Il Carnevale a Poggio Mirteto si presenta in due forme distinte: il carnevale calendariale o il Carnevalone Poggiano, e il Carnevalone Liberato celebrato nel periodo della Quaresima. Poggio Mirteto è dunque il “paese dei due carnevali”, profondamente differenti ma entrambi storicamente radicati nella cultura e identità di questo vivace centro della Sabina.

Le origini del Carnevale Poggiano sono da ricercarsi in alcune celebrazioni dell’antichità e specialmente nelle feste dionisiache dell’antica Grecia e nei saturnali dell’antica Roma. Ha due caratteri: gioioso fino all’orgiastico, e religioso. Nel carnevale moderno il carattere religioso ha finito per scomparire sotto quello orgiastico, sopravvivendo nel suoo aspetto più simpatico derivato dai saturnali. Questi erano destinati a ricordare l’età mitica di Saturno in cui gli uomini godevano di tutti i beni e quindi anche dell’uguaglianza e della libertà. Durante queste celebrazioni erano infatti sospesi i normali rapporti fra padroni e schiavi. Gli schiavi potevano sedere alla tavola padronale ed era permesso lo scambio dei rispettivi ruoli e vestiti.

Con questo carattere festoso e pittoresco, i cittadini di Poggio Mirteto organizzano ogni anno il loro “Carnevalone”. Il termine è in uso dal 1861 quando, a imitazione dei carnevali italiani più famosi, sfilò per le vie un grosso fantoccio di cartapesta, il “carnevalone” appunto, poi fu bruciato in piazza. La più antica memoria scritta è del febbraio 1579 quando i “Massari” pro-tempore elessero un comitato di sette persone per i festeggiamenti del carnevale. Oggi, non solo canti, danze, maschere, carri allegorici caratterizzano il carnevale mirtense ma anche gare e tombolate. Per finire, la morte di “Sua Maestà Carnevalone” che, dopo aver fatto testamento, viene bruciato in piazza. Tradizionalmente i festeggiamenti del Carnevale a Poggio Mirteto comprendono il Carnevale dei bambini e la Sagra della Bruschetta, esaltata nel sapore dall’olio EVO DOP della Sabina.

Carnevalone Liberato a Poggio Mirteto

La prima domenica di Quaresima, in contrapposizione, arriva l’appuntamento storico della Sabina con il Carnevalone Liberato. Si tratta del ‘Carnevale Anticlericale’ con una connotazione fortemente dissacratoria. Non si festeggia solo la fine del Carnevale con maschere, carri, vino e compagnie danzanti, ma è la celebrazione della liberazione di Poggio Mirteto dallo Stato Pontificio.

Le radici di questa tradizione risalgono al 1861, quando la Sabina era stata annessa al Regno d’Italia e Poggio Mirteto era rimasta esclusa restando sotto il dominio papale. Il 24 gennaio 1861 nel centro sabino scoppiò una vera e propria insurrezione contro le autorità pontificie locali fino alla liberazione dal potere temporale dei papi e l’immissione nel nuovo stato italiano. Non si trovano precisi riscontri documentari ma la tradizione vuole che proprio da questo fatto nacque il Carnevale Liberato di Poggio Mirteto. Si racconta che il commissario straordinario dell’Umbria, il conte Gioacchino Napoleone Pepoli, si recò a prendere possesso di questo nuovo territorio e in segno di riconoscenza per l’azione autonoma degli abitanti, assicurò il suo impegno affinché fosse fatta una variante al progetto di ferrovia Pio Centrale per il tratto Roma-Orte. Fu inaugurata nel 1865 si fece passare quanto più vicino a Poggio Mirteto. I poggiani, nel clima di euforia e nell’intento di rifarsi da quanto avevano subito durante il dominio temporale della chiesa, scelsero di farsi autorizzare i festeggiare del Carnevale nella prima domenica di Quaresima.

Il carnevale anticlericale si tenne fino alla firma dei Patti Lateranensi nel 1929, quando il Fascismo decise di sopprimerla nell’ambito della più generale politica di alleanza col Vaticano. La festa fu ripristinata nel 1977 conservando integro il suo carattere di festa laica, con abbondante uso di bonaria ma caustica ironia anticlericale.

Il via dei festeggiamenti viene dato dall’ingresso in Piazza Martiri della Libertà del “Bammoccio”, un pupazzo di cartapesta raffigurante il politico del momento contro il quale si scatenerà l’ironia tipica del Carnevale. Così si segna anche l’apertura degli stand gastronomici con pietanze a base di carne, un alimento che i cattolici mangiano molto poco durante la Quaresima. E tra litri di vino rosso, iniziano gli spettacoli degli artisti di strada e bande marcianti.

All’imbrunire c’è la tradizionale Processione dei Moccoletti, il Falò del Bammoccio e della Pantasima. La Pantasima è un fantoccio danzante che appartiene a tutt’altra tradizione assolutamente slegata dal Carnevale e connessa invece con le feste patronali di mezz’agosto dell’area sabino-abruzzese. Nel corso degli anni la festa è cresciuta esponenzialmente fino a diventare uno degli appuntamenti di piazza più amati e frequentati del Centro Italia. Migliaia di persone in costume, fin dalla prima mattina, invadono il centro storico di Poggio Mirteto per assaggiare l’enogastronomica locale e assistere agli spettacoli di un Carnevalone decisamente fuori dagli schemi!

Ogni anno il paese torna a dividersi e a partecipare al Carnevalone Poggiano piuttosto che a quello Liberato, e viceversa. La verità sta come sempre nel mezzo, almeno secondo noi: non perdete i Carnevali a Poggio Mirteto, raccontano due storie imperdibili! Il Carnevale Poggiano è visibile online nel progetto “World Wide Carnival”.

 

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