La sua ironia: sensuale, greve e terragna, ci ha incantato. La sua penna: amara, cinica e bastonatrice ha consacrato al mondo intero il cinema italiano, Roma e i personaggi che grazie a lui divennero immortali… buon compleanno Federico Fellini, oggi sarebbero 100 candeline, che tutto il mondo spegnerà per te, ricordandoti attraverso libri, mostre e incontri, perché un genio non muore mai!
Rimini gli diede i natali, ma Roma fu la seconda casa. È esattamente a via Margutta 110 con la moglie Giulietta Masina che viveva, oggi lo ricorda una targa. Era nato il 20 gennaio 1920, quale occasione migliore per avviarci alla scoperta dei tanti luoghi e monumenti della città che si incontrano nei suoi film… per ricordarlo!
Pronti, quindi per una passeggiata felliniana, tra i vicoli di una Roma che il grande registra esportò in ogni dove…
Via Veneto, Piazza del Popolo, la Fontana di Trevi, tre luoghi che nel loro DNA hanno “La Dolce Vita”. Di tanto in tanto, buffamente e grottescamente, qualcuno prova a gettarsi nella Fontana di Trevi facendo il verso alla statuaria Anita Ekberg, salvo poi essere ripreso e multato… ma diciamolo onestamente, sarebbe il sogno di molti e molte… passare indenni al tuffo…
Ma via Veneto è anche “Le notti di Cabiria“, quando Giulietta Masina si mischia con signore della notte che hanno tariffe ben più alte delle sue.
Poi ci sono Trinità dei Monti, Via Sistina e Via 24 maggio, San Pietro, la spiaggia di Fregene set di “Uno Scheicco Bianco”, uno dei primi film del registra da cui trapela cosa sarà il mondo dell’immaginario felliniano. I sobborghi di Roma, le prostitute, i fotoromanzi e il mondo dello spettacolo. Una storia d’amore ricca di avventure e di phatos ma anche di disillusioni che portano dietro i primi amori giovanili.
Piazza San Pietro luogo di culto, maestosa, berninianamente affascinante è stato set non solo per lo “Sceicco bianco”. Nel “La dolce vita” la piazza del Stato del Vaticano appare in tutto il suo splendore quando la musa Ekberg sale in cima al cupolone.
Il lungo vagabondaggio per Roma prosegue tra Castel Sant’Angelo, le Terme di Caracalla, San Giovanni e la Trastevere della Festa de’ Noantri ripresa in “Roma”, l’opera che più valorizza il legame tra Fellini e la capitale.
A Piazza Campitelli, lo sposino Ivan (Leopoldo Trieste), abbandonato da sua moglie Wanda (Brunella Bovo), triste e sconsolato, si siede su una fontana della piazza, dove due prostitute provano a confortarlo.
Siamo sul set di Roma.
La Stazione Termini, la più grande di Roma, sicuramente ai tempi, simbolo di rinascita sociale per Fellini fu set di ben 5 film “Lo sceicco bianco”, “I vitelloni”, “Roma” e “Le notti di Cabiria”, per finire con “Ginger e Fred”.
L’algida e marmorea EUR ha fatto da sfondo all’episodio “Le tentazioni del Dottor Antonio” uno dei lavori meno conosciuti di Fellini, secondo episodio di un film collettivo “Boccaccio 70“, girato insieme ad altri registi: Mario Monicelli, Luchino Visconti e Vittorio de Sica. S’intitola Boccaccio 70 (1962). Le parti dell’Eur care allo sguardo del regista sono il Palazzo della civiltà italiana e i portici del Palazzo degli uffici. Inoltre, nelle sequenze introduttive al film, viene mostrato il Laghetto dell’Eur.
Il gigante di Roma, il Colosseo, non poteva non avere un ruolo centrale in “Roma”.
La Tomba di Cecilia Metella, il più grande e antico monumento dell’Appia Antica, che ricalca il simbolo ellenico, ma anche etrusco per un breve istante, appare in “Roma”, dove si vede un frammento del Mausoleo, fra busti e resti di colonne romane, svetta un’immensa e feroce prostituta divenuta il simbolo del film.
Nel Parco degli Acquedotti, “La dolce vita” inizia con una ripresa panoramica del parco, da cui comincia il giro in elicottero di Marcello Mastroianni. Certo in elicottero non potrete ammirarlo, ma di certo, con una bella passeggiata, avrete sicuramente idea, del perché Fellini lo scelse per il film.
Sempre in “Roma” ritroviamo anche il Foro Italico, ripreso nel cinegiornale che mostra un gruppo di atleti al Foro, pronti ad alzare il braccio nel saluto romano a Mussolini dopo aver eseguito il salto nel cerchio di fuoco.
La Chiesa Don Bosco di Cinecittà è teatro di una delle scene più significative de “La dolce vita”. Qui Marcello Mastroianni incontra per caso Steiner (Alain Cuny), un vecchio amico che sarà al centro dell’episodio più tragico del film.
Nel corso dei suoi 80 anni di storia, oltre 3.000 film hanno preso vita negli studi di Cinecittà e ben 51 pellicole hanno vinto l’Oscar: qui sono stati realizzati capolavori che hanno fatto emozionare generazioni di spettatori. All’interno, il Teatro 5 è stato il regno di Federico Fellini che vi ha diretto alcuni suoi capolavori e conserva tutt’oggi il primato di teatro di posa più grande d’Europa.
Ma c’è anche un Fellini privato, che ha “scandito”, passo dopo passo le strade romane, il palazzo di Via Gregoriana 12, dove si recava a fare sedute di psicoanalisi con l’illustre Dottor Ernst Bernhard, allievo di Jung; il suo studio a Corso Italia (angolo Via Po); e tre vie: Via Piemonte, Via Brunetti e Via Germanico dove il registra amava mangiare. Ovviamente Piazza del Popolo, dove Federico incontrava gli amici e prendeva il caffè.
A Roma Lunedì al Cinema Nuovo Sacher di Nanni Moretti (Largo Ascianghi, 1 – Roma) saranno proiettati: Lo sceicco bianco (alle 16:15), I vitelloni (alle 18), 8 ½ (alle 20) e Amarcord (alle 22:30).
Lunedì sarà inaugurata la mostra Federico Fellini curata da Simone Casavecchia, con una selezione di trenta immagini provenienti dalla Fototeca Nazionale (Centro Sperimentale di Cinematografia) nel Salone Vanvitelliano della Biblioteca Angelica. La rassegna è aperta fino al 28 febbraio.
Al Museo Maxi omaggio alla creatività poetica e cinematografica di due straordinari artisti – Federico Fellini e Tonino Guerra: cento anni di sogni – con la proiezione di Fellini Fine Mai di Eugenio Cappuccio e Il lungo viaggio, di Andreij Khrzhanovskij ideato da Tonino Guerra (domenica dalle 17,30)
Palazzo Altemps la celebrazione in musica attraverso le colonne sonore dei film di Fellini. Il violinista Yury Revich e il fisarmonicista Pietro Roffi si esibiranno in una serie di improvvisazioni delle musiche di Nino Rota (22 gennaio alle 19,30)
Galleria Vittoria – Il tema Felliniano Mondo, è letto dai 120 artisti che hanno partecipato alla mostra, organizzata da Tiziana Todi, spedendo le proprie opere da 24 nazioni (IX edizione di Mail Art, da domani alle 16,30 fino al 23 febbraio)