Tappa 4: da Poggio San Lorenzo a Ponticelli di Scandriglia
La quarta tappa del Cammino di San Francesco parte dalla piazza del borgo di Poggio San Lorenzo e arriva fino al paese di Ponticelli di Scandriglia.
Il percorso ha una lunghezza di 20,1 km.

Poggio San Lorenzo
Partendo da Poggio San Lorenzo si scende fino a sud del centro, dove si possono ammirare le mura romane. Da qui si imbocca Via Lemiconi e si arriva fino al fondovalle.
Si procede sul sentiero, si attraversa il fosso e si continua sul versante opposto. Il paesaggio, prima ricco di cerri e querce, si riempie di uliveti, che ricoprono le colline fino a che si arriva, quasi alla sommità, ad un gruppo di case.
La vista si apre sul paese di Monteleone Sabino, quindi si procede attraversando il bosco in direzione di Torricella in Sabina. Dopo aver attraversato la provinciale si incontra un uliveto e a seguire una piantagione di noci e un bosco di querce. La strada continua fino ad un pittoresco ponte superato il quale si incontra un altro fosso, quindi un’antica mola ad acqua e ancora un bosco, fino al cimitero di Monteleone Sabino.

Resti provenienti dall’antica Trebula Mutuesca
Tutto intorno il paesaggio si riempie di querce monumentali e, dopo circa 1,5 km, si arriva ai resti dell’area archeologica di Trebula Mutuesca. La città di Trebula fu uno dei centri romani più importanti della Sabina. Il nome deriva forse da trabes, “casale” in quanto di villaggio vero e proprio si comincerà a parlare soltanto nel V sec. a.C. Un secolo dopo in loco si regista la presenza di un “Municipium”, con un santuario dedicato alla Dea Feronia. Il nucleo abitato vero e proprio comincia a configurarsi intorno al I sec. a.C. e si dota rapidamente di un Foro, terme ed altri edifici pubblici.

Anfiteatro di Trebula Mutuesca, foto dal www.museomonteleonesabino.it
L’anfiteatro, ancora visibile, è successivo e fu costruito per volere dell’imperatore Traiano. Due grandi epigrafi in marmo di Luni datano la costruzione al 115 d.C. Un’epigrafe è presente in loco, l’altra è conservata presso il Museo archeologico Trebula Mutuesca che si trova a Monteleone Sabino. Trebula Mutuesca fu centro taumaturgico legato in epoca preromana al culto delle dee Angitia e Vacuna, di cui era noto il santuario. Nei secoli più recenti il culto si lega progressivamente a Santa Vittoria, martire venerata nel luogo.

Chiesa di Santa Vittoria, nei pressi di Monteleone Sabino
Non lontano dal sito archeologico sorge infatti la Chiesa di Santa Vittoria.
Tutta l’area è dunque dedicata al sacro e all’espressione del sacro attraverso le acque.
Vittoria fu martirizzata intorno alla metà del III sec. d.C. e sepolta in questi luoghi, dove dapprima sorse un cimitero e in seguito nell’VIII secolo una chiesa. L’edificio assunse l’attuale aspetto romanico nel XII sec. Ristrutturazioni e rifacimenti furono apportati nel XV secolo per volere della famiglia Orsini.
Nella chiesa sono presenti decorazioni che risalgono al periodo romano, come rilievi e motivi stilizzati. Parte delle lastre di marmo utilizzate provengono dalla vicina villa romana, come anche la colonna dorica e alcuni capitelli che provengono da edifici nel territorio limitrofo, preesistenti la chiesa.
La sala nella chiesa ha tre navate. Il pozzo nella navata è legato storicamente alla devozione per la santa e i fedeli ne hanno bevuto l’acqua per molto tempo. Sulle pareti sopravvivono alcuni affreschi di cui il più antico è quello dietro l’altare maggiore, raffigurante la Santa con i segni del martirio.
Altro affresco significativo è quello posto sulla lunetta del portale, raffigurante la Vergine col Bambino. Le catacombe sono la parte storicamente più interessante della chiesa. In esse è custodito il sarcofago in cui sono raccolti i resti della Santa. Un’iscrizione in lingua latina alle pareti indica il luogo della sepoltura.

Poggio Moiano
Abbandonata la chiesa si procede ancora sulla strada asfaltata e, dopo aver attraversato vigneti ed uliveti, si passa all’interno di un bosco e si giunge alla Chiesa di San Martino, chiesa rurale del X secolo, alla periferia di Poggio Moiano. Si attraversa quindi il borgo, oltrepassando il palazzo baronale, la Chiesa di San Giovanni Battista e l’antico quartiere del Torrione. Arrivati al fondo di una valletta si attraversa anche un borgo rurale e si risale per il versante opposto. Si prosegue per un altopiano arrivando alle pendici del Monte Calvo, che si aggira passando per Santo Paolo Alto e Santo Paolo Basso.
La quarta tappa del Cammino arriva al paese di Ponticelli di Scandriglia, dov’è possibile visitare il Castello Orsini del X secolo.
A pochi chilometri dal Castello si può raggiungere il Santuario Francescano di S. Maria delle Grazie, tra i più importanti della provincia di Rieti.
Il Santuario venne edificato dagli Orsini tra il 1470 e il 1480 per ospitare l’immagine mariana detta delle Grazie, rinvenuta nel castello di Nerola e venne affidato ai Francescani Amadeiti, dediti alla stretta osservanza della Regola.
Il tempo di percorrenza della quarta tappa è di 8 ore e 30 minuti e il grado di difficoltà è impegnativo.