Casa museo Luigi Pirandello a Roma

Salendo all’ultimo piano di un villino, a Via Antonio Bosio, vicino Villa Torlonia, troviamo l’ultima dimora di Luigi Pirandello.
La casa museo di Roma fu abitata dallo scrittore in due momenti diversi della sua vita.

 

La casa museo di Luigi Pirandello a Roma - foto da www.studioluigipirandello.it

La casa museo di Luigi Pirandello a Roma – foto da www.studioluigipirandello.it

Negli anni 1913-1918 lo scrittore vi abitò con la sua famiglia e vi tornò, da solo, dal 1933 al 1936, quando il suo rapporto con Antonietta Portulano era da lungo tempo terminato. Quest’ultimo si era infatti praticamente interrotto con il ricovero della donna, nel 1919, per i prolungati problemi di salute mentale di lei. A seguito del ricovero Antonietta non volle più incontrare il marito.
In queste stanze, tra questi ambienti, Pirandello attese alla scrittura di molte opere importanti. A coronamento di una vita dedicata alla letteratura e al teatro nel 1934, proprio mentre abitava in questa casa, Pirandello ricevette il premio Nobel per la letteratura “per il suo ardito e ingegnoso rinnovamento dell’arte drammatica e teatrale”.
La casa romana fu invasa da giornalisti e da fotografi e lui fu immortalato ricurvo sulla sua macchina da scrivere, dove continuò a battere un’unica parola:

“pagliacciate, pagliacciate”

Pirandello si riferiva con questa espressione canzonatoria al rituale delle interviste, a cui spesso era costretto a prendere parte, visto il suo genio.
In quello stesso anno il dramma La favola del figlio cambiato, poi confluito nell’ultimo capolavoro incompiuto I giganti della montagna, non aveva ottenuto i riscontri sperati e l’ambito premio letterario doveva senz’altro essere stato accolto con gioia.
In questa casa Pirandello portò a compimento capolavori come Pensaci Giacomino e Così è (se vi pare), durante il primo soggiorno romano.
Sono questi gli anni in cui lo scrittore si confronta con la lingua siciliana scrivendo opere come Liolà, proprio mentre la malattia mentale della moglie si acuisce e il figlio Stefano è detenuto in un campo di prigionieri di guerra. Siamo infatti in pieno conflitto mondiale e la prima di Liolà
viene rappresentata qui a Roma, al Teatro Argentina.
In un secondo momento Pirandello comincia a sperimentare un teatro umoristico e grottesco. Scrive in questo periodo Il berretto a sonagli, commedia in due atti in dialetto siciliano, rappresentata dalla Compagnia di Angelo Musco al Teatro Nazionale di Roma.
Su consiglio dello stesso Pirandello, parecchio tempo dopo Eduardo De Filippo ne farà una riduzione in dialetto napoletano.
Nelle vicende di Ciampa, uomo becco, tradito che fa di tutto per evitare lo scandalo, si rivela l’amaro umorismo di Pirandello che riflette sulle assurde contraddizioni della vita. Nel 1917 verrà pubblicata La giara, rappresentata anch’essa al Teatro Nazionale di Roma.

 

La scrivania di Luigi Pirandello foto da www.studiodiluigipirandello.it

La scrivania di Luigi Pirandello foto da www.studiodiluigipirandello.it

 

La casa, immersa nel verde, era anche luogo di incontri amicali e conversazioni tra intellettuali, come testimonia il soggiorno-studio accogliente e molto luminoso. In questa stanza Pirandello era solito intrattenersi con personalità a lui vicine tra le quali ricordiamo lo scrittore e regista Lucio D’Ambra, Silvio D’Amico ed Eduardo De Filippo, solo per citarne alcune.

“Vi vedo così affannati a cercar di sapere chi sono gli altri e le cose come sono, quasi che gli altri e le cose per se stessi fossero così o così”

scrive Pirandello in Così è (se vi pare).
L’appartamento comprende, oltre al soggiorno-studio, anche una camera da letto ed un terrazzo ed è conservato con gli arredi originali del secondo periodo. Parte della mobilia proviene da precedenti abitazioni dello scrittore ed è in stile fiorentino, risalente al 1910. Tra questi oggetti ricordiamo due savonarola, due librerie a vetri e una scrivania. Altri pezzi furono invece acquistati in un secondo momento come le poltrone e il divano, una seconda scrivania e l’intera camera da letto.

 

La biblioteca nel salotto di Luigi Pirandello foto da www.studiodiluigipirandello.it

La biblioteca nel salotto di Luigi Pirandello foto da www.studiodiluigipirandello.it

La biblioteca comprende circa duemila volumi appartenuti a Pirandello. Ancora nello studio è possibile ammirare la macchina da scrivere dello scrittore e quattro quadri del figlio Fausto.

La camera da letto di Pirandello in stile razionale foto da www.studiodiluigipirandello.it

La camera da letto di Pirandello in stile razionale foto da www.studiodiluigipirandello.it

 

La camera da letto è essenziale, in stile razionale e in essa sono ancora conservati ed esposti alcuni abiti, i cappelli, il bastone e la divisa della Reale Accademia d’Italia.
In essa il 10 dicembre del 1936 Pirandello muore. Nella sua prefazione a Novelle per un anno Corrado Alvaro, giornalista e scrittore che di Pirandello ebbe un vivido ricordo, rievoca in questo appartamento il suo corpo di “povero cristo”, mentre il chiacchiericcio animava la sala da pranzo, come per aspettare che lui apparisse.
La casa museo è sede dal 1962 dell’Istituto di Studi Pirandelliani e sul Teatro italiano contemporaneo.

 

CONTATTI
Casa museo di Luigi Pirandello – Istituto di Studi Pirandelliani e sul Teatro Contemporaneo
Via Antonio Bosio, 13B-15 – 00161 Roma
Tel.: 06 44291853
Email: posta@studiodiluigipirandello.it
Sito web
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