
“N’omo ‘na donna, n’omo ‘na donna, n’omo n’omo, ‘na donna”
Ve lo ricordate? È “In viaggio con papà”, di e con Alberto Sordi, duettando con Carlo Verdone. L’incomprensione tra padre e figlio dopo un lungo allontanamento si sana durante un viaggio in cui si riconoscono come due opposti, Cristiano (Verdone) è un idealista, impacciato e inesperto, mentre il padre (Sordi) è un imbroglione e casanova. Le storie si muovono principalmente tra la Toscana e Roma, con splendide riprese di piazza Mincio nel quartiere Coppedè.
Tutt’altro genere quello de “La grande bellezza” (2013), in cui Carlo Verdone interpreta Romano, uno sceneggiatore teatrale fallito. Partecipa alle serate di Jep Gambardella (Toni Servillo), tra le ostentazioni di amici intellettualoidi, ricchi e annoiati, circondati da panorami mozzafiato d’una splendida Roma by night.
Il Verdone Nazionale pluripremiato, romanista sfegatato e appassionato di rock si è raccontato nel 2021 nella serie tv autobiografica “Vita da Carlo”. Verdone racconta le storie di Verdone interpretate da Verdone…
“in che senso?!”