Isola del Liri è un gioiello della Ciociaria da visitare almeno una volta nella vita. Ma cosa c’è da vedere nel borgo e dintorni? Scopritelo nel nostro minitour di 3 giorni, tra fiaba e horror.
Lo spettacolare centro storico di Isola del Liri nasce nel Medioevo ai piedi della Cascata Grande, lo scroscio di 27 metri che fa innamorare tutti. E anche chi ha il cuore troppo indurito è “obbligato” a fermarsi per un indimenticabile bacio sullo sfondo dell’isola ciociara con tanto di #KissnefregaseGlialtriciGuardano da postare sui social! Così scenografica, è l’unica cascata che precipita in Italia nel centro storico, al 2° posto tra le dieci meraviglie naturali d’Italia per Skyscanner.
Ma cosa ha causato questa peculiarità così sbalorditiva a ogni ora del giorno e della notte? Puntiamo il dito sul Castello Boncompagni Viscogliosi ed entriamo calcandone il ponte medievale. È questo palazzo fortificato a difesa della piana di Sora che obbliga il Liri a biforcarsi. La Natura ha fatto il resto creando due cataratte spumeggianti.
Dall’anno Mille, ha ospitato i Della Rovere e poi la famiglia Boncompagni, ma solo nel 1600 si tramutò in una vera residenza signorile grazie a Costanza Sforza. La impreziosì con affreschi d’ispirazione biblica, 18 altorilievi in stucco dei comuni nel ducato di Sora nel Salone dei Diciotto Paesi, statue che personificano le virtù di un buon principe e uno splendido giardino all’italiana con la Cappella dedicata alla Madonna delle Grazie.
Perlustrando Isola del Liri, scoviamo qualcosa di diversamente meraviglioso: è la Villa Nota – Pisani, o Villa Lefebvre. Fu commissionata ad artisti francesi dai Lefebvre, la nobile famiglia di imprenditori nell’industria cartaria che nel 1816 fondò l’omonima cartiera, determinando lo sviluppo economico del borgo. Fino all’inizio del Novecento abitarono in questa villa dallo stile eclettico.
L’interno è decorato con affreschi, trompe l’oeil e papier peint accarezzati dalla luce delle vetrate in stile Belle Époque. All’esterno c’è il grande parco all’ombra di tetti aguzzi, abbaini, guglie e pinnacoli, con romantici viali circondati da fontane e piante secolari ad alto fusto. Nei primi del Novecento l’acquistò il Cavalier Antonio Pisani e fu poi ereditata dalla famiglia Nota. La villa è una Dimora Storica del Lazio visitabile con la guida.
Meno di 10 km e, in men che non si dica, ci spostiamo a Sora per raggiungere un monumento naturale: il Castello di San Casto e Cassio, o Rocca Sorella. Siamo al cospetto dei ruderi di un castello del VI secolo a.C. sul monte San Casto, meta imperdibile per gli amanti del trekking.
Questa fortificazione a difesa del Regno di Napoli fu prima dominio volsco, poi romano e longobardo. Solo nel 1520 è divenuta una residenza nobiliare e ha ospitato le famiglie Cantelmo, Della Rovere, Boncompagni e Borgia.
I ruderi sono visitabili partendo a piedi dal quartiere Canceglie a Sora, percorrendo la dorsale rocciosa di monte San Casto. Il panorama sulla valle del Liri è spettacolare mentre costeggiate le mura poligonali e varcate la porta a sesto acuto per vedere i bastioni e la torre esagonale.
È tempo di spostarci a Fumone… a caccia di fantasmi! Poco più di 40 km e raggiungiamo questo borgo acchiocciolato attorno al Castello. Luogo inquieto e paradisiaco al tempo stesso, svetta dal IX secolo tra i monti Ernici e i Lepini e appartiene ai marchesi Longhi De Paolis dalla fine del 1500.
Il meraviglioso giardino pensile più alto d’Europa si staglia a quota 800 metri su 3.500 mq abitati da alberi secolari! Da questo giardino all’italiana, il panorama spazia sulla Ciociaria fino a Roma. Da questa rocca inespugnabile, infatti, partiva una colonna di fumo durante le invasioni e, di borgo in borgo, si ripeteva lo stesso segnale fino a raggiungere Roma. Un sistema impeccabile che ha generato persino il detto
Quando Fumone fuma tutta la campagna trema.
Nella rocca fu imprigionato e morì Celestino V, il papa “ignavo” di Dante Alighieri che rinunciò al soglio pontificio. Durante la visita guidata vedrete la prigione e il Santuario di Celestino V, la cappellina eretta dai Longhi in suo onore.
Le sale degli Stemmi e degli Antenati sono autocelebrative e sfoggiano antichi ritratti e ornamenti della famiglia Longhi De Paolis.
Nell’Archivio del Castello troverete l’inquietante salma di Francesco Longhi Caetani in una teca di vetro. Morì da bambino per ragioni ancora oscure tanto da ispirare alcune macabre leggende popolari. Pare che in uno scritto della famiglia Longhi si narri della morte sconcertante a cinque anni dell’ultimo figlio maschio. La madre, la Marchesa Emilia Caetani Longhi, lo adorava e le sette sorelle ne erano invidiose. Perché? Non volevano cedere l’eredità all’ultimogenito e unico maschio. Il marchesino si ammalò e morì. Il destino decise per loro? O forse no. Quel che è certo è che la madre non voleva lasciarlo andar via e per questo lo vestì di tutto punto, lo contornò dei suoi giochi preferiti e lo custodì imbalsamato in una teca.
Paura? Non sapete cosa vi aspetta! Arrivati al Piano Nobile, ci accoglie il Pozzo delle Vergini, un dettaglio non poco inquietante. Ecco la sua storia. Il feudatario aveva il diritto di trascorrere la “prima notte” con le fanciulle in procinto di sposarsi ma quelle impure le gettava nel Pozzo. Terrificante usanza decaduta… ma ancora di fantasmi, neanche l’ombra! O non ce l’hanno l’ombra?
Una sagoma oblunga appare all’improvviso davanti a noi: è lui, il fantasma! Siamo arrivati al lago di Canterno, tra Fumone, Ferentino, Fiuggi e Trivigliano. Perché è detto “lago fantasma”? Nel 1800, un inghiottitoio di questa conca paludosa si ostruì con i detriti. Fu così che le acque si riversarono nella parte più bassa creando un nuovo lago. Dopo giorni, mesi o anni, i detriti si discioglievano e si riaccumulavano e, all’improvviso, il lago spariva o riappariva, proprio come un fantasma!
Non ci credete? Abbiamo un testimone. Vive al lago da un tempo imprecisato. Ve lo presentiamo, è un tronco d’albero che affiora e scompare a circa 40 mt dalla costa rivolta verso Fiuggi.