Fara in Sabina è affacciata su un paesaggio verde che si estende a perdita d’occhio tra boschi di faggi e querce, colline, uliveti e tanti piccoli villaggi disseminati nella campagna.
Autentico paradiso per gli amanti del turismo lento e per i visitatori alla ricerca di esperienze uniche tra storia, natura, arte ed enogastronomia.
Fara in Sabina si trova nel cuore di un fertilissimo territorio dove dal X – IX sec. a.C., si sono insediati i Sabini. Una panoramica approfondita dell’antico popolo sabino si può ammirare nel Museo Civico Archeologico della Sabina Tiberina.
Il MUSAF è ospitato nel Palazzo cinquecentesco Brancaleoni, nella piazza del Duomo. Qui sono in mostra le antiche testimonianze di inestimabile valore provenienti dagli scavi dell’antica città di Cures, vicina al fiume Tevere, e dalla Necropoli di Eretum che si trovava in prossimità della odierna Montelibretti.
Tra i reperti da non perdere per la loro magnificenza: il trono in terracotta e il Carro del Principe di Eretum. Proprio il Carro, trafugato con il corredo della tomba XI durante i lavori di costruzione di un nuovo edificio, è stato ritrovato molti anni dopo all’interno delle collezioni della NY Carlsberg Glyptotek di Copenaghen e successivamente restituito alla comunità di Fara in Sabina. Dal 2024 il Carro del Principe è esposto all’interno del Palazzo Brancaleoni, in una sala a lui interamente dedicata.
Ricco di fascino medievale è invece il centro storico della cittadina.
Nella Piazza del Duomo, oltre alla sede del Museo Civico, si trovano la Cisterna costruita dai Farnese nel 1588, la singolare torre campanaria separata dalla Chiesa e la Collegiata del 1500 intitolata a Sant‘Antonino Martire, il patrono di Fara in Sabina e di tutte le sue frazioni. La Chiesa, costruita su una preesistente chiesa sotterranea, contiene al suo interno alcuni elementi artistici di particolare importanza come il tabernacolo in alabastro di Volterra del Vignola risalente alla metà del 500 e il crocifisso di Cristo dalla fattura singolarmente realistica.
Dalla terrazza della piazza del Duomo, da cui si gode un panorama spettacolare sulla valle sottostante, si entra nel borgo tra vie tortuose e strette che si aprono in tanti piccoli cortili ben conservati.
Tra le particolarità da visitare il Monastero delle Monache Clarisse Eremite che ospita all’interno il Museo del Silenzio. La visita al Museo conduce in una stanza buia nella quale, uno alla volta, si illuminano gli oggetti della vita quotidiana delle monache accompagnati dai suoni prodotti dal loro utilizzo. Si tratta di una potente esperienza sensoriale che intende restituire al visitatore l’essenza della vita monastica trascorsa in perenne contemplazione del divino.
Passeggiando tra le strette viuzze del borgo si arriva in Piazza Garibaldi, detta Piazza Forcina. Qui si trova la casa natale dello storico grecista Lorenzo Rocci, padre del dizionario italiano-greco tra i più famosi in Europa, sul quale si sono formate agli studi classici intere generazioni.
Oltrepassata la casa dello studioso si giunge sulla terrazza che si affaccia sul Monte Acuziano. Sulla cima sono ben visibili i ruderi di un’opera rimasta incompiuta, l’Abbazia di San Martino, raggiungibile tramite un sentiero che parte da località Quattro Venti.
Da non perdere nella Sabina una visita alla vicina Abbazia di Farfa, inclusa nel Sito seriale dei Monasteri benedettini candidati al Patrimonio dell’umanità UNESCO.
Oltre alla visita all’Abbazia del XIV sec., vale la pena una passeggiata tra le botteghe artigiane del borgo di Farfa, tra case in pietra e piccoli negozietti di artigianato locale che consentono ai visitatori di portare a casa un ricordo speciale di questo magico luogo. Già dal 400 queste botteghe erano dedite alla vendita delle merci in occasione delle due grandi fiere che si svolgevano ogni anno in primavera e in autunno. Tra le merci acquistabili, vasellami in ceramica, tessuti e prodotti da forno. In una di queste botteghe ancora oggi si può ammirare un antico telaio perfettamente funzionante.
Un’altra tappa da non perdere prima di lasciare l’incantevole Sabina è la piccola frazione di Canneto. Qui si trova un albero che non è un semplice albero ma è l’Ulivone: un olivo millenario ormai simbolo della Sabina e dei suoi uliveti. Si tratta di un albero straordinario: l’olivo più vecchio d’Europa, tra i più grandi esistenti, con una chioma e un tronco di 7,2 metri di diametro e le radici che affondano in terra Sabina da oltre 2.000 anni. È possibile ammirare questo miracolo della natura grazie alla disponibilità del proprietario del terreno in cui si trova e alle numerose indicazioni che conducono sul posto.
Prima di andar via non può mancare un assaggio a un prodotto tipico locale come la pasta alla sabinese, piatto semplice ma ricco di sapore, o una calda bruschetta condita con il meraviglioso olio della Sabina che ha ottenuto, ormai da anni, il marchio DOP per la sua originale qualità.