Il Carnevale storico di Pontecorvo è una festa che anima l’intero borgo e a cui accorrono migliaia di partecipanti da tanti territori. Una festa collettiva di grande bellezza e allegria che ha origini molto lontane.
Già nel 1952, secondo quanto si narra, il primo pupazzo che dà inizio alla tradizione del Carnevale di Pontecorvo è Alicandro, un gigantesco elefante di cartapesta acquistato da alcuni pontecorvesi in visita a Napoli.
A questa maschera si aggiunse nel tempo il Mazzamavere, una grossa figura vestita di un lenzuolo e con il volto tinto di nero. Il nome pare derivi dal grido “Ammazza i Mori” lanciato dagli abitanti di Pontecorvo per respingere con forza le incursioni dei saraceni, i Mori appunto.
Nel 1979 si aggiunse una nuova maschera, la Principessa. Questo personaggio fa rivivere i fasti delle grandi serate da ballo degli anni 70 che terminavano con l’elezione di una “Reginetta della Festa”. Alla sfilata, la Principessa era trasportata su un risciò, accompagnata dalla Corte e da Sua Maestà Re Carnevale. Era così importante e celebrata da tutti che il Sindaco durante la festa veniva spodestato e costretto a consegnare alla bella Principessa le chiavi della città.
Da diversi anni, però, la maschera ufficiale del Carnevale pontecorvese è “Burlicchio”, una sorta di grande Arlecchino con il naso di Pinocchio e con in mano un manganello.
Protagonisti indiscussi sono i carri allegorici che a Pontecorvo vengono realizzati con una tecnica artigianale unica nel suo genere. Ciascun carro presenta infatti una struttura portante in ferro e un rivestimento realizzato con materiali di recupero come la carta di giornale, la creta e il gesso. Ogni anno tutti i carri sono frutto di dedizione e talento, realizzati per raccontare emozioni e tradizioni e per donare a tutti un grande sogno fatto di colori e allegria.
Generalmente la sfilata dei carri si svolge per due domeniche mentre la premiazione del carro vincitore avviene alla conclusione del periodo carnevalesco.