A Lungotevere della Vittoria n°1, a Roma, c’è la Casa Museo di Alberto Moravia.
In questa casa lo scrittore trascorse gli anni dal 1963 al 1990, anno della sua morte.
Nato a Roma nel 1907, Alberto Pincherle, questo il vero nome dello scrittore, alla città restò legato per gran parte della sua vita.
In questa dimora si traferì con la sua compagna Dacia Maraini allora ventisettenne. Lei vi rimase fino al 1978, affiancando l’artista in anni di lavoro fervido in cui egli si dedicò sempre più al teatro. Precedentemente Moravia aveva vissuto con la prima moglie Elsa Morante in Via dell’Oca.
Scrittore, giornalista, sceneggiatore, poeta e drammaturgo, Moravia si trasferì nella casa di Lungotevere nella sua piena maturità artistica, quando aveva già scritto romanzi coma La Ciociara e La noia e aveva al suo attivo importanti collaborazioni con giornali quali l’Europeo e il Corriere della Sera.
Con il Corriere collaborerà praticamente fino alla morte.
Nel 1952 con I Racconti aveva ricevuto il Premio Strega, mai il Premio Nobel a cui verrà candidato 17 volte senza mai vincerlo.
Dei primi anni Sessanta sono le realizzazioni cinematografiche delle sue opere Agostino, Il disprezzo, La noia, Gli indifferenti.
La vita di Alberto Moravia è la vita di un intellettuale appassionato, molto attivo nel suo tempo non solo come scrittore e reporter, ma anche nel suo impegno civile. Da ricordare che negli ultimi anni della sua vita ricoprì il ruolo di Europarlamentare.
La sua casa è perciò lo specchio di una personalità molto ricca che amava oltre modo l’arte, la letteratura, i viaggi.
La casa ospita un’ampia collezione di quadri di artisti che Moravia conosceva molto bene e che frequentavano la sua abitazione.
Preferisco la pittura alla letteratura
affermò lo scrittore più volte nel corso della sua esistenza. Celebre è il Ritratto di Moravia con il maglione rosso di Renato Guttuso, appeso nel salone della casa. A testimonianza di questo intenso rapporto dello scrittore con le arti figurative troviamo in esposizione le opere di Mario Schifano, Carlo Levi, Toti Scialoja, Adriana Pincherle, la sorella e molti altri.
Proseguendo la visita arriviamo allo studio dello scrittore, che parla molto di lui. Vi troviamo una robusta scrivania asimmetrica di quercia e noce ideata dall’artista artigiano Sebastian Schadhauser, amico di Alberto. Sopra, la macchina da scrivere Olivetti 82, pronta per essere usata. Moravia scriveva con sole due dita, velocissimo.
Disseminate per la casa troviamo anche molte maschere tradizionali che ci raccontano dei suoi viaggi in Africa, Asia e America del Sud.
La camera da letto è piccola ma ben arredata, con un letto matrimoniale, una bella lampada per leggere e due grandi finestre che si affacciano sul Tevere. Nella camera c’è anche un giradischi, regalo di Dacia.
La cucina è in stile anni Settanta, molto sobria ma l’altro pezzo che caratterizza la casa è indubbiamente la biblioteca personale dello scrittore.
Moravia si appassionò alla lettura già in tenera età e nel corso della sua vita ne ampliò l’interesse, spaziando tra molti generi.
Nella sua ampia biblioteca troviamo così testi di letteratura italiana e straniera, cataloghi, saggi sulle arti visive, testi di politica, psicanalisi, culture extra-europee. Troviamo anche un archivio costituito nel 1993 che documenta le diverse fasi della sua attività e il suo rapporto con il mondo letterario dell’epoca.
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Casa museo Alberto Moravia – Lungotevere della Vittoria, 1 – 00195 Roma
Email: info@fondoalbertomoravia.it
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