Bislacco l’Autunno agli Altipiani di Arcinazzo, un insolito panorama alpino che tinge di rosso e marrone quello spicchio di Lazio tra Trevi nel Lazio, Arcinazzo Romano e Piglio. Iniziamo il nostro tour archeo-naturalistico tra castagne e cin cin!
Ombreggiato dai monti Affilani e gli Ernici, si cela tra le valli del Sacco e dell’Alto Aniene questo angolo magico dove negli anni 30 il biologo Sir Walter Becker iniziò a piantare gli abeti. Una scelta ardita a soli 800 metri d’altitudine? Non troppo visto l’insolito clima dolomitico agli Altipiani di Arcinazzo. Il panorama cambia cedendo il passo a lecci, faggi, querce e castagni tra i quali sgattaiolano scoiattoli, volpi, picchi, civette e cinghiali sul soave sottofondo dello scroscio della cascata di Comunacque. Siamo a Trevi nel Lazio dove i monti Simbruini celano l’Arco di Trevi. Una passeggiata di un’ora fino al confine con Guarcino e scoverete questo antico acquedotto romano immerso nella natura.
Fino agli anni 50, gli Altipiani di Arcinazzo hanno ospitato solo i pastori ma negli anni 60 divennero “la piccola Svizzera”, costellandosi di lussuose ville per l’ispirazione di personaggi illustri, artisti e attori come Audrey Hepburn. Ma la prima villa che si ricordi è quella di Traiano. Prestigiosi reperti degli scavi testimoniano che nel I secolo d.C. l’Imperatore stabilì qui la sua residenza estiva per la caccia di cinghiali e cervi. L’Optimus Princeps, ovvero il migliore tra tutti gli imperatori romani, era infatti appassionato di caccia e pesca e questa zona solcata dall’Aniene era perfetta per praticare l’otium. I numerosi resti sui 5 ettari in cui si stagliava sono custoditi in due musei: quello nel borgo di Arcinazzo Romano e il Museo Civico Archeologico Villa di Traiano all’interno dell’area archeologica. Qui si s’ammirano lastre marmoree, la mensola a tema marino, stucchi e gli instrumentum domesticum, antichissimi utensili.
Con un curriculum di questo tipo non ci si stupisce che gli Altipiani di Arcinazzo siano stati scelti come location cinematografica. La bellezza dal sapore alpino di una distesa così vasta lo rese il luogo perfetto nel 1959 per il “ciak, si gira” di centinaia di comparse e Charlton Heston in Ben Hur. Il colossal pluripremiato di William Wyler fu girato anche in altre location laziali: negli Studios di Cinecittà e alle Latomie di Salone, le antiche cave a Roma da cui fu estratto il tufo per costruire il Colosseo. E ancora, a Tivoli, Anzio e Nettuno, Canale Monterano e Fogliano, dove Ben Hur riposa prima di tornare a Gerusalemme.
Raggiungiamo il borgo di Arcinazzo Romano, alle falde del monte Altuino. Fino alla fine del 1800 si chiamava Ponza d’Arcinazzo e ancora oggi molti paesani continuano a chiamarla così. Il colore dell’autunno qui è tutto concentrato sul Marrone, quello con la “M maiuscola” della castagna tipica, cotta a fiamma viva durante la sagra a ottobre.
Ma le castagne son più buone se si sorseggia un buon vino… eccovi serviti! Agli Altipiani di Arcinazzo vi aspetta il rosso rubino del Cesanese D.O.C.G., il vino che da secoli si degusta a Piglio. Il borgo è aggrappato allo sperone roccioso del monte Scalambra e ospita la storica sagra dell’uva a ottobre. E se siete patiti del bianco, alzate un calice di Passerina per un “cin cin” sul far della sera!