Turista o romano, avrai risposto “Certo!”. Ma noi ti sveliamo due punti molto poco noti di Piazza di Spagna nel grande sito Patrimonio Mondiale dell’Unesco della Città Eterna.
Forse tutti sanno che Piazza di Spagna deve il suo nome all’Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede nel Palazzo Monaldeschi, e la sua scalinata di 136 scalini a Benedetto XIII, il Papa che chiese per il Giubileo del 1725 di collegare una zona a forte presenza spagnola con la Chiesa della Santissima Trinità dei Monti, officiata e frequentata dai francesi.
Il panorama che si gode dalla Terrazza di Trinità dei Monti è spettacolare: dalla barocca fontana della Barcaccia, cesellata da Pietro e Gian Lorenzo Bernini, a Via del Babuino, la strada che con Via del Corso e Via di Ripetta compone il famoso Tridente che unisce piazza del Popolo al Rione Campo Marzio.
Ma forse non tutti sanno che vicino alla chiesa di Trinità dei Monti c’è la Casa dei Mostri. È Palazzetto Zuccari in via Gregoriana 30. Ispirato al surreale Sacro Bosco di Bomarzo, vi sembrerà di essere inghiottiti nell’Inferno! Ad accogliervi in questo esempio di architettura manierista ci sono porte e finestre a forma di enormi fauci e occhi spalancati con tanto di sopracciglia aggrottate e nasone arricciato. L’effetto conturbante colpì i coevi e 300 anni dopo persino Gabriele D’Annunzio che la annoverò nel romanzo “Il piacere”.
Ecco la sua storia. Fu la residenza di Federico Zuccari, il pittore e critico d’arte che lo ideò nel 1592 dopo essere rimasto ammaliato dal Parco dei Mostri di Bomarzo. Desiderava una residenza estrosa dove i visitatori, inizialmente intimoriti, esitassero a entrare per rimanere ancor più stupefatti da ciò che avrebbero scoperto all’interno: l’incantevole giardino, oggi scomparso, e i magnifici affreschi, opere dello stesso Zuccari come “Ercole al bivio tra il vizio e la virtù”.
In questa atmosfera di singolari contrasti, Zuccari voleva creare un salotto culturale dove confrontarsi sul fulcro della sua vita, l’Arte. E così fu. Nei tre secoli a seguire, alcuni ne modificarono la struttura, alla metà del 1700 fu trasformato in una scuola ecclesiastica e nel 1900 Henriette Hertz fece costruire nel giardino un edifico a tre piani, la Biblioteca Hertziana. Grazie ai volumi ereditati alla morte della collezionista tedesca, ancora oggi è specializzata in storia dell’arte. È dunque rimasto un luogo di arte e cultura, come desiderava Federico Zuccari, aumentando il forte effetto “scioccante” con l’apertura di spazi moderni di studio. Il Palazzetto Zuccari è visitabile gratuitamente solo su prenotazione.
Forse tutti sanno che la Santissima Trinità dei Monti è nota come “la chiesa romana dei Re di Francia”. È infatti una delle cinque chiese francofone di Roma, insieme a San Luigi dei Francesi, San Nicola dei Lorenesi, Sant’Ivo dei Bretoni e Santi Claudio e Andrea dei Borgognoni. Fu costruita in stile gotico tra il 1502 e il 1519 e in seguito la navata unica fu affiancata da una costruzione sormontata da 2 campanili simmetrici progettati da Giacomo della Porta e Carlo Maderno. I lavori proseguirono in effetti per tutto il 1500 e la chiesa fu consacrata nel 1595.
Ma forse non tutti sanno che in cima ai famosi Spanish Steps si celano tesori artistici “magici”: le anamorfosi e l’astrolabio. Ecco la loro storia. Accanto alla chiesa della Santissima Trinità dei Monti c’è il Convento della Comunità del Sacro Cuore e della Fraternità Monastica di Gerusalemme, costruito tra il 1530 e il 1570 dal re di Francia Carlo VIII per i religiosi francesi dell’Ordine dei Minimi, fondato da Francesco da Paola, il Santo che attraversò miracolosamente lo Stretto di Messina sul suo mantello. Il chiostro è impreziosito da dipinti del Santo e dai ritratti dei re di Francia, mentre il refettorio fu dipinto dal gesuita Andrea Pozzo nel 1694. È qui che si custodiscono i curiosi dipinti dei Padri Minimi Emmanuel Maignan e Jean François Nicéron: le anamorfosi.
Cosa è l’anamorfosi? È un dipinto realizzato con una tecnica ideata nel Primo Rinascimento relativa alla prospettiva: si genera un effetto ottico che permette di vedere il soggetto dell’opera solo da un determinato punto di osservazione. Difficile da spiegare a voce ma facile da capire dal vivo.
Passeggiate nei corridoi al primo piano e scoprirete le due anamorfosi. Osservate da due angolazioni il dipinto conservato meglio, quello del 1642 che ritrae San Francesco da Paola. Lateralmente vedrete il Santo in preghiera sotto a un albero d’ulivo.
Ora mettetevi di fronte e l’immagine si distorce lasciando comparire un paesaggio costiero con una barca a vela diretta verso un porto. Anche qui si scorge San Francesco da Paola ma con un confratello mentre attraversano prodigiosamente lo stretto di Messina.
E non finisce qui. Tra le due anamorfosi c’è l’astrolabio catottrico, una meraviglia scientifica realizzata intorno al 1640, un orologio solare con quadrante a riflessione. Come funziona? Uno specchio e una coppa d’acqua posti sulla finestra catturano la luce e la riflettono lungo la parete di tutto il corridoio toccando il punto in cui sono indicate le linee orarie del sole in quel momento lungo il suo tragitto. Sono infatti tracciate delle curve sulle quali sono segnalati simboli, segni zodiacali e gradi delle coordinate del sole.
E come se già questo non fosse straordinario, Padre Maignan aggiunse i nomi dei luoghi nel mondo in cui era contemporaneamente mezzogiorno.
Avvolti nella bellezza del Manierismo Romano che ha dato vita alle 17 cappelle, soffermatevi in una in particolare. Nessuna illusione qui, solo un’atmosfera celestiale dove s’incastona l’affresco della Mater Admirabilis a cui è intitolata la Cappella.
Lo dipinse nel 1844 la giovane novizia Pauline Perdreau in un corridoio del chiostro del convento, già al tempo abitato dalle Dame del Sacro Cuore, una congregazione di insegnanti. Si narra che la Madonna ritratta fece molte grazie e per questo il corridoio fu trasformato in una meravigliosa cappella. La stessa immagine fu affrescata in seguito in tutte le scuole del Sacro Cuore nel mondo.
La visita alle meraviglie nel Convento, nel Chiostro e nella Chiesa di Trinità dei Monti è guidata e solo su prenotazione.