Caricati gli ultimi bagagli, tutti a bordo, mamma, papà, bambini ed Eddy, il nostro barboncino bianco, pronti per partire alla volta della Sabina. Tra una canzoncina, un gioco raggiungiamo la nostra prima meta, Canneto dove, tra stradine di campagna e vasti oliveti, abbiamo trovato, l’Olivone millenario.
Meraviglia… non volevamo crederci, leggendo dei suoi sette metri di diametro, ma quando in quattro abbiamo provato ad abbracciarlo e non ci siamo riusciti abbiamo decretato che il primato di pianta tra le più antiche e grandi di Europa era tutto meritato. Anche Eddy felice ha gironzolato diverse volte attorno a questo imponente monumento per poi provare a saltare per prendere qualche ramoscello ma senza risultato, l’olivone con i suoi quindici metri di chioma era al sicuro dai suoi assalti!
Tutti in macchina per raggiungere Fara in Sabina, borgo medievale con stradine lastricate, senza traffico e un’atmosfera di pace e tranquillità fuori dal tempo. Parcheggiamo vicino al grande parco per una breve pausa di relax sotto il fresco della pineta, qualche scivolata e un po’ di altalena per i bambini, mentre Eddy ha trovato il suo tesoro, una pigna, che lo ha tenuto impegnato tutto il tempo.
E’ quasi ora di pranzo, ed a guidarci è il profumo dei sapori di una volta… così troviamo un forno tardo rinascimentale, al piano terra del Monte Frumentario, dove il pane è lavorato ancora come una volta, con gli stessi gesti e gli stessi ingredienti, a partire dal lievito naturale. I bambini escono felici con il loro pezzo di pizza rossa, pane fragrante e profumatissimo ed un sacchetto pieno di spumose meringhe e profumatissime crostatine, che mangiamo seduti al belvedere di Piazza del Duomo dove lo sguardo corre veloce verso gli antichi sette colli di Roma, ora come un tempo.
Dopo una visita al Museo Civico Archeologico, che ricostruisce il contrasto tra “città dei vivi” e “città dei morti” con i reperti dell’abitato di Cures e della necropoli di Eretum, e l’oggetto più incredibile: il trono di terracotta rosata che ha portato alla disputa tra i bambini per assegnarlo al principe o alla principessa delle storie create nei loro disegni.
Lasciamo questo delizioso borgo e procedendo, sempre sulla SP41, ci addentriamo nel cuore dell’antica terra Sabina, dove ai piedi del monte Acuziano, in un’atmosfera di mistico silenzio, immerso nel fascino di una natura verdeggiante, troviamo il piccolo borgo di Farfa, sorto presso la famosa abbazia, chiuso da mura e caratterizzato da basse costruzioni con le botteghe artigiane al pian terreno.
Mentre Eddy saltellava tra i selciati, i bambini sono rimasti letteralmente rapiti da un negozio di articoli medievali tra cui riproduzioni di soldatini e principesse, portarli via è stata una discreta impresa. Per un attimo anche mamma e papà hanno pensato di essere stati catapultati indietro di mille anni, che posto suggestivo!
Arrivati a Rieti per trascorrere la notte abbiamo fatto una bellissima e rifrescante passeggiata sul Lungo Velino, luogo di movida ma con diversi angoli di tranquillità, piccole anse dove sedersi per godere lo scorrere lento del fiume e i panorami dei monti circostanti, pronti a definire i dettagli della giornata seguente… eh sì, perché l’avventura in Sabina continua…. A presto!!!