“Anto’ fa caldo”, ce la ricordiamo l’ammiccante Luisa Ranieri immersa nella calura estiva… ebbene, siamo a Roma e l’esclamazione dell’attrice partenopea identifica esattamente lo sconforto di tutti gli accaldati non ancora in vacanza!
Che fare… un tuffo in qualche fontana romana… eh no! Lo fece la Ekberg, ma è un’altra storia, era la Dolce Vita di Federico Fellini, erano gli anni 60 ed era un set cinematografico. Siamo nel 2021, non stiamo girando un film e nelle fontane romane non ci si tuffa! … tuttavia è pur sempre rinfrescante fare un tour tra quelle più belle… iniziamo!
Ovviamente partiamo dalla più famosa, gli hanno dedicato film, francobolli e triliardi di cartoline ricordo… è la Fontana di Trevi, commissionata da Papa Clemente XII, iniziata da Nicola Salvi e terminata da Giuseppe Pannini nel 1762, grande esempio di tardo barocco. Provate a parlare della Fontana di Trevi senza usare le parole bellissima, fantastica, magnifica, eccezionale. Non ci riuscirete, perché è molto di più!
Fate qualche passo e raggiungete Piazza di Spagna, qui c’è la Fontana della Barcaccia, una delle poche da cui si può ancora bere. Trovate l’angolatura giusta per una foto ricordo e vi porterete a casa un souvenir davvero prezioso, che ribadisce il perfetto connubio che questa città ha da millenni con l’acqua, fonte di vita e di ispirazione, come fu progettata da Pietro Bernini e realizzata da Gian Lorenzo Bernini, suo figlio.
L’estro di Gian Lorenzo Bernini non si fermò a Piazza di Spagna… raggiungete Piazza Navona, possibilmente in tarda sera, perché solo allora potrete ammirare cotanta bellezza, la Fontana dei Quattro Fiumi che racconta i 4 grandi corsi d’acqua conosciuti all’epoca, il Gange, il Nilo, il Danubio e il Rio de La Plata, simbolo della grazia divina che si espande ai diversi continenti. Sulla statua del Danubio è visibile la colomba con l’ulivo, simbolo della famiglia Pamphilj a cui appartenne papa Innocenzo X che commissionò l’opera. Il Nilo si copre il volto con un panneggio, riconducibile all’oscurità misteriosa delle sue sorgenti, e il Rio de La Plata possiede un sacco con le monete, che indicano purezza argentea delle sue acque, mentre il Gange regge un remo per ricordare che è un fiume navigabile.
“Quanto sei bella Roma quann’è sera, quanno la luna se specchia dentro ar fontanone” Antonello Venditti la ricordò nella sua Roma Capoccia. Un luogo storico meraviglioso, ben restaurato. Siamo al Gianicolo ad ammirare la Fontana dell’Acqua Paola, tanto affascinante da ospitare in tempi recenti alcune scene del super premiato film “La Grande Bellezza”. L’ammiri, poi ti volti e Roma bella t’appare. Tutta fino a perdita d’occhio.
Siamo tra Largo di Santa Susanna e Via XX Settembre, davanti a noi c’è la Fontana dell’Acqua Felice, conosciuta anche come Fontana di Mosè. Di chiaro stampo michelangiolesco, ma senza il fascino e la perfezione delle opere di Michelangelo tanto che la fontana fu storicamente soggetta a derisioni e alla povera scultura fu dato l’appello di “Mosè ridicolo“.
“È buona l’acqua fresca e la fontana è bella
Con quel mostro di sopra però non è più quella
O tu, Sisto, che tanto tieni alla tua parola
Il nuovo Michelangelo impicca per la gola”
Ovviamente ai tempi il Pasquino non si potè esimere dal dedicargli le sue strofe!
Giudicatela voi!