Gaeta con il suo golfo, simbolo della Riviera di Ulisse, è un luogo indimenticabile per vivere un’emozione unica, irrepetibile e fuggire dall’afa cittadina.
Partiti di buon mattino ci dirigiamo con l’auto nella città delle cento chiese, le cui origini si perdono nella leggenda di Ulisse che qui venne sedotto da Circe ed in quella di Enea che qui seppellì la sua amata nutrice. Dopo aver parcheggiato nei pressi del porticciolo ci rechiamo a piedi in Via Indipendenza, chiamata dagli abitanti “o’ vico”.
Qui il tempo sembra si sia fermato, una strada, un riferimento, un pezzo di storia con i balconcini delle case pieni di piante, con una miriade di negozietti e bancarelle dove le signore sedute sulle ceste della frutta vendono i loro prodotti a Km zero. La lunga via pedonale sembra sia dotata di un naturale gradevolissimo “condizionatore” dovuto alla piacevole rinfrescante brezza marina che si insinua tra le decine di vicoli trasversali che la intersecano.
Ed è qui che non possiamo non entrare in uno dei tanti locali per assaggiare una delle specialità gastronomiche tipiche della città di Gaeta, la Tiella, antica pietanza già gradita a contadini e pescatori ma sembra che ai tempi dei Borbone anche alcuni di essi ne fossero estimatori. Essendo un piatto unico che può essere farcito con polpi, calamaretti, scarola, spinaci e baccalà, zucchine, cipolle, alici, sarde, cozze, o altro, abbiamo solo l’imbarazzo della scelta e alla fine optiamo per una farcita con il polpo e l’altra con scarola e olive.
Ci avviamo verso il porto ove decidiamo di prendere a noleggio una barca con la quale, insieme allo skipper Franco che ci farà anche da cicerone, entreremo nel cuore del Parco regionale della Riviera di Ulisse, navigando sotto costa gran parte del magnifico golfo.
Oltrepassata la base della Marina Militare, ci fermiamo davanti alla città vecchia, da questa posizione privilegiata possiamo ammirare la chiesa di San Francesco probabilmente una delle più belle della città, fondata dallo stesso patrono d’Italia nel 1222. La straordinaria torre campanaria della cattedrale di S. Erasmo e Marciano e S. M. Assunta alta 57 metri ed in alto a destra il castello Angioino-Aragonese, sede del carcere militare in passato ed oggi caserma della Guardia di Finanza e sede dell’Università di Cassino. Nel corso dei secoli Gaeta ha dovuto resistere a ben 18 assedi, da qui l’incredibile numero di fortificazioni e strutture di protezione che caratterizzano la città e attraggono turisti e storici da tutta Italia.
Riprendiamo la nostra navigazione tra le onde del mare blu cobalto, ci piacerebbe tuffarci e fare il bagno ma aspetteremo di arrivare alla spiaggia dei 40 Remi, il cui nome richiama appunto il numero di remate necessarie per raggiungerla e dove ci soffermeremo per … sognare.
Rimaniamo affascinati dalla Montagna Spaccata e dalla Grotta del Turco, il nome di quest’ultima è legato ad un’antica leggenda secondo la quale un marinaio turco miscredente si appoggiò alla roccia che miracolosamente divenne morbida sotto la sua pressione, lasciando così per sempre l’indelebile segno della mano. Il Santuario della SS. Trinità, edificato dai monaci benedettini e sede di formazione per i seminaristi, domina dall’alto del Monte Orlando.
Proseguendo e non allontanandoci troppo dalla costa, la città continua a meravigliarci, vediamo uno scoglio, quasi un isolotto dalla sagoma allungata che ricorda quella di una nave, appunto la “nave di Serapo” la cui leggenda narra sia stata l’imbarcazione di Ulisse trasformata dalla Maga Circe in uno scoglio. Di seguito alla spiaggia di Serapo scorgiamo la spiaggia di Fontania che, per la sua meravigliosa posizione, in antichità fu scelta come dimora dal console romano Gneo Fonteo. Ancora oggi conserva i resti della grandiosa villa romana risalente al I secolo d.C.
Questo tratto di costa è molto frequentato dai subacquei per via della presenza di alcune grotte come il Pozzo del Diavolo, noto anche come Pozzo delle Chiavi, una grotta che si apre all’improvviso nella roccia e dopo un salto di 50 metri sprofonda nel mare. Lo skipper Andrea ci narra che secondo alcune fonti, gli antichi romani usavano il pozzo per gettarvi gli schiavi ribelli, lasciando liberi quelli che riuscivano a salvarsi (cosa purtroppo improbabile) da quella fine orrenda.
Nei dintorni si trova anche un’altra grotta famosa: la Tana dei Copertoni il cui nome si deve a due gomme d’auto che erano incastrate nella roccia da tempi immemorabili.
Andando ancora avanti, catturano la nostra attenzione due antiche torri d’avvistamento, Torre Viola e Torre San Vito.
Fermata la nostra imbarcazione e giunti a nuoto sulla piccola spiaggia dei 40 Remi, rimaniamo colpiti da una delle meravigliose abitazioni che ci sovrasta con terrazze costruite a picco sulla scogliera. La nostra immaginazione ci porterebbe a concludere il viaggio affacciati in uno di quei fantastici terrazzini sul mare, osservare cadere il sole sul Circeo e magari sorseggiando come aperitivo uno dei gustosi vini tipici di questa costa tirrenica, noti per la loro originalità e qualità. Ma si sa, sognare fa bene perché … a volte … i sogni possono avverarsi.
Abbiamo vissuto una straordinaria giornata, in luoghi ricchi di storia, natura, bellezze e delizie…
What a wonderful day on the Riviera di Ulisse