Nel cuore di Villa Borghese c’è la Casa museo di Pietro Canonica.
Pietro Canonica fu scultore e musicista di fama internazionale. Nato a Moncalieri nel 1869, a soli diciassette anni vinse un premio per la sua statua intitolata Novizia. Nel 1922 si trasferì a Roma, quando era già famoso e nel 1927 ottenne in concessione dal Comune l’uso della casa che oggi rappresenta il suo museo. Vi rimase ad abitare fino alla sua morte, avvenuta nel 1959.
Con la sua dipartita la casa e tutte le opere in essa presenti tornarono allo Stato e il villino fu aperto al pubblico come casa museo.
L’edificio è noto con il nome di Fortezzuola, per la presenza della cinta muraria in stile medievale. Precedentemente la struttura era conosciuta come “Gallinaro”, in cui si allevavano struzzi, pavoni e anatre.
Anche se non molto grande, la casa museo rappresenta uno spazio molto bello in cui è raffigurata pienamente l’immagine dell’artista e in cui si respira l’atmosfera culturale europea di fine secolo.
Lo stabile comprende un atelier al piano terra, in cui sono esposte alcune opere di Canonica.
Entrando nello studio dell’artista è possibile comprendere tutta la sua perizia tecnica e la raffinatezza del suo gesto. Al centro dello studio troviamo il tavolinetto con gli strumenti da lavoro. Si può notare anche il bozzetto al monumento a Giovanni Paisiello. Sulle pareti sono appesi molti quadri, realizzati dallo stesso Canonica: sono ritratti, autoritratti, scorci di paesaggi e bozzetti per opere di scultura mai realizzate.
Sempre al pianterreno e nei piani ribassati ci sono sette sale in cui sono esposte le opere dell’artista. Molte sono sculture, di piccole e grandi dimensioni, alcune copie di originali dislocati in musei e gallerie italiane. Alcuni originali sono oltralpe. Vi sono anche diversi bronzi e alcuni monumenti funerari.
Molti interessanti i bassorilievi e i molti busti, sia in gesso che in bronzo.
Diverse opere sono ispirate a Dante e alla Divina Commedia, come l’Abisso che secondo gli studiosi raffigura lo sfortunato amore di Paolo e Francesca.
Altra opera celebre chiaramente riferita a Dante è il busto che ritrae Beatrice.
Canonica si forma all’Accademia Albertina di Torino in un’Italia che ha da poco raggiunto l’unità.
Partecipa quindi alle più importanti esposizioni nazionali ed internazionali: Parigi, Venezia, Roma, Londra, Berlino, Bruxelles, Pietroburgo.
Si afferma negli ambienti dell’alta aristocrazia e viene chiamato presso tutte le corti d’Europa dove gli commissionano opere celebrative, busti e ritratti.
Il suo tratto preciso e abilissimo è inconfondibile e lo porta a realizzare opere estremamente realistiche. Da Buckingham Palace alla corte degli Zar, molti sono i reali che si lasciano immortalare dallo scultore.
La prima guerra mondiale cancella il mondo sontuoso e dorato di fine Ottocento e Canonica comincia a dedicarsi a opere di carattere diverso. Sono numerose le sculture monumentali e celebrative che l’artista realizza in questa fase della sua vita e in molte piazze italiane vi sono statue in onore dei soldati caduti durante il Primo Conflitto Mondiale, che portano la firma dello scultore.
Opera celebre realizzata in questo periodo e precisamente nel 1920 è Le comunicande.
L’opera rappresenta due fanciulle che attendono il sacramento della comunione. La troviamo esposta nella sala I del museo romano, l’originale è a Palermo, in marmo, presso la galleria d’arte moderna.
Al primo piano della casa museo di Roma c’è l’abitazione di Canonica. Troviamo la camera da letto dello scultore, la sala da pranzo e il salotto o sala della musica.
La camera da letto è arredata con mobili d’epoca. Il letto è in stile barocco, altri mobili sono in stile piemontese. Sulla parete di fondo c’è una Deposizione di Cristo.
La sala della musica è arredata con complementi di maestranze piemontesi del XVIII secolo. Alle pareti vi sono quadri sempre riferibili alla scuola piemontese ma databili al XIX secolo. Sono artisti perlopiù dell’Accademia di Torino, dove studiò anche il Canonica.
Nella sala c’è un pianoforte a coda Erard, databile alla seconda metà del XIX secolo. Su un leggio vi è lo spartito il Medea che ricorda l’opera composta dall’artista piemontese. Nella stanza vi è anche una scultura in bronzo del Canonica, La sartina Tina.
CONTATTI
Casa museo di Pietro Canonica – Viale Pietro Canonica, 2 – 00197 Roma
Email: info@museocanonica.it
Tel.: 060608
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