Tra panchine decorate e una statua gigante che scruta sul mondo, Capena è ricca di piacevoli sorprese e tante piccole curiosità.
Affacciata sulla Via Tiberina, nella Valle del Tevere, tra ricchi vigneti e uliveti e una splendida vista sulla Bassa Sabina, oltre il Tevere.
Stradine con basoli romani, improvvise piazzette, archi e passetti lignei, la porta di città, aperta sulle mura, caratterizzano il borgo ‘vecchio’.
Cicerone, nelle Epistulae ad Familiares, scrisse: “Se desideri fertili campi e vigneti, dirigiti verso Capena”, parole che descrivono, ancora oggi, la bellezza immutata della campagna romana attorno al borgo.
Sulla bella Piazza del Popolo si trova la Torre dell’Orologio, in una posizione piuttosto insolita. Non si tratta, infatti, di una torre sovrastante l’intera cittadina, ma piuttosto di un elegante piccolo edificio incastrato tra due palazzi e con le finestre impreziosite da motivi di fiori e animali in gesso. L’orologio segna l’ora con il metodo detto ‘romano’ o ‘italico’, molto utilizzato in passato. Il quadrante è diviso in sei sezioni e l’unica lancetta percorre quattro giri ogni giorno per coprire le 24 ore.
Oggi la torre dell’Orologio ospita al suo interno il locale Museo Civico dedicato alla storia del borgo dalla caduta dell’Impero Romano all’età moderna.
Tra gli edifici religiosi sono da segnalare la Chiesa di San Michele Arcangelo, con importanti opere d’arte e l’elegante portale del 1477 e la Chiesa di Sant’Antonio Abate. Immersa nel silenzio del vecchio cimitero, tra cipressi secolari c’è la Chiesa di San Leone, gioiello alto-medievale. Ha due sole navate, l’iconostasi intatta e affreschi, i più antichi del sec. IX.
Da non mancare, passeggiando tra le stradine di Capena, le splendide panchine in mosaico incastonate tra le mura medievali, realizzate dagli artisti Rosina Wachtmeister e suo nipote Giovanni Battista Rea. Primeggiano i motivi legati alla natura tra cui fiori, uccelli, anatre e gatti, proprio come i tanti gatti che si aggirano e sonnecchiano tra gli anfratti di Capena.
Ma le sorprese del borgo non finiscono qui. A ridosso della splendida piazza principale, una scultura curiosa e particolarmente suggestiva sembra vegliare, in posizione di riposo, su tutto È la gigantesca statua in gesso dell’artista ungherese Ervin Lorianth Hervé, Il Momento. Alta 9 metri e larga 2,5, l’opera rappresenta un uomo appoggiato con il gomito e una gamba sulle mura della piazza, mentre lo sguardo sembra perdersi verso l’orizzonte lontano e verso un tempo futuro.
Oltre alla passeggiata per le vie del borgo, la sottostante Riserva Naturale Nazzano Tevere-Farfa offre numerosi spunti per diverse escursioni immerse nel verde. Da non perdere una visita ai numerosi eremi intorno al Monte Soratte che offrono una splendida vista panoramica sulle valli circostanti, e alle acque calde e ferruginose del Lago Puzzo.
Tra i momenti di grande afflusso di visitatori nel borgo vanno segnalati alcuni appuntamenti importanti. Tra questi l’antica Vendemmiale di Capena che si svolge alla fine di settembre e la Festa di San Luca, patrono della cittadina, il 18 ottobre.
Di grande richiamo è anche la Processione dell’Incontro, una tra le più antiche e significative celebrazioni sopravvissute nel Lazio dai primi secoli del cristianesimo. La solenne Processione, ad opera dei Fratelli Incollatori di Capena, si ripete ogni anno la notte del 14 agosto.
Le grandi tradizioni di Capena si esprimono naturalmente anche a tavola. Oltre ai piatti della cucina romana, come i bucatini all’amatriciana, la mozzarella fritta e la trippa, sono da gustare la pasta fatta in casa ripiena di carne, la polenta di farro al tartufo, le braciole di maiale. Tra i dolci tipici troviamo il pangiallo e il serpentone di Capena. Ottimo il Bianco Capena DOC.