Basta percorrere Via dei Fori Imperiali fino al Colosseo, passeggiare per Piazza Navona, fermarsi ad ammirare il Pantheon, Fontana di Trevi, Trinità dei Monti per trovarsi immersi nel Sito Patrimonio Mondiale dell’Unesco di Roma con il centro storico che è stato riconosciuto Patrimonio dell’Umanità per ben due volte nel 1980 e nel 1990 insieme alle proprietà extraterritoriali della Santa Sede nella Città e la Basilica di San Paolo fuori le Mura.
Per i romani l’estate inizia il 29 giugno con la festa dei due patroni Santi Pietro e Paolo, per molti è la giornata dedicata alla gita fuori porta al mare, in montagna o al lago, ma per chi resta in città e per i turisti è la giornata ideale per scoprire questi tesori.
Lungo la via Ostiense, sulla riva sinistra del Tevere, appena fuori dalle mura aureliane è stata eretta la Basilica di San Paolo fuori le Mura, una delle quattro basiliche maggiori di Roma, la seconda più grande dopo San Pietro, con un altare papale e una Porta Santa, meta privilegiata di pellegrinaggi per i Cristiani che attraversavano l’Europa per venerare i resti dell’apostolo San Paolo di Tarso, decapitato tra il 64 ed il 67 d. C. sotto Nerone.
Numerose le straordinarie bellezze artistiche, come le cinque navate della Basilica con le colonne di granito, il chiostro cosmatesco, i mosaici della facciata, i marmi policromi a motivi geometrici dei pavimenti e delle pareti, il prezioso baldacchino gotico sul sepolcro di San Paolo e l’area archeologica con i resti di strutture tardoantiche e altomedioevali.
La “Bibbia carolingia” un grande manoscritto miniato su pergamena è custodita nella biblioteca del monastero benedettino, mentre le catene con le quali l’Apostolo delle genti venne tenuto in custodia durante la prigionia romana sono conservate nella cappella delle reliquie.
Proseguendo l’itinerario saliamo sul colle Aventino, qui nella Piazza dei Cavalieri di Malta, avviciniamoci al buco della serratura del cancello del Gran Priorato di Roma dell’Ordine di Malta e, chiudendo un occhio, magicamente scorgiamo, incorniciata tra le siepi del giardino, la Cupola di San Pietro. Poi, dal vicino Giardino degli Aranci, possiamo fermarci ad osservare con stupore la Città Eterna.
Successivamente ci spostiamo ancora per lasciarci affascinare da un altro simbolo di Roma che si rispecchia nelle acque del Tevere: Castel Sant’Angelo, detto anche Mausoleo di Adriano, ed attraversare con emozione il corridoio fortificato del “passetto” che lo collega alla Città del Vaticano.
Sulla terrazza del Castello svetta l’Arcangelo Michele, costruito dopo che Papa Gregorio I nel 590, ebbe la visione dell’Angelo che gli annunciò la fine dell’epidemia di peste che devastava la città, con accanto la campana, i cui funesti rintocchi annunciavano le condanne a morte.
Una nota curiosa: è il luogo nel quale è ambientato il suicidio di Tosca, nell’opera di Puccini, che da qui si gettò dopo l’uccisione a tradimento del suo amato Cavaradossi.
Non possiamo perdere l’occasione di ammirare la Basilica di San Pietro con il colonnato opera del Bernini, composto da ben 284 colonne di ordine dorico, sormontate da una balaustra sulla quale si affacciano 140 statue di santi alte più di tre metri. Le colonne suddivise in due emicicli, sono disposte l’una dietro l’altra su quattro file, ma per un effetto ottico, se osservate dalla giusta angolazione, segnalata tra i sampietrini, appaiono perfettamente allineate tanto da ingannare chi osserva che vede un’unica fila.
Non dimentichiamoci di visitare la Pietà di Michelangelo, le Grotte Vaticane, in cui sono custodite la Tomba di Pietro, i Musei Vaticani e la Cappella Sistina.
Ora che ci troviamo sulla piazza che è l’emblema della Cristianità dobbiamo camminare a testa bassa alla ricerca del misterioso sampietrino a forma di Cuore, noto come “Er core de Nerone“, un bassorilievo che cela storie e leggende.
Alcune lo legano al “Cuore di Bernini” come segno di un amore mai trovato, altre narrano come il sampietrino a forma di cuore sia stato realizzato da Michelangelo come simbolo di un amore infranto, altre ancora lo vogliono realizzato da una donna in omaggio al marito condannato ingiustamente a morte, un’ultima leggenda lega la storia di questo famoso sampietrino all’ultimo discorso di Garibaldi a Roma il 2 luglio del 1849 poco prima della caduta della famosa Repubblica Romana.
Chissà quante volte lo abbiamo distrattamente calpestato! Ma dove si trova esattamente il sampietrino a forma di cuore?
Con la sguardo verso la facciata di San Pietro lo troviamo sul lato sinistro, all’interno della pavimentazione che rappresenta la rosa dei venti.
Roma è un libro vivente che spesso ci fa scoprire la sua storia dove meno ce lo aspettiamo.
Informazioni:
http://www.unesco.it/
https://www.comune.roma.it/it/sovrintendenza-capitolina-ai-beni-culturali.page